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Tavecchio: la vergogna varca i confini europei, anche la Fifa “stanga” il presidente della Figc

La deprecabile frase sui “mangia banane”, costa cara al numero uno del nostro calcio. La Federazione internazionale ha esteso la squalifica, già inflitta dall’Uefa, vietando a Tavecchio “alcun incarico in qualità di rappresentante della Fifa”.
A cura di Alberto Pucci
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La pessima figura del calcio italiano, varca ufficialmente i confini continentali. Il caso "Optì Poba", dopo essere arrivato anche sulla scrivania di Sepp Blatter, ha generato l'ennesima punizione per Carlo Tavecchio: dal 7 ottobre, inibito a "ricoprire alcun incarico in qualità di rappresentante della Fifa". L'estensione della squalifica dell'Uefa, dopo l'ormai celebre (e infelice) dichiarazione rilasciata in una conferenza stampa dello scorso luglio, in piena campagna elettorale ("L’Inghilterra individua i soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare. Invece noi in Italia diciamo che Optì Pobà è venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così"), non è piaciuta neanche ai vertici dell'organizzazione internazionale che hanno "stangato" il presidente della Figc, citando l'articolo 3 dello statuto Fifa ("che proibisce espressamente ogni tipo di discriminazione per motivi di razza, colore della pelle, etnia, nazione, estrazione sociale, genere, lingua, religione, appartenenza politica, ricchezza, nascita o orientamento sessuale").

Contro il razzismo – Il cartellino rosso mostrato a Tavecchio, anche dalla federazione internazionale, è l'ennesima macchia difficilmente cancellabile, per il nostro movimento calcistico. La presa di posizione e le scuse del presidente della Figc, non sono servite per ammorbidire la posizione della Fifa che, anzi, continua a combattere il fenomeno del razzismo con pene esemplari e pesanti e lavorando a fianco delle varie federazioni per "educare e ispirare un messaggio di uguaglianza e rispetto". Rassicurata dalla successiva frase di Tavecchio ("Poche persone hanno fatto quello che ho fatto io per il terzo mondo"), soltanto la Figc è rimasta impassibile di fronte all'uscita di quello che poi, a discapito dell'outsider Demetrio Albertini, è diventato (quasi all'unanimità) il numero uno del nostro calcio. Il comunicato ufficiale della Fifa, arrivato nelle ore scorse, rende così giustizia a chi si è sentito (giustamente) offeso e getta ulteriore fango sul calcio italiano: già penalizzato da disastri economici e gestioni societarie quantomeno discutibili.

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