Torino-Napoli, risultato e pagelle commentate della quinta giornata di Serie A
Il Napoli, come ormai accade da sei anni, se si eccettua l’1-0 del marzo 2015, batte il Torino, mette in scena, specie in avvio, una gara solidissima, risolve il problema del gol e si porta, almeno momentaneamente, in testa con la Juventus capolista. Insomma, il lunch match, sponda azzurra, è stato un autentico toccasana con un paio d’ore che rispediscono al mittente le polemiche, i dubbi e le incertezze post-Belgrado dando la giusta spinta ad una squadra, attesa, nei prossimi giorni, dalla partita casalinga di mercoledì contro il Parma e dal grande appuntamento di Torino, contro la ‘Vecchia Signora’ di sabato 29.
Dall’altro lato, il Toro, dopo le buone prove contro Udinese, Spal e Inter, specie in avvio di gara, compie un paio di passi indietro sul piano della prestazione con un primo tempo davvero rivedibile. Da salvare però, l’ottima reazione della ripresa, la grinta di molti suoi uomini chiave e le qualità di molte sue individualità.
Insigne al top, l’esperimento punta funziona
Alla vigilia del match Ancelotti, come da tradizione, mescola le carte e, in previsione dei prossimi impegni, decide di attingere a piene mani al turnover. Quattro cambi rispetto alla sfida contro la Stella Rossa con però, dei pilastri fondamentali, quasi dei dogmi, a cui non poter rinunciare: Koulibaly e Albiol ma, soprattutto, Insigne lì davanti. Già, il #24, lo scugnizzo azzurro che, nella nuova veste di punta accentrata, di attaccante in appoggio al bomber, al panzer in mezzo, si trova come un topo nel formaggio.
E lo dimostra, dopo le contese contro Fiorentina e Stella Rossa, anche oggi a Torino col gol del vantaggio sì ma anche con le tante giocate, le tante trame, i tanti ricami messi insieme, in piena sintonia con Mertens, a testimoniare l’avvenuto adattamento nella nuova posizione con i difensori granata, da N’Koulou a Izzo a Moretti, in crisi ad ogni guizzo del talento napoletano. Un guizzo, dopo il 2-1 del ‘Gallo’ Belotti, ancora più decisivo al 58’ per un 3-1 che, dopo la reazione granata, tranquillizza Ancelotti e i suoi. Trascinatore.
È guerra sulla sinistra: Verdi punge. Berenguer reagisce, Luperto in difficoltà
Sulla corsia mancina, invece, il Napoli pare costruire, un po’ come accadeva anche con Sarri, ma con uomini diversi, i suoi 3 punti. E infatti, proprio in quella particolare zona del campo provengono, specie nel primo tempo, i primi due gol degli azzurri.
Dapprima, puntuale, arriva la rete di Insigne, su cross basso di Luperto in proiezione offensiva nel ruolo di terzino e poi, la perla di Verdi (alla sua prima, vera gara col Napoli) che, partendo proprio dalla sinistra e poi convergendo, su assist di Mertens, realizza il punto del 2-0. Il tutto, contro un Izzo e soprattutto un Berenguer, nella prima parte del match, in totale balia del tandem campano e di un Napoli nettamente più forte e voglioso durante i primi 45 giri di orologio.
Nella ripresa però, lo spagnolo riesce ad avere la meglio in qualche duello individuale contro il giovane Luperto trovando, al 50’, il penalty, poi trasformato da Belotti (rete numero 50 per lui in A col Toro), che riapre il match.
4-4-2, ma non solo il Napoli è camaleontico
Il nuovo Napoli di Ancelotti sembra avere interiorizzato una veste tattica precisa: il 4-4-2. Ma si sa, i numeri, vanno interpretati e dispongono, specie in mezzo al campo, di una fluidità che, talvolta, esige una spiegazione chiara. E sì perché al netto di questo impianto di gioco, gli azzurri sul rettangolo verde hanno messo in scena differenti tipologie di 4-4-2 realizzando, con precisi movimenti, delle piccole ma utilissime variazioni.
