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Saul, Lemar, Thomas, Rodri: i gioielli dell’Atletico Madrid, 4 assi da 240 milioni

Contro il Getafe, Simeone li ha fatti giocare tutti e quattro in un centrocampo ibrido: non in linea, non a rombo. Rodri, l’erede di Gabi, tiene l’equilibrio. Lemar e Saul Niguez, creano gioco dalle fasce e occupano gli spazi di mezzo. Partey ci mette corsa, pressing, energia con e senza palla. Juventus, ecco cosa ti aspetta in Champions League.
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Quattro assi di un colore solo. Anzi due, bianco e rosso. Contro il Getafe, Diego Simeone ha schierato l'intero quartetto d'archi del centrocampo dell'Atletico Madrid: Lemar, Rodri, Thomas e Saul Nuguez. Insieme secondo Transfermarkt, valgono 240 milioni. Sono loro ad alimentare il Piccolo Diavolo Griezmann e la sfida alla Juventus per gli ottavi di Champions League.

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Lemar, la mossa del cavallo

Dopo la vittoria in Coppa del Mondo, Lemar ha superato Antoine Griezmann. Ventitrenne di Guadalupe, dove ha affinato tecnica e controllo di palla, è l'acquisto più costoso nella storia dei Colchoneros. Un esterno sinistro che tende ad accentrarsi per scamviare nello stretto, portato a stare nel vivo del gioco e nella zona della palla, nel 2016-17 al Monaco ha chiuso la stagione con il record di passaggi in avanti nella trequarti offensiva (231), di cross (224), di assist (10) e di occasioni create (72). “Quello che fa lui alla sua età non è facile” ha detto Griezmann di Lemar, che al Monaco ha giocato con l'ex Colchonero Radamel Falcao, all'Equipe Magazine. “Ci serviva un uomo per l'ultimo passaggio. Lemar è intelligente, capisce il gioco, sa quando rallentare e quando accelerare. Quando mi hanno chiesto con quali giocatore mi trovo meglio, ho sempre detto che mi piace giocare con Tom”.

Le posizioni occupate e i principali dati di rendimento dei quattro contro il Getafe
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Tom ripaga Griezmann e Simeone con 1,2 passaggi chiave di media a partita (gli assist che portano al tiro ma non al gol). Completa poco più di 31 appoggi a partita, 1.1 contrasti e 0,8 intercetti, 0.7 tiri a partita. I dati traducono e rispecchiano la posizione che occupa in campo. La heatmap dell'ultima partita conferma come Simeone non cerchi, sugli esterni, delle ali classiche ma dei registi aggiunti. Schierare Lemar a sinistra è la mossa del cavallo del Cholo. E come il cavallo sulla scacchiera, un po' ala e un po' creatore di gioco, Lemar si muove in avanti e di lato, verso il centro, per mantenere insieme l'ampiezza e la creatività nell'occupazione dei corridoi interni.

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Saul, l'uomo da 90 milioni

A destra, almeno come posizione di partenza, c'è Saul Niguez, il campione da 90 milioni che per l'Atletico Madrid ha rischiato la salute. "La forza non viene dalla capacità del corpo, ma dalla volontà dell'anima" si è scritto sulla pelle per ricordare le due stagioni in cui ha giocato con un catetere interno per un problema congenito a un rene, aggravato da un duro colpo ricevuto in Champions nel febbraio del 2015. “Saul è un giocatore estremamente completo” ha detto Simeone, come riporta l'Evening Standard dopo il primo gol in nazionale, all'Inghilterra, nella serata del debutto da ct della Roja di Luis Enrique. I due sono stati spesso accostati per versatilità e capacità di contribuire alle due fasi. “Saul ha qualità uniche” ha detto il ct, “è molto migliore di come ero io. Può venire avanti, può tagliare in area, segna ma viene anche indietro, può giocare anche in una squadra più difensiva”. Saul, che nella stagione in prestito al Rayo Vallecano è stato schierato da terzino e perfino da difensore centrale, completa di media 36 passaggi a partita su 46 tentati. Tira 1.6 volte a partita, solo Griezmann prova più conclusioni nella rosa di Simeone, indifferentemente dall'interno dell'area e da fuori. Non prende tiri semplici, secondo il modello Opta degli expected Goals” (xG) avrebbe dovuto segnare 2.56 gol su 21 conclusioni complessive: ne ha realizzata una, cui aggiunge però 11 passaggi chiave, 8 in campo aperto e tre da calcio piazzato.

I tiri di Niguez: in verde gol, in giallo pali e traverse, in blu quelli parati,in viola bloccati, in rossi quelli fuori dallo specchio
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Rodri, l'erede di Gabi

E' l'uomo che ha preso il posto di una leggenda rojiblanca come Gabi (oltre 400 presenze, gran parte da capitano). Come Gabi, anche Rodri ha attraversato il settore giovanile dell'Atletico. Come Gabi ha completato la formazione fuori: a Saragozza il primo, a Villarreal l'erede. Ha guadagnato struttura muscolare, forza, e paragoni di prestigio. Molti oggi lo considerano il nuovo Busquets. Manolete, giornalista di AS, ne parla come di un centrocampista della stessa scuola di Simeone, come il motore della squadra, l'uomo di cui l'Atletico aveva bisogno in mezzo al campo. “Ha grandi qualità” ha detto Celades, come riporta un dettagliato post che lo ritrae sul blog che SBNation dedica all'Atletico Madrid. “Bravo tatticamente, fisicamente regge i duelli individuali in fase difensiva. È un giocatore alto, longilineo che sa giocare con entrambi i piedi, è perfetto per far uscire il pallone nelle zone in cui gli avversari pressano di più. Come Busquets, sa capire in anticipo dove andrà la palla e andarsi a mettere nella posizione giusta”. Rodri è il leader di squadra per tackle e il secondo per passaggi dietro Koke: la sintesi della sua centralità totale nelle due fasi.

I passaggi dell'Atletico nella Liga
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Partey di testa e di corsa

Al resto, in mezzo, pensa Thomas Partey, che ha iniziato in un piccolo villaggio del Ghana ed è arrivato in Spagna nel 2011 al termine di un viaggio segreto di cui nemmeno la sua famiglia sapeva nulla. “Cerco di essere un centrocampista difensivo con l'intelligenza di Michael Essien, e di attaccare con la forza di un Yaya Touré” ha detto, come riporta la BBC. Thomas, che per Transfermarkt avrebbe oggi un valore di mercato di 40 milioni, mantiene una posizione più avanzata rispetto a Rodri. Permette un pressing intensivo, è secondo per intercetti di media a partita (1.7) cui aggiunge 2.1 contrasti.

Però è anche il secondo miglior assistman dell'Atletico dietro Griezmann (3, quattro in meno del Piccolo Diavolo), offre 0.8 passaggi chiave e completa quasi due dribbling a partita. Ha tirato 22 volte in totale quest'anno, di cui 18 da fuori area, ma dall'interno dei sedici metri ha fornito cinque passaggi chiave. Simeone riesce a tenerli insieme al meglio, a costruire un centrocampo a quattro che non è una linea e non è un rombo. È il suo personale diamante, per sfidare i gioielli della Juve.

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