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Sarri: “Aubameyang? Doveva arrivare quell’altro… poi non è arrivato nessuno”

Il tecnico del Napoli replica alle parole di De Laurentiis (“ha detto che Aubameyang non va bene per il suo gioco”) e aggiunge: “Non cambio modulo e se aveva qualcosa da dirmi poteva farlo in privato”.
A cura di Maurizio De Santis
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"Aubameyang? Veramente sarebbe dovuto arrivare quell'altro… poi però non è arrivato nessuno". Dalla sortita del presidente De Laurentiis sui suggerimenti tattici per assestare la squadra al pareggio contro la Lazio avvenuto per un errore di Pepe Reina che ha preso gol sul proprio palo (il tiro di Keita gli è passato sotto il braccio), Sarri ne approfitta e con pacatezza replica al massimo dirigente che nei giorni aveva addirittura ammesso che la punta del Borussia rappresentava una seconda scelta rispetto alle diverse preferenze del tecnico.

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E chi era l'altro? Chi era l'attaccante che avrebbe preferito al gabonese? Sarri non fa nomi ma il riferimento a Mauro Icardi – ricordate il tira e molla nell'estate scorsa? – sorge spontaneo così come il retrogusto amaro di certe affermazioni che sarebbe stato meglio non fare in pubblico. "Il presidente è giusto che dia tutti i suggerimenti che ritiene opportuni. Posso prenderli in esame oppure no, in questo caso non sono d'accordo. E comunque, avrei preferito che determinate cose me le dicesse in privato".

Cosa aveva ipotizzato De Laurentiis? Un cambio di modulo perché Gabbiadini potesse giocare e sentirsi più a suo agio. Questo avrebbe comportato anche un rimescolamento dei ruoli sullo scacchiere tattico. Il Napoli schierato contro la Lazio (4-3-3) è stata la risposta più chiara che il tecnico potesse dare. "Hamsik non rende al meglio nel ruolo di trequartista e poi perché dovrei rinunciare a due esterni tra Mertens, Insigne e Callejon?".

Quanto alla gara con i capitolini, resta il grande rammarico per aver raccolto meno di quanto gli azzurri avrebbero meritato. "Abbiamo preso la Lazio a pallonate e ci ritroviamo con un pareggio – ha poi aggiunto Sarri -. Sarei molto più preoccupato se la squadra non facesse gioco e creasse occasioni".

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