Triste, solitario y final: Napoli e Benitez al capolinea
Nonostante la ‘nuttata' sia passata, a Napoli c'è ancora bufera per la sconfitta con relativa eliminazione della squadra di Rafa Benitez, sorpresa a domicilio da una delle formazioni più in forma del campionato. La delusione rimediata contro la Lazio ha allargato la crepa che già si era aperta nei giorni scorsi tra società, tecnico e tifoseria. Reduce da 3 sconfitte e due pareggi in campionato, sesto in campionato e lontano dal secondo e terzo posto, fuori in Coppa Italia e con la sola Europa League da giocare (tra l'altro contro il temibile Wolfsburg, già giustiziere dell'Inter di Roberto Mancini), Benitez deve ora affrontare la crisi più profonda da quando è sulla panchina napoletana. Una crisi nata dagli errori clamorosi della notte del 26 agosto scorso, quando a Bilbao il tecnico schierò una difesa azzurra a dir poco imbarazzante, perdendo gara, faccia e, soprattutto, la possibilità di giocare in Champions League.
Le evidenti colpe di un allenatore che, nel recente passato, ha dimostrato di essere in confusione, di avere il nervo scoperto e di gestire male la rosa messagli a disposizione, andrebbero analizzate tenendo in considerazione anche i ‘peccati' della società e del presidente De Laurentiis (anch'egli molto nervoso), qualche errore arbitrale (che non può trasformarsi in alibi), un po' di sfortuna e la mancanza di cattiveria sotto porta in alcune partite giocate decentemente (vedi, ad esempio, contro la Roma). Resta comunque il fatto che, al netto delle ‘attenuanti', Rafa Benitez ha clamorosamente fallito anche questa volta. Come nella precedente esperienza interista, lo spagnolo ha dimostrato di non essere un allenatore adatto al nostro campionato, di soffrire (nonostante un aplomb davvero encomiabile) la pressione mediatica e le richieste della tifoseria, di patire eccessivamente il rapporto con chi comanda (ieri Moratti, oggi De Laurentiis), di non ‘arrivare' abbastanza al cuore e alla testa dei giocatori ma, anzi, di essere in conflitto con alcuni di loro (ieri Materazzi e Stankovic, oggi Hamsik, Mertens e Higuain) e, soprattutto, di non poter competere per vincere le scudetto.
Già, perché a Napoli quello stanno aspettando. E' da molto tempo. Supercoppa italiana e Coppa Italia scaldano il cuore dei tifosi di Fuorigrotta quanto quello degli interisti dopo aver vinto il Mondiale per Club contro il Mazembe nel 2010 e salutato mestamente l'uomo "speciale" del Triplete. In questo campionato, la squadra di Benitez ha incantato di rado, giocando bene alcune partite contro le grandi e crollando incredibilmente con le piccole. Al ‘San Paolo' allenatori come Corini, Iachini, Zeman, Sarri e Reja, sono stati capaci di fermare lo squadrone azzurro, di spaventarlo fino al novantesimo e, in alcune situazioni, di far vedere al tecnico spagnolo il calcio da una diversa prospettiva. La sconfitta contro il Chievo e i quattro pareggi strappati con i denti con Palermo, Cagliari, Empoli e Atalanta, sono la testimonianza di una stagione fallimentare e di un'utopia tricolore. L'impressione è che alcuni giocatori, se non tutti, non credano più nel progetto di un tecnico che (come appare ai più) ha già deciso di lasciare la città. Il rischio, inoltre, è quello di perdere uomini simbolo di questo Napoli (Higuain, su tutti) in caso di fallimento e di mancato accesso alla prossima Champions League.
Il fallimento arrivato contro la Lazio, e la relativa furia del presidente De Laurentiis che ha ordinato il ritiro punitivo ad oltranza, sono le conseguenze naturali di un torneo nel quale Benitez ha faticato più del previsto negli ottavi di finale con l'Udinese (vittoria ai rigori) e nei quarti con l'Inter (match deciso in pieno recupero, grazie al regalo della difesa di Roberto Mancini). In attesa di volare in Germania per l'andata di Europa League, ora l'undici azzurro se la vedrà con un altro cliente scomodo, guidato tra l'altro da un allenatore campano molto stimato e tra i ‘papabili' per la successione di Benitez. Aurelio De Laurentiis, dopo aver definito ‘squallido' lo spettacolo visto in campo contro la Lazio, ora chiede a gran voce la Champions League. Che arrivi grazie al piazzamento in campionato (difficile) o che arrivi dalla vittoria dell'Europa League (molto difficile), poco importa. Il patron, per chiudere positivamente questa disgraziata stagione, vuole giocarsi le sue chance nel prossimo torneo continentale più importante, ripartire con un nuovo progetto e, soprattutto, con un nuovo allenatore.