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Walter Sabatini, ufficiale il divorzio da Suning (e dall’Inter)

Un comunicato del Gruppo cinese conferma la risoluzione consensuale del contratto con il direttore dell’area tecnica. La rottura insanabile dopo un anno: visione strategica, limiti operativi e ruolo dirigenziale ridimensionato a burocrate alla base dell’addio di Sabatini a Suning.
A cura di Maurizio De Santis
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Le indiscrezioni filtrate nella giornata di ieri hanno trovato conferma nel comunicato ufficiale di questa mattina: Walter Sabatini non è più il direttore tecnico dell'area sportiva del Gruppo Suning. Inevitabile, come conseguenza diretta, anche l'addio all'Inter con tutto quel che ne può derivare in termini di progettualità futura. Divergenza strategica e impossibilità di operare sul mercato, considerati i troppi limiti imposti dalla proprietà alla necessità di chiudere trattative importanti per rinforzare i nerazzurri, sono alla base della richiesta di risoluzione da parte del dirigente. Nemmeno il dialogo con i vertici dell'azienda sono serviti a fargli cambiare idea. Il resto, adesso, è solo questione di scartoffie.

Suning Sports e Sabatini hanno raggiunto un accordo per la chiusura anticipata del contratto che li lega. Sabatini non ricoprirà più il ruolo di direttore tecnico di Suning Sports. Il club gli augura successo nella sua prossima esperienza lavorativa.

Da direttore tecnico a semplice burocrate. Non è questione di limiti di spesa, poiché il Fair Play Finanziario della Uefa aveva già piazzato i paletti del recinto oltre il quale l'Inter (e il dirigente) non sarebbe dovuta andare, ma di scelte condivise e visione comune, possibilità di agire in autonomia e in maniera tempestiva. Tutti fattori, questi ultimi, che non venuti a mancare relegando di fatto il ruolo del direttore tecnico a una sorta di burocrate incastonato in una catena del comando troppo lenta e poco avvezza alle ‘cose di calcio'. Impossibile proseguire in questo solco per chi come Sabatini ha sempre svolto il proprio ruolo di diesse in maniera piena. Dopo un anno le dimissioni sono il riflesso più naturale di un rapporto che s'è logorato tra un campagna acquisti e l'altra.

Rottura inevitabile. Non che Sabatini fosse uno spendaccione, né lo è mai stato. Anzi, da dirigente della Roma può vantare di aver fatto incassare un bel po' di plusvalenze alla società giallorossa, così come ai tempi del Palermo fu lui il regista dell'operazione Pastore. Ma all'Inter a guida cinese era arrivato con il chiaro intento di allestire una squadra anzitutto in grado di centrare la qualificazione alla prossima Champions e poi lottare per lo scudetto, finora appannaggio della Juventus. Una sfida importante, via via divenuta priva di stimoli quando l'ex direttore tecnico ha visto ridimensionare progressivamente il proprio ruolo fino allo stop a due operazioni concertate per la scorsa sessione invernale di mercato: gli arrivi di Ramires e Pastore, il pupillo scoperto ai tempi dei rosanero e sempre apprezzato.

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