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San Siro scopre Karamoh: gran gol da tre punti. Inter: fuori dalla crisi e 3° posto

I nerazzurri battono 2-1 il Bologna, che chiude in nove uomini, grazie ad una perla del 19enne francese lanciato a sorpresa da Spalletti al posto di Candreva. Per i meneghini si tratta della prima vittoria dopo oltre due mesi, un successo che vale il sorpasso in classifica alla Lazio.
A cura di Michele Mazzeo
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Dopo oltre due mesi l’Inter torna alla vittoria, mettendo fine ad una serie di risultati negativi che durava dallo scorso 4 dicembre. Contro il Bologna Spalletti lancia dal primo minuto il giovane Karamoh: sarà questa la mossa che si rivelerà decisiva. Il giovanissimo francese autore di un’ottima prestazione realizza il gol del 2-1 che riporta in vantaggio l’Inter dopo che l’ex Palacio aveva pareggiato la rete iniziale di Eder. Gli ospiti chiudono in nove uomini per le espulsioni di Mbayé e Masina. Con questo importantissimo successo i nerazzurri scavalcano la Lazio in classifica e si portano al terzo posto in solitaria. Detto ciò, andiamo a vedere dunque nel dettaglio quali sono state le principali chiavi tattiche (e non solo) ma anche i migliori e i peggiori calciatori della sfida dello stadio Meazza tra l’Inter di Luciano Spalletti e il Bologna di Roberto Donadoni.

Bocciati Dalbert e Candreva, spazio a Cancelo e Karamoh

Spalletti vuole uscire dal tunnel dei risultati negativi in cui la sua Inter è entrata da oltre due mesi. E così prova a dare una scossa ai suoi cambiando uomini e posizioni dei suoi. Rispetto alla gara pareggiata contro il Crotone nell’ultimo turno di campionato il tecnico di Certaldo schiera infatti il portoghese Joao Cancelo nel ruolo di terzino destro con Danilo D’Ambrosio dirottato a sinistra mentre Dalbert finisce in panchina. L’altro cambio riguarda invece l’attacco dato che il giovanissimo Yann Karamoh viene preferito ad Antonio Candreva come esterno destro nel tridente composto dal solito Ivan Perisic e ancora una volta da Eder, sostituto designato dell’infortunato Mauro Icardi.

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Si torna al 4-3-3: Destro in panchina, chance da titolare per Orsolini

Cambia anche modulo invece Roberto Donadoni che per la sfida di San Siro torna al 4-3-3 dopo il fugace passaggio al 4-4-2 in occasione dell’ultima gara di campionato persa contro la Fiorentina. Il Bologna si presenta difatti al calcio d’inizio con l’ex Rodrigo Palacio al centro dell’attacco affiancato dal baby arrivato nell’ultimo giorno di mercato invernale Riccardo Orsolini e da Federico Di Francesco. Panchina invece per Mattia Destro, Godfred Donsah e Filip Helander, quest’ultimo sostituito al centro della difesa dal costaricense Giancarlo Gonzalez.

Sempre Eder: due minuti e Inter in vantaggio

Pronti, via e, come successo ieri al Milan contro la Spal, l’Inter sorprende il Bologna e passa in vantaggio grazie al suo centravanti di giornata Eder bravo ad anticipare il difensore avversario e girare in rete sull’assistenza di Marcelo Brozovic. Da notare la mossa tattica di Spalletti che fa stringere Perisic sulla linea dei centrocampisti con il connazionale autore dell’assist nel ruolo di trequartista alle spalle della inedita coppia d’attacco formata da Eder e Karamoh. Dopo un momento di sbandamento però gli ospiti riescono a riorganizzarsi per cercare di trovare il pareggio: al 20’ serve il miglior Samir Handanovic per negare il gol dell’ex a Rodrigo Palacio abile a girare di testa verso la porta interista.

Il pareggio dell’ex Palacio applaudito da San Siro

Gol dell’ex che però viene solo rimandato. Passa qualche minuto infatti e un errore in uscita della difesa nerazzurra con Miranda regala a El Trenza un pallone al limite dell’area: l’argentino controlla, tiene a distanza il rientrante centrale brasiliano e batte con un potente diagonale l’ex compagno sloveno che non può far altro che raccogliere il pallone in fondo alla rete. Palacio non esulta e i suoi ex tifosi lo applaudono. Non saranno poi invece così clementi per alcuni errori in serie di Ivan Perisic, fischiatissimo dal pubblico nerazzurro.

