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Fifa World Cup 2018, i Mondiali in Russia

Xhaka e Shaqiri esultano contro i serbi con il gesto dell’aquila. La Fifa può punirli

Battendo la Serbia, la Svizzera ha conquistato tre punti fondamentali e ha ipotecato gli ottavi. I gol li hanno realizzati Xhaka e Shaqiri due giocatori di origine kosovara, che dopo aver segnato hanno fatto il gesto dell’aquila simbolo sulla bandiera del loro Paese. L’esultanza anti serba potrebbe costare caro ai calciatori svizzeri che rischiano la squalifica.
A cura di Alessio Morra
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La Svizzera ha battuto 2-1 la Serbia. Una grande vittoria, ottenuta in rimonta, con il gol decisivo al 90’. Tre punti pesantissimi che di fatto danno, al novanta percento, la qualificazione agli ottavi alla squadra guidata da Petkovic. La scena l’hanno conquistata i goleador Xhaka e Shaqiri, che sono stati protagonisti di un’esultanza che ha scatenato grosse polemiche. Sui social già si litiga, poi molto probabilmente sarà la volta anche delle alte sfere politiche.

Il calcio e la politica spesso si sono incrociati e anche in questi Mondiali è stato così. La Svizzera ha tre giocatori di origine kosovara: Behrami, Xhaka e Shaqiri, che hanno vinto il loro personalissimo derby contro la Serbia. Due di essi hanno segnato e la loro gioia è andata molto al di là di quella per un gol in un Mondiale. Perché sia il giocatore dell’Arsenal che quello dello Stoke hanno esultato con le braccia incrociate sul petto e le mani aperte con il chiaro intento di voler simboleggiare un’aquila: un messaggio chiaro, anzi una vera e propria provocazione perché l’aquila è il simbolo della Grande Albania.

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Ci sono delle motivazioni politiche e personali molto profonde nelle esultanze dei due giocatori che hanno simboleggiato l’aquila bicipite. Ragip Xhaka il papà del giocatore dell’Arsenal è stato detenuto per tre anni e mezzo per motivi politici per aver partecipato a dimostrazioni contro il governo jugoslavo in Kosovo. Quando uscì di prigione emigrò in Svizzera, dove nacquero Granit e il fratello Taulant, che gioca con la nazionale albanese.

Shaqiri è nato a Gjilan, in Kosovo, prima che la sua famiglia si trasferisse in Svizzera nel mezzo delle tremenda guerra dei Balcani. Il conto dell’ex Inter con la Serbia è aperto da tempo. Prima di volare in Russia ha scelto di mettere la bandiera del suo paese d’origine sugli scarpini. In Serbia si arrabbiarono in tanti, compreso Mitrovic, autore del gol del momentaneo 1-0. Il giocatore non ha voluto gettare ulteriore benzina sul fuoco nel dopo partita: “La mia esultanza? Preferirei non parlarne, ero molto emozionato dopo aver segnato”.

Queste esultanze possono costare carissimo ai due giocatori. Perché la Fifa potrebbe multare o addirittura squalificare Xhaka e Shaqiri, e la perdita sarebbe pesantissima per la nazionale svizzera. Il massimo organismo del calcio osteggia da sempre ogni tipo di messaggio, riferimento o esultanza di stampo politico.

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