Totti e il mestiere di crescere: il Francesco marito e padre
Una vita sotto i riflettori. Una privacy mantenuta e difesa, sotto i riflettori. Il Francesco Totti figlio di Roma e della romanità, figlioccio sportivo di Mazzone che vedeva solo lui e di Zeman, diventato marito e padre si riscopre innamorato, geloso, maturo. “È normale che ci si evolva. Siamo cresciuti insieme” ha detto Ilary Blasi alla Gazzetta dello Sport, ormai ex media partner della Roma, nell'intervista di cui si è parlato soprattutto, e non sempre a proposito, dell'”uomo piccolo” rivolto a Spalletti per la gestione del “caso Totti” dopo l'intervista dell'anno scorso alla Rai, e non giudizio generale sulla persona del tecnico. “Adesso per lui si sta per chiudere un ciclo, siamo giunti quasi al capolinea. Non solo perché finisce di giocare al calcio – se non è questa stagione, sarà la prossima – ma perché dovrà iniziare un’altra vita. Certo, quella adrenalina lì sarà difficile ritrovarla. Francesco in questi anni ha pensato solo a giocare, adesso deve prendere in mano le redini di ciò che si è creato. È più consapevole che sta per cominciare la vita da grandi”.
L'amore con Ilary – Quando si sono conosciuti, raccontava nel 2008 a Vanity Fair, Francesco era diverso, “un timido, un ipersensibile diffidente, un gelosone. Totti mica l'ho trovato così: ci ho lavorato sopra, era un uomo del secolo scorso”. Si incontrano in un pub, a gennaio del 2002. Anche Ilary, da sempre positivamente egocentrica (“Ho sempre pensato prima a me perché solo così poi sono in grado di amare davvero gli altri”), orgogliosa della sua personalità e delle sue libertà, si fida poco. La sorella le presentaIl Francesco, spiega, ma si salutano dopo quasi mezz'ora. Ilary è nervosa, ha appena perso il cellulare, ma la resistenza dura un paio di mesi. “ Mi irritava l'idea che potessi essere uno sfizio. Francesco mi piaceva, ma non volevo dargli soddisfazione. Lui è stato molto bravo, mi ha sempre cercata, ma con messaggini semplici, niente di compromettente. Comunque non ci sono mai uscita da sola prima del derby del 10 marzo”.
6 unica – È il giorno del 5-1, della quaterna di Montella e della maglia “6 Unica” che Totti sfodera dopo il quinto gol. Spiega che è un messaggio per la curva, per la squadra. Ma Ilary rivendica invece quella dedica per sé. Al di là delle parole, però, sono i fatti che contano: e i fatti dicono che proprio in quel periodo Totti e Ilary vanno a vivere insieme.
Il matrimonio – Per la prima volta, Totti lascia la casa dei genitori, l'appartamento di via Vetulonia. La camera condivisa con il fratello Riccardo, il primo pallone, un Mikasa a pentagoni neri ed esagoni bianchi, gli amici di sempre (Diego e Angelo con cui scavalcava le ringhiere della scuola Manzoni per andare a giocare nel cortile) diventano come il passato in una fotografia, virata seppia. Il Totti goloso e timido si sposa in diretta tv su Sky Tg 24 il 19 giugno 2005, con i proventi dell’esclusiva dati in beneficenza. “Non un semplice battimani ma una standing ovation saluta il capitano della Magica e l’ex miss cinema Lazio, come se si fosse accesa di colpo l’insegna luminosa con scritto applausi. Sacro e profano si mescolano. Il Vangelo secondo Matteo e gli stacchetti con le veline. Scambiatevi il segno della pace e il cellulare che squilla. Confesso a Dio Onnipotente e Mo’ je faccio er cucchiaio” scrive Laura Laurenzi nel suo libro Il giorno più bello.
