Roma-Milan: le pagelle commentate sul risultato di 1-1
Roma e Milan impattano per 1-1, si dividono la posta e rimandano ai prossimi capitoli del campionato la soluzione di un giallo chiamato qualificazione in Champions League. Per un pari, ai punti, forse, leggermente stretto per i padroni di casa che si fanno preferire nella prima frazione di gioco, creando i presupposti per il vantaggio, salvo poi pagare dazio a Piatek che, all’Olimpico, è una tassa che non può essere evasa (tre centri su tre nel catino della capitale).
I giallorossi però non si arrendono e Zaniolo, in avvio di secondo tempo, rompe il sortilegio e supera un Donnarumma, stasera, in versione saracinesca. La partita diventa vieppiù intensa ed incerta. Ma è ancora la Magica a sfiorare il vantaggio, vedi il palo all’80 di Pellegrini o il contropiede folle di El Shaarawy all’82, chiuso poi da Rodriguez, fino al triplice fischio di Maresca e al definitivo nulla di fatto. Qui, al termine del posticipo/spareggio fra Roma e Milan, i duelli individuali e di squadra del match.
Piatek non si ferma più, Manolas e Fazio lo soffrono
Bum, bum. E Piatek non si ferma più. Timbra il cartellino con la nuova maglia anche in campionato, sigla la 22esima rete stagionale, la terza di fila all’Olimpico, e conquista, dopo i due gol al Napoli, ancora di più il cuore dei tifosi rossoneri.
E lo fa, come al solito, nascondenosi sotto le foglie della difesa avversaria, sul filo del fuorigioco sfruttando un innato senso della posizione che, per un bomber, è puro ossigeno. Combatte, lotta, corre, s’impegna e, pur con un Milan meno propositivo e più guardingo, capitalizza al massimo le poche chance a disposizione.
Per l’insofferenza, visibile, della retroguardia capitolina che, svogliata, concede o, al limite, chiude con affanno. Con Manolas e Fazio, di certo, non proprio autori della miglior partita dell’anno. Il fattore Piatek, incide, e molto, sul loro rendimento di serata.
Magico e intenso: Zaniolo lotta contro i muscoli rossoneri
È una delle note liete di questa ondivaga stagione giallorossa ma questa sera, almeno nel primo tempo, per Zaniolo, pure ammonito al 21’, non sembra proprio partita. Combatte in mezzo al campo, si propone, illumina le tracce interne dei padroni di casa ma sbatte, quando riesce a trovare il varco giusto, sull’ottimo Donnarumma.
Insomma, il posticipo pare stregato. A inizio ripresa però, il golden boy della Roma, anche per un fortuito caso del destino, e con la compartecipazione di Musacchio, riesce a trovare il gol del pareggio, il suo terzo stagionale, per l’1-1 che riaccende il motore capitolino e l’entusiasmo dei tifosi sugli spalti. Una marcatura importante, che ne certifica l’esplosione e gli garantisce ancora maggior vigore, energia per duellare contro una diga, quella del Diavolo, composta dai muscoli e dal dinamismo di Kessié e Bakayoko. Luce e qualità, forza fisica ed applicazione: Zaniolo si conferma gioiellino anche col Milan, in questo acceso spareggio Champions.
Paquetà beffa Pellegrini, e non solo nell’occasione dell’1-0
L’ex allenatore dell’Arsenal, Wenger, sugli acquisti internazionali, ovvero quelli provenienti da altri campionati, ha una sua teoria: bisogna giudicarli sei mesi dopo il loro approdo nel nuovo contesto. Una sorta di postulato, di teorema con una alta percentuale di validità ma che non coinvolge di certo Paquetà. Il brasiliano, infatti, titolare dal momento in cui ha toccato il suolo italiano, dagli scalini dell’aereo, non solo è capace di assimilare fin da subito i concetti di gioco di Gattuso ed i ritmi della Serie A, ma riesce ad esprimersi al meglio anche in una posizione, quella di mezzala sinistra, non propriamente sua.
