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Arnautovic e l’Inter: “A Milano tra ristoranti e belle donne”

L’attaccante austriaco dello Stoke City Arnautovic ha ricordato la sua esperienza all’Inter: “Fu difficile passare dalle mucche al pascolo di Enschede alle belle donne di Milano”, e ha detto di non sentire sua la Champions del 2010: “Anche se figuro tra i vincitori della Champions League del 2010, ma non lo sono effettivamente”.
A cura di Alessio Morra
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Marko Arnautovic arrivò all’Inter giovanissimo, sembrava dovesse raccogliere l’eredità dei fenomeni che aveva Mourinho, ma a Milano le cose non sono andate benissimo. Oggi per l’attaccante tutto è cambiato. Arnautovic è uno dei cardini dell’Austria che si è qualificata per l’Europeo e veste la maglia da titolare dello Stoke City, che nell’ultimo turno di Premier League ha sconfitto 1-0 il Chelsea di Mourinho proprio grazie a un suo gol. Nella sua carriera l’ex del Werder Brema ha vinto la Champions League nel 2010, ma in un’intervista al ‘Kurier’ l’austriaco ha svelato di non sentirsi un autentico Campione d’Europa: “Sono stato importante nella qualificazione dell’Austria al prossimo europeo. Quando ero all’Inter sono stato spesso infortunato, mi sono capitati problemi che non avevo mai avuto prima. Anche se figuro tra i vincitori della Champions League del 2010, ma non lo sono effettivamente. Non credo nemmeno di essermene andato via troppo presto. Quando arrivai dal Twente mi trovai subito di fronte gente come Sneijder, Milito, Eto’O e Stankovic. Mi è piaciuto ma ho pensato allo stesso tempo che non avrei trovato spazio”.

Arnautovic con grande franchezza ha dichiarato che il passaggio a Milano gli ha creato grossi problemi. Perché nel suo paesino austriaco era circondato da mucche, quando è diventato calciatore nerazzurro invece è entrato in un mondo dorato: “Quando vivevo ad Enschede le mie vicine di casa erano le mucche al pascolo. Quando sono arrivato a Milano mi sono trovato invece nel bel mezzo della Fashion Week, c’erano tanti ristoranti e tante belle donne. Avevo 19 anni e nessuna fidanzata, motivo per il quale pensai che siccome non sapevo cosa avrebbe potuto succedermi dovevo necessariamente tentare di farmi un nome. Per fortuna adesso ci sono riuscito”.

Il ventiseienne attaccante ha parlato anche del proprio rapporto con Mourinho, con cui ebbe degli alti e bassi: “A metà della stagione con l’Inter dissi tra me e me che dovevo fare qualcosa e iniziai ad allenarmi al meglio. Mourinho mi regalò il suo orologio perché una volta arrivai in ritardo a un allenamento e a quello successivo arrivai con 4 ore di anticipo. Mou mi promise anche un contratto prima di lasciare l’Inter e di andare a Madrid”.

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