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Buffon: “Ho sbagliato nei modi e nel linguaggio ma direi le stesse cose”

Il portiere della Juventus torna sullo sfogo durissimo contro l’arbitro e lo fa in un’intervista a Le Iene. “Ho solo esternato i miei sentimenti. Sono un uomo che non si trincera dietro a un velo di ipocrisia e butta fuori quello che le viscere gli dicono”.
A cura di Maurizio De Santis
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"Ho sbagliato solo nei modi ma direi le stesse cose". Gigi Buffon non fa marcia indietro, non cambia versione rispetto alla sfuriata di mercoledì sera dopo la cocente delusione per l'eliminazione dalla Champions League, corregge leggermente il tiro ammettendo che forse i modi erano sbagliati. Quanto allo sfogo che ha spaccato l'opinione pubblica e gli addetti ai lavori, nell'intervista con Nicolò De Devitiis delle Iene il portiere della Juventus spiega così la propria versione.

Non devo rimediare perché sono un essere umano che mette passione, sentimenti, arrabbiature. Trovo modi di parlare, giusti o sbagliati che siano, alcune volte eccessivi, ma sono questo, sono Gigi Buffon. L’altra sera la partita era finita da un'ora e mezza, di conseguenza quello che uno esterna sono sentimenti, pensieri forti, per certi aspetti ineducati, ma sono i sentimenti di un uomo che non si trincera dietro a un velo di ipocrisia e butta fuori quello che le viscere gli dicono e punto, chiuso.

Il cronometro corre, il tempo regolamentare è scaduto. La Juventus è in vantaggio per 3-0 e ha recuperato del tutto lo svantaggio accumulato all'andata, manca pochissimo – una manciata di secondi – ai tempi supplementari ma è proprio allora che la partita s'accende e deflagra tra le proteste dei bianconeri. Benatia affronta Lucas Vazquez che è pochi passi da Buffon: è alle spalle del madrileno e il suo intervento non è pulito, non può esserlo.

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E' rigore? Un penalty così non si concede. Tecnicamente lo è anche se non appare netto ma per l'arbitro Oliver ci sono gli estremi per la massima punizione. Il numero uno dei bianconeri perde e staffe e apostrofa il direttore di gara. Pochi attimi e viene espluso. Poi Ronaldo dal dischetto, nonostante il tentativo di disturbo degli avversari, segnerà la rete della vittoria e della qualificazione.

Quella non è una situazione in cui puoi dire ‘secondo me quello è rigore con certezza' – ha aggiunto Buffon -. Non dico che non fosse rigore, dico che era una cosa dubbia. E una cosa dubbia in una partita simile, a 20 secondi dalla fine della partita, un arbitro di esperienza, che ha già solcato determinati campi, secondo me fa un altro tipo di valutazione. Credo che sia stato mandato un direttore di gara troppo giovane rispetto all'importanza della partita.

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Il vulcano dei sentimenti. Le cose di campo, quelle che dovrebbero restare in campo, pure fanno parte del gioco e del folklore. E la filippica contro l'arbitro che "al posto del cuore ha un bidone di immondizia", è privo di "sensibilità" e soprattutto "non capisce un cazzo" non era eccessiva? Non sarebbe forse il caso di ripensarci? La risposta di Buffon è chiara.

Datemi almeno la legittimità di difendere in quel modo esasperato e passionale i miei compagni, quei cinquemila venuti a sostenerci. Anche a costo di macchiare la mia immagine. Lì per lì tu non puoi chiedere a uno che vive lo sport con una pienezza come lo vivo io di accettare, essere equilibrato, perché alla fine, seppur esternando in maniera eccessiva determinati pensieri, questi erano pensieri che avevano una logica, che ridirei, magari con un altro tipo di linguaggio, più civile diciamo. Però rimane che il contenuto di ciò che ho detto lo riconfermo in pieno.

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Roma e Juventus, poteva essere un'impresa memorabile. Il Barcellona eliminato dai giallorossi all'Olimpico al termine di una grande rimonta che ha ribaltato il 4-1 del Camp Nou, la squadra di Allegri che pure era riuscita a rimediare alla sconfitta subita a Torino. Il finale sembrava bellissimo: i top club eliminati, l'Italia che alza la testa e si aggrappa alle prodezze dei club smaltendo in parte l'eliminazione dai playout per il Mondiale. Invece, il destino ha voluto che le cose andassero diversamente.

Avremmo potuto scrivere una pagina di calcio memorabile per la Juve, per l’Italia. La nostra vittoria si sarebbe abbinata a quella della Roma, sarebbe stato qualcosa di incredibile, di pazzesco. Prima di essere juventino io sono italiano – ha concluso Buffon – avevo veramente a cuore il movimento italiano.

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