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Troppi no sul mercato dell’Inter, Sabatini dice addio a Suning

Il direttore dell’area tecnica nerazzurra era stanco dell’austerity imposta dalla proprietà e due settimane fa aveva chiesto la risoluzione del contratto. Nessun commento da parte di Suning ma il divorzio apre scenari negativi su diversi fronti.
A cura di Alessio Pediglieri
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Potrebbe rivelarsi una bomba dagli effetti devastanti per il presente e l'immediato futuro nerazzurro: Walter Sabatini è stanco della gestione Suning, votata al massimo risparmio, ad un completo autofinanziamento a tempo indeterminato e ad un mercato sempre rivolto ad acquisti di basso profilo o giocatori a parametro zero. L'ultima goccia è stata la finestra di gennaio dove i vari Ramires, Pastore o Texeira sono rimasti nelle rispettive squadre malgrado sembrasse il momento più opportuno per vestire il nerazzurro.

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La risoluzione del contratto

Non c'era conferma, non c'era comunicazione ufficiale – almeno fino alla giornata di mercoledì – ma una voce che strisciava sotto il tappeto delle stanze della dirigenza nerazzurra: due settimane fa circa, il direttore dell'area tecnica, Walter Sabatini aveva richiesto la rescissione del contratto che lo lega fino al prossimo dicembre all'Inter e a Suning. Insofferenza sulle scelte fatte dalla società e soprattutto sulla mancanza di un progetto che permetta investimenti considerati essenziali per la crescita del progetto sportivo. La rottura, dunque, è stata insanabile.

L'ultima incomprensione di gennaio

E' vero, qualcosa si è mosso, perché dei giocatori sono arrivati, come Rafinha e non solo ma non c'è stata intesa tra le richieste di Sabatini, ascoltando il lavoro svolto da Ausilio e le esigenze del tecnico Spalletti, e questo è il gradino che sta trasformandosi pian piano in una buca che nessuno ha più volontà di colmare.

La coerenza di Suning

Suning dalla sua ha il pregio della chiarezza. Non ha mai nascosto le proprie volontà, è stata coerente con se stessa e con quanto dichiarato anche in funzione di paletti imposti sia dal Fair Play dell'Uefa sia dalle restrizioni del governo cinese per chi opera all'estero utilizzando fondi finanziari in patria.

Senza Sabatini, il caos

Manca una scadenza all'austerità di Suning

Sabatini però, rivendicava una sorta di autonomia sul mercato, visto che quando è arrivato all'Inter di Suning lo ha fatto perché avrebbe potuto portare esperienza, contatti e una visione d'insieme che mancava all'interno dell'organigramma. Adesso le dimissioni divenute reali aprono uno scenario non certo idilliaco visto che l'Inter è un cantiere in corso. E il tutto si potrebbe aggravare in caso di  qualificazione alla Champions che a quel punto verrebbe affrontata con una rosa non all'altezza.

A rischio il rapporto con Spalletti

Oltre a predisporre una squadra a rischio ‘figuracce' si rischierebbe di incrinare il rapporto anche con Luciano Spalletti che ha già sottolineato la mancanza di qualità del gruppo a propria disposizione. Anche in questo caso, si andrebbe a incrinare un progetto sportivo che è stato pennellato proprio sulla figura dell'ex Roma, indicato come l'allenatore giusto per professionalità esperienza e capacità. Oltre perché già nella Roma che fu proprio di Sabatini

La mancanza di una alternativa di livello

Infine, argomento ancor più scottante, via Sabatini si ripresenterebbe quel vuoto che si era sentito fortemente nella prima epoca Thohir e nei primi mesi di Suning: la mancanza di un uomo di calcio dal valore internazionale. Del quale la società, e anche lo stesso Ausilio, necessitano per conquistare più carisma e rispetto in ambito europeo, chiavistello per riprendere il proprio posto sia nel mercato sia nelle competizioni che contano.

Le parole di Walter Sabatini

Nel corso della serata, sono poi arrivate le prime dichiarazioni del dirigente nerazzurro. Parole che non hanno lasciato spazio all'immaginazione dei tifosi: "Stiamo discutendo in un clima di totale comprensione reciproca, fatto salvo che l'Inter è l'Inter e sarebbe stato bello costruire una storia un pochino più consistente – ha spiegato Sabatini, ai giornalisti appostati sotto la sede nerazzurra – Parlo al passato? Non me ne sono reso conto, sono distratto: voi fate il vostro lavoro, non posso venire qui a fare il ciarlatano. Non fatemi altre domande. Spalletti? Auspico possa rimanere non solo l'anno prossimo, ma fare un quinquennio come si deve perché è un grande tecnico che merita di vincere trofei con questo club".

"Capello? C'era scarsa identità di vedute sulle cose fatte, quindi ha chiesto e ottenuto la risoluzione del contratto – ha aggiunto Sabatini – Il tutto in un clima di serenità, perché Suning ha apprezzato il lavoro fatto da Fabio, la sua maestria e la sua esperienza nel tirare fuori la squadra da una situazione di classifica difficile".

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