In fase di non possesso, il 4-4-2, talvolta, diventa 4-5-1 con Insigne, o a turno Mertens, più indietro a copertura quasi a uomo su Meité; in fase d’attacco, il 4-4-2 diventa un 4-3-3 con Verdi più alto e Callejon quasi bloccato sulla linea dei centrocampisti insieme con Rog e Hamsik a coprire eventuali capovolgimenti di fronte e, infine, sempre in sede di costruzione, di impostazione di gioco, il predetto 4-4-2 diventa 4-2-3-1 con Callejon e Verdi alti sulle fasce e Insigne, subito dietro il #14 belga Mertens.
Insomma, un modulo preciso di base c’è ma la sua applicazione, a gara in corso, cambia e diventa esiziale per sfruttare al meglio le caratteristiche di ogni singolo uomo che compone la rosa napoletana.
Mertens, non segna ma è prezioso: il suo pressing è vitale. Belotti ci prova
Non segna, dribbla poco, mette insieme pochi spunti ma, allo stesso tempo, è prezioso come pochi. Parliamo del belga Mertens che, pur non riuscendo a trovare la rete, la sua seconda realizzazione dopo quella col Milan, oggi, mostra ancora una volta la sua straordinaria importanza nell’economia globale del gioco, del nuovo gioco ancelottiano.
Il suo, difatti, è il primo pressing che il Napoli porta contro gli avversari granata (strappa lui la palla a Izzo per il gol del 3-1) con i suoi movimenti, poi, specie ad allargare il terzetto avversario, come grimaldello per creare spazi a Insigne, Verdi o Callejon e per scardinare il pacchetto arretrato del Toro con un assist, 3 passaggi chiave e 2 grandi occasioni create come biglietto da visita di una partita, al di là della mancata segnatura personale, da incorniciare. Dall’altra parte, invece, nel duello a distanza fra le punte centrali, Belotti, risponde come sa, con le sue solite armi fatte di garra, voglia, intensità e, pure, di gol, quello dell’1-2, che riapre la gara e gli consente di raggiungere quota 50 firme in A col Toro divenendo il nono marcatore all-time della storia dei piemontesi.
Tabellino e voti
Napoli (4-4-2) #25 Ospina 6; #23 Hysaj 6, #33 Raul Albiol 6.5, #26 Koulibaly 6.5, #13 Luperto 6+ (Dal 74’ Maksimovic 6); #7 Callejon 6.5, #30 Rog 6.5 (Dal 59’ Allan 6+), #17 Hamsik 6.5, #9 Verdi 7- (Dal 54’ Zielinski 6+); #24 Insigne 7.5, #14 Mertens 6.5. A disposizione: #27 Karnezis, #22 D'Andrea; #2 Malcuit, #6 Mario Rui, #19 Maksimovic; #5 Allan, #42 Diawara, #20 Zielinski, #8 Fabian Ruiz; #99 Milik. Allenatore Carlo Ancelotti 7
Torino (3-5-2) #39 Sirigu 5.5; #5 Izzo 5-, #33 N'Koulou 5.5, #24 Moretti 5; #34 Aina 5.5 (Dal 77’ Parigini s.v.), #8 Baselli 6- (Dal 86’ Edera s.v.), #88 Rincon 5.5, #23 Meité 5.5 (Dal 62’ Soriano 6-), #21 Berenguer 6.5; #9 Belotti 6.5, #11 Zaza 6. A disposizione: #1 Ichazo, #25 Rosati; #30 Djidji, #36 Gleison #29 De Silvestri, #99 Ferigra; #6 Soriano, #7 Lukic; #27 Parigini, #20 Edera, #19 Damascan. Allenatore Walter Mazzarri 5.5