Ante Rebic rifiuta la maglia di Messi: “Poco rispetto, niente fairplay. Non la voglio”
Ante Rebic è stato il giustiziere dell'Argentina. In calce al 3-0 che la Croazia ha rifilato alla Seleccion c'è anche la sua firma: toccò a lui aprire le marcature sfruttando quell'errore incredibile di Caballero, il portiere che José Mourinho ha irriso dicendo "se ci vado io tra i pali è la stessa cosa". Una serata da incubo per tutta l'Albiceleste incapace di fare gioco, scollata, improvvisata, nervosa e soprattutto distante anni luce da Messi, lasciato da solo alla mercé degli avversari prima contro l'Islanda poi con i balcanici.

La Pulce si gira e s'accorge che alle spalle c'è il vuoto. S'affanna a recuperare palloni, viene risucchiato nell'imbuto degli avversari, si perde nel marasma generale e si deprime. Rebic lo sfilare accanto a sé a fine match e cambia idea… avrebbe voluto chiedergli la maglietta ma ci pensa due volte e lascia perdere. Perché il croato non ha voluto la casacca del dieci blaugrana? A spiegarlo è proprio l'ex calciatore della Fiorentina che punta l'indice contro l'atteggiamento a suo dire poco sportivo da parte di molti calciatori dell'Argentina.
Prima ho pensato di chiedere la maglia di Messi per fare un favore a un mio amico che è suo fan – ha raccontato Rebic in un'intervista al portale goal.hr -. Poi ho cambiato idea… perché l'ho fatto? Non m'è piaciuto l'atteggiamento che hanno avuto gli argentini dopo la partita che avevano perso. Ho avuto una brutta impressione di loro e allora ho deciso che la maglia se la poteva tenere…
La Croazia è già agli ottavi di finale, l'ultimo match del girone contro l'Islanda è una formalità. L'Argentina dovrà battere la Nigeria e sperare che i geyser non facciano risultato coi balcanici. E non le basteranno i trucchi del mestiere per avere la meglio sulle ‘aquile'.
La loro mancanza di fairplay mi ha sorpreso in negativo – ha aggiunto Rebic -. Per non parlare delle loro provocazioni. Bisogna anche saper perdere e congratularsi con i vincitori a fine partita. E loro non lo hanno fatto.