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Stramaccioni sì, Stramaccioni no: l’Inter deve decidere

Nella imbarazzante stagione nerazzurra è difficile stabilire la percentuale di colpe dell’allenatore. Tra i tanti infortuni, una preparazione iniziata anzitempo, errori arbitrali e sfortuna nessuno in casa Inter ha voglia di condannare Stramaccioni. Ma il futuro oggi è solo un’ipotesi.
A cura di Alessio Pediglieri
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Andrea Stramaccioni Inter

"Voci sul mio esonero? Non me ne frega niente, io sto dando il cento per cento, come i miei giocatori. Siamo uniti, è una stagione maledetta. Noi quando siamo stati tutti abbiamo battuto chiunque. Credo che se la Roma stasera avesse giocato senza Totti, Lamela e Destro avrebbe fatto fatica come noi. Futuro in bilico? Per me potete fare tutti i nomi di allenatori che volete, tanto voi li fate tutti poi loro rinnovano e ne fate un altro. Noi aiutiamo gli allenatori a rinnovare. Ripeto, io fino al 30 giugno darò il massimo". Non si può che iniziare dalla fine, dalle parole di Stramaccioni a fine della semifinale di Coppa Italia attorno al toto allenatore nerazzurro.

Zeru tituli – E' una situazione difficile a dir poco quella nerazzurra: fuori da tutto e con una squadra a pezzi. Ma quanto ha inciso la guida tecnica di Stramaccioni? A sentire tutti i protagonisti dell'annata interista poco o nulla. Il diretto interessato continua a fare spallucce davanti alle costanti domande sul proprio futuro. La verità non la nemmeno lui. Dopotutto l'unica certezza è che questa è stata davvero una stagione maledetta. Tantissimi infortuni uniti ad una preparazione iniziata a metà luglio per i preliminari di Europa League e una coperta che di mese in mese è diventata sempre più corta. Stramaccioni finchè aveva tutti gli uomini a propria disposizione più di un qualche cosa di buono l'aveva fatto vedere, confermando l'intuizione presidenziale di averlo in prima squadra. L'acme è stato il successo alla Juventus Stadium, poi il buio. Un black-out prolungato, in cui il tecnico romano non ha più potuto gestire il gruppo che gli era stato affidato, per le troppe assenze.

Stramaccioni sì, Stramaccioni no – Così, il declino. Costante e incessante. Inter lontano dai sogni scudetto; Inter eliminata agli ottavi di Europa League; Inter fuori dalla Coppa Italia; Inter, oggi, lontana anche da un posto per l'Europa del prossimo anno. Un disastro. Ma che per una volta non ha come principale colpevole il tecnico. Del suo esonero a orologeria se ne è parlato e se ne parlerà ancora a lungo fino a fine stagione. Forse non guiderà l'Inter 2013-2014 ma è troppo presto per saperlo. Anche perchè i segnali che arrivano da Moratti sono contraddittori: mai prima d'ora, il presidente si era così impuntato nel difendere un tecnico davanti a risultati inesistenti. Stramaccioni racconta di essere stato interpellato per gli acquisti che l'Inter sta ultimando (Laxalt, Icardi, Andreolli, Campagnaro, Botta) e con il tecnico romano si sta studiando la preparazione alla "Champions" estiva, il Guinness International Championship Cup in giro per gli USA il prossimo luglio. Tutti elementi che portano a pensare ad un rinnovo contrattuale. Così i vari Mihajlovic, Zenga, Lucescu, Donadoni, Tite possono e devono attendere. Nell'Inter poco o nulla al momento sta funzionando eppure si predica calma e pazienza, virtù nuove in casa Moratti. Non si ha intenzione di buttare via tutta l'acqua sporca col bambino dentro. Imparando dagli errori di un passato fin troppo recente…

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