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Roma Champions League 2018-2019

Champions: Roma, la difesa bassa non paga. Isco e Bale troppo liberi di colpire

La Roma mostra i soliti difetti di quest’anno. Linea difensiva troppo bassa e poco aggressiva, centrocampo statico, Dzeko troppo isolato. La squadra ha perso fiducia e certezze. Isco completa più di 70 passaggi, Kroos supera i 90. I giallorossi corrono a vuoto e concedono troppi spazi fra le linee. Dzeko rimane a lungo troppo isolato.
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La Roma naufraga, e stavolta il miedo escenico, la paura del Santiago Bernabeu, non c'entra. C'entrano il poco dinamismo delle mezzeali nel 4-3-3 disegnato nel primo tempo, la pericolosa e ricorrente tendenza della difesa giallorossa ad abbassarsi quando viene presa d'infilata e così a scoprire spazi larghi fra le linee. E' una Roma che difende all'indietro, non aggredisce sulle seconde palle, non è abbastanza rapida nel ribaltare l'azione. Il Real, sicuro di avere le spalle coperte da Casemiro, davanti fa quel che vuole. Isco e Bale, illuminati da Kroos e Modric, dominano la scena davanti.

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Roma impaurita, continuano i problemi in difesa

La Roma non corregge i difetti duraturi di questa stagione. In difesa, i giallorossi fanno densità in mezzo ma lasciano scoperte le corsie. E soprattutto, in maniera ancora più decisiva, si schiacciano troppo, come preda di una insicurezza che lascia un'eccessiva libertà di palleggio e conclusione ai 20-25 metri. E' in quella zona che il Milan ha creato il gol della vittoria, che il Chievo ha azzerato lo 0-2 all'Olimpico (e per poco non completavano la rimonta). E' una Roma timorosa anche contro il Real e macchinosa, pensierosa, una volta recuperato il pallone. Il secondo gol subito inevitabilmente sospinge la Roma, ma a parte il tiro da fuori di Kolarov i giallorossi producono poco. E' una squadra che ha perso la fiducia, che non rischia la giocata e la semplicità non sempre è una virtù, soprattutto se manca la convinzione perché l'esecuzione sia rapida.

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Real, controllo totale

Gli 82 passaggi di Kroos, uno dei migliori in Europa nella gestione del possesso palla, e i 68 di Isco raccontano e quantificano le difficoltà dei giallorossi nel contenere fra le linee. La quantità di palloni che riescono a giocare, toccando in avanti una volta ogni tre o quattro passaggi, favoriscono lo sviluppo dell'azione in ampiezza, i tagli da fuori di Bale e i movimenti a venire incontro di Bale. Anche Lopetegui, come Zidane prima di lui, può consentirsi un gioco così arioso e tonico davanti perché dietro ha un equilibratore fondamentale come Casemiro che tocca 70 palloni, spesso appoggiando indietro o in orizzontale, ma completa più tackle di chiunque altro in camiseta blanca.

L'importanza tattica di Casemiro (fonte Sofascore)
L'importanza tattica di Casemiro (fonte Sofascore)

Roma lenta a uscire dai blocchi

Nelle ultime 25 partite in Champions del Real si sono segnati 100 gol, quattro ogni 90 minuti in media. La Roma che tende ad aprirsi fra difesa e centrocampo dove Isco parte da sinistra per assumere un ruolo da trequartista più classico, prova a chiudere senza schiacciarsi. Ma è proprio in quei metri che troppo facilmente Bale brucia Kolarov e, come in occasione del gol in amichevole dello scorso agosto, controlla e tira da fuori. Stavolta non prende la porta, ma ripetere uno stesso errore non è mai un buon segno per una squadra.

La lentezza nell'uscire dai blocchi difensivi non resta un caso isolato, in quanto le linee di difesa e centrocampo si schiacciano sui calci da fermo e i trequartisti blancos hanno troppa facilità sulle respinte nel raccogliere le seconde palle e tirare da fuori.

Centrocampo poco aggressivo

La Roma, altro pattern abituale di questo inizio di stagione, fa densità dietro ma non aggredisce. Sulla successiva triangolazione Bale-Modric-Isco, nessuno chiude la linea di passaggio al croato, il filtrante è elementare e il ritardo di Manolas nel seguire il fantasista spagnolo fa il resto. I giallorossi vorrebbero giostrare il pallone anche con l'appoggio di Olsen verso i difensori, ma il Real oppone quello schema che si rifà a Lavolpe, tecnico del Messico a Germania 2006, e si definisce appunto salida lavolpiana. E' quel meccanismo ormai molto diffuso in Europa per cui il centromediano, in questo caso Casemiro, si abbassa fra i due centrali e va a comporre una difesa a tre mentre i terzini salgono. Modric va alto a chiudere De Rossi e l'uscita bassa del pallone diventa difficile sia nell'opzione primaria, l'appoggio per il capitano, sia nell'eventuale ricerca delle corsie.

