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Sono Arnautovic e vi faccio secchi. Ma non chiamatemi Ibra

L’ala sinistra dello Stoke City è il calciatore del momento in Premier League. In Italia arrivò all’epoca dell’Inter di Mou ma era troppo giovane e nella Milano da bere gli ‘girava la testa’. Adesso l’ha messa a posto e con le sue reti ha castigato i grandi manager del campionato. Il Psg lo ha messo nel mirino per gennaio offrendo 10 milioni di euro.
A cura di Maurizio De Santis
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Come Ibrahimovic. Arnautovic ci ha messo un po' per togliere quella scomoda etichetta che la critica gli aveva cucito addosso per i tratti somatici e per il look che lo assimilano allo svedese. Sarà anche per questo che dalla Francia il Paris Saint-Germain ha puntato i riflettori su di lui tenendosi pronto – secondo le ultimissime news di calciomercato dei tabloid – a rilanciare di 10 milioni di euro così da portarlo sotto la Torre. Marko, 26 anni, ala sinistra austriaca dello Stoke City, vuole essere solo se stesso: un talento esploso in ritardoma pronto a stupire, un genio ribelle più che incompreso, il calciatore di 19 anni catapultato dai pascoli e dalle vacche di Enschede alla Milano da bere, quella che non dorme mai, quella dei ristoranti e delle belle donne, quella della Fashion Week. Per lui che era abituato alla calma piatta di Twente fu come trovarsi sull'ottovolante, a bordo della giostra di campioni, nel luna park dello Special One. Roba da capogiro.

Pendolino. Le discese ardite e le risalite sono il marchio di fabbrica dell'esterno d'attacco che i ‘The Potters' – la terza squadra più antica del mondo dopo Notts County e Sheffield – hanno scelto per scalare la Premier. Sei gol, 2 assist, 21 partite giocate finora con licenza di colpire e affondare. Hughes lo ha lasciato libero di fare scorribande sulla corsia mancina, azioni da guerriglia per creare scompiglio nelle difese avversarie. In campionato come in nazionale, il codino di Arnautovic che spunta all'orizzonte è il segnale che qualcosa sta per accadere… Può essere devastante, decisivo: lo è stato anche per l'Austria che ha trascinato alla qualificazione verso l'Europeo in Francia.

Ammazza-grandi. Un cazzotto nello stomaco di Mourinho e poi un colpo da ko rifilato a van Gaal. Chelsea e Manchester United spediti all'inferno. Arnautovic li ha castigati alla sua maniera, la ciliegina sulla torta è stata la rete segnata contro i Red Devils: una cannonata sparata d'interno collo destro che ha sentenziato il manager olandese dopo aver dato una spallata al portoghese incrociato alla Pinetina. "Non hi mai sentito miei i trofei del ‘triplete' – ha raccontato di recente al ‘Kurier' -. Allora ero estraneo al gruppo portante della squadra, non mi sentivo coinvolto". Ora ha messo la testa a posto, di Mario Balotelli (suo compagno di merende ai tempi dell'Inter) nemmeno se ne ricorda e in Inghilterra s'è fatto un nome proprio come aveva sperato a Milano. "Mou mi promise anche un contratto poi lasciò i nerazzurri e volò a Madrid". Oggi come allora, ironia della sorte.

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