San Siro fischia Brozovic e scopre Karamoh

Nella ripresa Spalletti è costretto immediatamente ad effettuare un cambio: fuori l’acciaccato Miranda, dentro il nuovo acquisto Lisandro Lopez. Ma nonostante ciò, come accaduto nel primo tempo, l’Inter parte forte e su azione d’angolo va vicina al nuovo vantaggio con D’Ambrosio che colpisce la traversa e Skriniar che non riesce a ribadire in rete a pochi passi dalla linea di porta mandando alto. I nerazzurri continuano a spingere con maggior convinzione e il tecnico interista decide di affidarsi nuovamente alla panchina: dentro Rafinha e fuori un fischiatissimo Brozovic che applaude ironicamente i propri tifosi. Ci pensa però il giovanissimo Karamoh con una pregevole azione personale a riportare in vantaggio i padroni di casa. La partita si chiude quando Mbayé lascia in dieci gli emiliani beccandosi due cartellini gialli in pochi minuti. Determinante l’impatto del brasiliano Rafinha subito nel vivo del gioco nerazzurro. Nonostante la superiorità numerica però l'Inter rischia grosso: contatto in area dubbio che il Var non reputa da calcio di rigore e poi subisce qualche contropiede pericolo con Palacio che sbatte su Samir Handanovic. Alla fine però il Bologna rimane in nove per l'espulsione diretta (sanzionata dal Var) di Masina e la gara termina, dopo ben 9 minuti di recupero, 2-1 con l'Inter dopo oltre due mesi torna alla vittoria.

Top, chi può sorridere e perché

Palacio: un ritorno a San Siro da applausi

Donadoni lo schiera ancora una volta al centro dell’attacco preferendolo a Mattia Destro, e Rodrigo Palacio lo ricambia con un’altra grande prestazione. Per lui non si tratta di una partita semplice, dato il lungo trascorso in maglia nerazzurra e il grande affetto sempre dimostratogli dai tifosi interisti. Ma da grande professionista qual è, El Trenza si carica sulle spalle il Bologna ed è sempre lui, gol a parte, a portare costanti pericoli alla porta di Handanovic. Trascina, segna e non esulta, e il suo vecchio pubblico lo rimpiange e lo applaude. Quale miglior ritorno a San Siro per lui?

I numeri di Palacio nel suo ritorno a San Siro (fonte SofaScore)
I numeri di Palacio nel suo ritorno a San Siro (fonte SofaScore)

Karamoh: l’uomo della svolta

È l’arma a sorpresa sfoderata da Spalletti per uscire dalla crisi e lui non spreca la chance concessagli dal tecnico toscano prendendosi la scena e conquistandosi definitivamente il pubblico di San Siro. Il 19enne Yann Karamoh, schierato al posto di Antonio Candreva, è infatti il grande protagonista del match: le sue accelerazioni infiammano il Meazza e tengono in continua apprensione la difesa emiliana. La ciliegina sulla torta è l’importantissimo e bellissimo gol del 2-1 nel quale ha fatto vedere tutte le sue grandi qualità.

La prova di Karamoh contro il Bologna (fonte SofaScore)
La prova di Karamoh contro il Bologna (fonte SofaScore)

Flop, cosa dimenticare e in fretta

Miranda, che errore!

Un errore gravissimo il suo che ne ha condizionato l’intero match. Quel pallone regalato a Palacio ha infatti rimesso in discussione un match che per la sua Inter erano invece cominciato nel migliore dei modi. Mentre Skriniar continua a mantenere alto il proprio rendimento (anche se in questo caso il passaggio che ha messo in difficoltà il compagno lo ha effettuato lui), il brasiliano Miranda non sembra invece nel momento di forma migliore. E poco importa, almeno in questo caso, l’età: se il centrale verdeoro potrebbe risentire dei propri 33 anni, questa volta chi lo ha fatto letteralmente impazzire quest’oggi, cioè Rodrigo Palacio ne ha appena compiuti addirittura 36. Se ne accorge Spalletti che ad inizio secondo tempo lo sostituisce (a causa di un risentimento muscolare) con il nuovo arrivato Lisandro Lopez.

La prestazione di Miranda (SofaScore)
La prestazione di Miranda (SofaScore)

Che fine ha fatto Perisic?

Continua il periodo no di Ivan Perisic. Il croato commette tantissimi errori in fase di possesso perdendo tantissimi palloni, spesso “regalati” alla difesa avversaria. Sbaglia clamorosamente il gol del 2-1 e anziché rincorrere gli avversari si ferma a ripensare ai propri errori. Il suo pubblico lo fischia, ma Spalletti lo lascia in campo perché sa benissimo che per centrare l’obiettivo quarto posto avrà bisogno del miglior Perisic nella fase finale della stagione.

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