I 10 che effettuano più passaggi al 70'
I 10 che effettuano più passaggi al 70′

La Roma soffre dal lato di Kolarov, che non tiene Bale. Con Modric in appoggio e Benzema a completare il triangolo, il Real crea un tre contro due non contrastato abbastanza da El Shaarawy che stringe spesso la sua posizione senza palla per tentare di occludere le vie per l'inserimento del croato. I giallorossi privilegiano la densità centrale, ma l'obiettivo di far defluire la circolazione del pallone delle merengues in zone più fredde, meno pericolose, del campo, funziona solo parzialmente. L'incursione di Under, al di là della precisione migliorabile si un tiro dalla distanza con poche possibilità di riuscita, indica che i giallorossi possono portare un uomo negli ultimi 25 metri con molto spazio verso la porta. Sembra la prova generale della più grande occasione della Roma, che si allunga di prima e manda Under al tiro in tre tocchi proprio tagliando da sinistra. Ma le azioni rapide in verticale, in velocità, rimangono una rarità.

Under, qualche buon lampo

Anche il contropiede aperto al 33′ del primo tempo da Under e alimentato dal cambio di gioco di Dzeko si chiude con El Shaarawy bravo a incrociare a destra. E lì, visti i movimenti di Isco e la libertà che Marcelo si prende in spinta, che la Roma può sfruttare la tendenza a ribaltare il gioco sul lato scoperto. Ma alla Roma, in cui comunque Zaniolo a parte qualche comprensibile difetto iniziale di misura negli appoggi, manca spesso la velocità, la sicurezza, per ridurre i tempi di gioco nelle transizioni positive, le fasi in cui la squadra recupera il pallone e si distende, così diventa comunque complicato, anche in superiorità numerica, portare l'uomo al tiro. Così sarà solo una la conclusione nello specchio nel primo tempo contro le 4 del Real che gestisce il possesso per il 65% del tempo e completa 355 passaggi contro 161.

Il rendimento di Under al 75' (fonte Sofascore)
Il rendimento di Under al 75′ (fonte Sofascore)

Possesso prevedibile, la Roma si sveglia quando è tardi

L'ingresso di Pellegrini nella ripresa per Zaniolo, sulle gambe, offre un po' più di energia e di luce nei ribaltamenti dell'azione. I giallorossi, dopo aver sofferto di più all'inizio quando hanno provato a pressare alto, si aprono, come la barriera sulla punizione gioiello di Isco, che per la prima volta calcia una punizione diretta in Champions, in una fase in cui le coperture difensive stavano funzionando meglio, e il 35% di possesso palla è un dato che non stupisce.

I primi 70 minuti di Isco (fonte Sofascore)
I primi 70 minuti di Isco (fonte Sofascore)

Il possesso della Roma, peraltro, è statico, prevedibile, e il Real in mezzo buca con facilità anche per effetto dei tagli fuori linea di Benzema che facilita gli inserimenti di Isco e Modric e i tiri da fuori di Bale, che prima centra la traversa poi spezza la partita. Il gallese, un po' come Cristiano Ronaldo, si sta evolvendo come attaccante, lui che ha iniziato come terzino, e va a giocare da centravanti di movimento dopo l'ingresso di Asensio per Benzema.

Dzeko troppo isolato

Dzeko, alla cinquantesima partita in Champions, continua a lamentarsi con Di Francesco perché una squadra così schiacciata fa più fatica a distendersi e lui finisce per rimanere troppo isolato. Le due buone occasioni create, però, preludono all'illuminante passaggio di Modric (20 passaggi negli ultimi 30 metri sui 46 totali nella prima ora di gioco) per Bale che aggredisce da sinistra a palla scoperta e segna l'ottavo gol nelle ultime nove partite.

Di Francesco offre gli ultimi venti minuti a Schick, inserisce Perotti per El Shaarawy e sdogana il 4-4-2 modulo basico che sembra tornato molto di attualità nelle ultime settimane in Italia e in Europa, e non solo fra le piccole. Ma l'impatto del ceco è pessimo. Devasta un contropiede in superiorità numerica, sbaglia tutto quello che può sbagliare. Al contrario, Diaz entra con la maglia numero 7 e dà uno schiaffo al pallone e al morale della Roma. Destro a giro, 3-0, tutti a casa.  Notte fonda per la Roma.

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