Rapporto profondo – Ilary sceglie la separazione dei beni, racconta Silvia Fumarola su Repubblica. Una libertà, quella di non vivere all'ombra di qualcun altro, di non cercare la scorciatoia della luce riflessa, che Ilary ha difeso da subito. "La libertà? È necessaria a tutte le età, anche ora. Se io non ho degli spazi per me stessa impazzisco. Francesco finalmente lo capisce, non si arrabbia più. o e Francesco siamo riusciti a crescere insieme e devo dire che oggi abbiamo un rapporto più profondo, ci conosciamo di più e stiamo ancora meglio vicini.".
Cristian e il peso di essere Totti – Si divertono ancora Francesco e Ilary, una festa monumentale al castello di Tor Crescenza nell'orizzonte immediato, un futuro senza calcio nel medio-lungo periodo, il primogenito Cristian che già fa intravedere una certa confidenza col pallone. E chissà che non possa smentire l'adagio per cui il talento, nel passar di padre in figlio, finisca spesso per saltare una generazione. “Consigli non me li chiede anche perché spero che possa fare un altro lavoro” diceva. “Il cognome è un po’ troppo pesante, non deve essere semplice”. “Non è giusto caricare un bambino di aspettative” ha spiegato Ilary alla Gazzetta a proposito delle attenzioni che già si moltiplicano intorno alle piccole prodezze di Christian. “Per lui il calcio è un gioco e si deve solo divertire. Paga solo il cognome. Se ne avesse avuto un altro, non se lo filava nessuno”.
Isabel – L'ultima nata, Isabel, ha ancora pochi mesi. È venuta alla luce alle 19.40 del 10 marzo 2016 alla Mater Dei di Roma, e Francesco, che ha assistito al parto, fino all'ultimo “non capiva se fosse maschio o femmina perché il cordone ombelicale non lo faceva vedere”. Insieme, hanno deciso di battezzarla nella chiesa di Santa Maria in Domnica, in via della Navicella, accanto al quartiere di San Giovanni, vicinissimo al Circo Massimo, dove ha festeggiato l'ultimo scudetto della Roma e l'ultimo titolo mondiale dell'Italia, dove vorrebbe tornare per la festa di addio al calcio.
Chanel – La secondogenita, Chanel, era sulle prime pagine già prima di nascere: è la prima volta, da che si ricordi, che a un neonato veniva imposto il nome di una marca. L'artefice della scelta stravagante è la mamma di Ilary, Daniela Serafini, che ha battezzato la figlia più piccola Melory. Chanel, ha detto Ilary, sogna di diventare “veterinaria. Casa nostra è uno zoo: abbiamo un cane, due gatti, un coniglietto, ora arrivano le tartarughe, nel periodo estivo i pappagalli. Insomma, mia figlia è la Brigitte Bardot dell’Eur”. Ma lo spazio, nel superattico della torre Eurosky, il primo grattacielo di Roma, non manca di certo.
Il mestiere di crescere – Tra l'amore che tira e un padre che predica ancora adesso come il fratello fosse più forte di lui, il Totti papà consente ai figli di crescere in un universo differente dal suo, lontano come abitudini più che come geografia dal flipper del bar Lustri e dallo sgabello che il proprietario Bruno gli metteva sotto i piedi, dalla pista delle macchinine elettriche e dal Commodore 64.
In fondo, comunque, Francesco è rimasto il ragazzino timido che era, anche da uomo, anche da padre. “Sono emozioni differenti da tutte le altre. Emozioni vere che solo un papà può conoscere. Vedere la nascita di un figlio rimarrà per sempre. È il tuo sangue e sono sensazioni positive e molto belle” raccontava. “Il primo è un’emozione più forte. Il secondo e terzo grandissima. ma alla fine è lo stesso. Non c’è differenza, hanno tutti lo stesso amore e c’è la stessa voglia di farli crescere nel migliore dei modi”. Un padre marinaio, Francesco, con un oceano verde dietro le spalle. Un padre che conosceva le città, partito il mese di febbraio di mille mesi fa. In mezzo al canto delle sirene i “piccoli Totti” lo saranno.