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Segna più di Icardi e Belotti, perché Mancini non pensa a Caputo?

Dopo 118 gol in 300 partite in Serie B, Francesco ‘Ciccio’ Caputo da Altamura si è confermato anche al piano di sopra raggiungendo la doppia cifra. E’ sulle sue reti che l’Empoli conta per conquistare la salvezza. A 32 anni, dopo Quagliarella, può ancora esserci una chance anche per lui in Nazionale?
A cura di Mirko Cafaro
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Uno degli assunti più accreditati del mondo del calcio è che gli attaccanti abbiano bisogno di più tempo per maturare. Sufficiente dare un'occhiata alla storia recente per dare sostanza al precetto: da Toni, campione del mondo a 29 anni e capocannoniere della serie A a 38, a Di Natale, che ha inserito le marce alte dopo i 30, sino a Hubner, miglior marcatore con Trezeguet a 36 "primavere". Proprio la storia dell'ex attaccante di Cesena, Brescia e Piacenza ricorda da vicino quella di un protagonista dell'attuale serie A: Francesco Caputo.

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Ciccio da Altamura meglio di Maurito, del Gallo e di Dzeko

La punta, classe '87 originaria di Altamura (in provincia di Bari), è il faro dell'Empoli impegnato nella complicata lotta salvezza. Proprio una sua doppietta nell'ultima giornata ha permesso di pareggiare i conti con il Chievo e di respingere l'assalto in classifica, oltre a portare il bomber pugliese a quota 11. Un rendimento costante e un fatturato che gli ha permesso sin qui di mettersi in scia ai principali marcatori del nostro campionato, ma soprattutto di tenere alle sue spalle gente del calibro di Icardi (9), Manduzkic e Mertens (8), Belotti (7), Higuain (6), per non parlare di Dzeko (4) e Dybala (2).

Attaccante ‘di categoria'

Un exploit che per gli appassionati di serie B poteva sembrare scontato, ma proprio la continuità ottenuta al piano di sotto aveva appiccicato addosso a Caputo la scomoda etichetta di "attaccante di categoria". Del resto il suo palmares è un monumento alla continuità nella cadetteria: 10 gol in 27 partite al Bari nella stagione d'esordio, a 21 anni, conclusa con la promozione in A (Conte in panchina), quindi 6 con la Salernitana nel 2009/2010, la serie A assaggiata nel 2010 ancora in biancorosso (13 gare, 1 centro) e poi soltanto B con la maturazione definitiva raggiunta a partire dal 2012/2013 quando – ad eccezione di un intero campionato saltato per squalifica – ha sempre trovato la doppia cifra: 17 e 13 con il Bari, 17 e 18 con l'Entella, fino ai 27 dello scorso anno ad Empoli con annessa altra promozione in A.

Fantamedia da top

La partenza sprint di quest'anno, quindi, ha subito sgombrato il campo dai dubbi sulle sue potenzialità anche al piano di sopra. Il barese si è confermato attaccante in grado di giocare con un'altra punta vicino (l'esempio di Donnarumma dello scorso anno, o a tratti anche di La Gumina in questo campionato), ma anche di far reparto da solo con due esterni a suo supporto, o due costruttori di gioco sulla trequarti (Bennacer o Krunic e, prima della partenza, anche Zajc). Tra le sue vittime, alcune big come Juventus, Napoli e Milan, ma anche un importante contributo nelle sfide salvezza con Cagliari (gol all'esordio), Sassuolo, Udinese, Spal, Bologna e appunto Chievo. Per lui anche tre assist e una fantamedia del 7,5 che sarebbe potuta essere anche più elevata, insieme al bottino di gol, senza gli errori dal dischetto contro Roma e Atalanta.

Ha segnato 118 gol in 300 partite

Insomma un attaccante che, a 32 anni e forte di 118 gol realizzati in 300 partite al piano di sotto, ha confermato a se stesso e agli altri di poter stare e bene anche in mezzo ai grandi della nostra serie A. Il prossimo passo? Magari una chance anche dal ct Roberto Mancini. Il tecnico della Nazionale, sin dal suo arrivo in azzurro, ha voluto imprimere un'energia nuova al gruppo, dimostrando coraggio nel lancio di giovani promettenti (è il caso delle convocazioni di Zaniolo e Tonali) e nell'apertura di credito nei confronti di tutti. E se all'inizio dell'avventura del Mancio in panchina c'è stata un'occasione anche per Lasagna, fermo a tre reti e con una carriera per certi versi di minore cabotaggio rispetto a Caputo, perché non offrire una chance anche al bomber dell'Empoli? Con Quagliarella offrirebbero l'esperienza giusta per contribuire a far crescere la rosa e in più rappresenterebbe anche un bel messaggio da offrire a tutti i potenziali azzurri di oggi e di domani.

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