Dimostrazione lampante, il gol del vantaggio di Piatek con l’ex Flamengo bravo ad attaccare Pellegrini, a non perderlo di vista e a strappargli poi un pallone d’oro girato, con la consueta classe e visione di gioco, nel centro dell’area di rigore, dove, appunto, è di casa il #19 polacco. Una azione metafora della trasformazione del ragazzo ma anche dello specifico duello con il centrocampista italiano. Che gioca, manovra, ricama calcio, s’impegna, colpisce un legno nel finale ma macchia la sua comunque positiva performance con un errore di superficialità, da matita blu, che costa lo svantaggio a metà primo tempo.
Rientro positivo per De Rossi, Bakayoko non scintillante
Non giocava da tempo dal primo minuto in campionato ed in Coppa Italia, nella scoppola di Firenze per 7-1, era subentrato per lanciare un certo segnale ai suoi. Oggi, azzerata, ma non troppo, la figuraccia del ‘Franchi’, De Rossi decide di sfoderare una gara di livello assicurando quantità, qualità ed un pizzico di tranquillità al reparto ma, allo stesso tempo, alla squadra intera. Dalle sue parti si passa difficilmente ed i suoi tackle, in sede di possesso palla, si trasformano in lanci ed in passaggi chiave, da metronomo, piuttosto precisi. Non ha i 90’ nelle gambe ma resta sul terreno di gioco fino al triplice fischio finale per mantenere alta le tensione e l’asticella della concentrazione, trascinando anche giovani con difficoltà ambientali come Karsdorp o Schick e, pure, vincendo il duello individuale col dirimpettaio Bakayoko in versione meno scintillante rispetto alle sue ultime uscite.
Olsen incerto, Donnarumma strepitoso: para tutto, o quasi
Svezia-Italia, nello spareggio per qualificarsi al mondiale 2018 finì, purtroppo per noi, a favore degli scandinavi. Stasera, invece, il duello individuale fra il portiere allora titolare della compagine nordica e l’attuale estremo difensore della nazionale di Mancini, è tutto pro-Donnarumma con il numero #99 autore di quattro, cinque interventi d’autore. Di una pulizia tecnica e di una reattività non alla portata di tutti, anzi. Chiedere a Zaniolo, Schick, Dzeko che, proprio questa sera, si trovano dinanzi una autentica saracinesca pronta a chiudersi ad ogni tentativo e a respingere i fieri assalti dei padroni di casa, fino all’1-1 del baby Zaniolo. Dove, oggettivamente, il campano non può nulla. Olsen, dall’altra parte, non è proprio perfetto nell’occasione dell’1-0 rossonero, sia pure con maligna deviazione di Fazio.
Tabellino e voti
Roma (4-3-3) #1 Olsen 6-; #2 Karsdorp 6.5 (Dal 87’ Santon s.v.), #20 Fazio 6, #44 Manolas 5.5, #11 Kolarov 5.5; #16 De Rossi 7-, #7 Pellegrini 6-, #22 Zaniolo 7; #24 Florenzi 6 (Dal 66’ El Shaarawy 6+), #14 Schick 6+ (Dal 81’ Kluivert s.v.), #9 Dzeko 6.5. A disposizione: #63 Fuzato, #83 Mirante; #15 Marcano, #18 Santon; #19 Coric, #27 Pastore, #53 Riccardi; #34 Kluivert, #92 El Shaarawy, #54 Cangiano. Allenatore Eusebio Di Francesco 6+
Milan (4-3-3) #99 Donnarumma 7.5; #2 Calabria 6.5, #13 Romagnoli 6, #22 Musacchio 5.5, #68 Rodriguez 6; #39 Paquetà 7- (Dal 78’ Castillejo s.v.), #14 Bakayoko 6-, #79 Kessié 6; #8 Suso 5 (Dal 87’ Laxalt s.v.), #19 Piatek 7 (Dal 87’ Cutrone s.v.), #10 Calhanoglu 5+. A disposizione: #90 Donnarumma, #35 Plizzari; #12 Conti, #20 Abate, #93 Laxalt; #4 Mauri, #16 Bertolacci; #7 Castillejo, #11 Borini, #63 Cutrone. Allenatore Gennaro Ivan Gattuso 6+