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Real Madrid e Atletico Madrid: la grande stagione con fatturati diversi

I Blancos di Spagna alzano al cielo la ‘Decima’ continentale e ripagano le spese folli di una dirigenza che ha investito, per una rosa da sogno, circa 520 milioni. Oltre 7 volte il valore dei giocatori in forza a Simeone.
A cura di Alessio Pediglieri
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Alla fine ha trionfato il Real Madrid che ha vinto la sua Decima coppa dalle grandi orecchie grazie al lavoro in panchina di Carlo Ancelotti che entra nella storia del calcio mondiale con tre successi da allenatore e due da giocatore. Ma soprattutto grazie ad un'operazione commerciale che è stata ripagata dal successo continentale e da quello in Copa del Rey. Perché al di là degli indiscussi meriti ottenuti sul campo peri Blancos di Spagna non si può dimenticare nè sottacere il dispendio di milioni di euro che mai come quest'anno il presidente Florentino Perez ha profuso superando l'astronomica cifra di 521 milioni complessivi per una rosa di giocatori che oggi potrebbe valerne almeno un terzo in più. Ciò che maggiormente sorprende però è che il Real Madrid ha vacillato sotto i colpi del ‘Davide' di turno, un Atletico Madrid nato Cenerentola ad inizio di una stagione che l'ha visto Regina assoluta. Un ‘nano' tra i giganti non tanto in campo dove ha primeggiato non a caso in Liga, vincendo il suo decimo titolo ai danni proprio del Real e del Barcellona, ma sui fatturati e sulle spese effettuate. L'intera rosa biancorossa non vale i soldi spesi in estate per Gareth Bale, il gallese arrivato dal Tottenham con un assegno (in uscita) a tre cifre: Simeone ha infatti gestito giocatori che sono costati complessivamente non più di 80 milioni. E' questo forse il dato più importante, il successo che ancora non c'era. E che il Real, che alza al cielo una storica Decima, non ce ne voglia.

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LA STAGIONE DELL'ATLETICO MADRID
La Cenerentola che diventa Regina

Progetto in crescita – La stagione dell'Atletico inizia senza clamori e sena proclami. L'idea di fondo è continuare a costruire anno dopo anno senza spese importanti e capitalizzando al massimo la cessione dei talenti che costantemente i Colchoneros riescono a produrre di stagione in stagione. E' dai tempi di Aguero che nella Madrid biancorossa si vince e si vende, con un progetto economico e tecnico ben preciso. E che ha portato a bissare i successi in Europa League nelle ultime quattro stagioni, buon viatico per provare a puntare ancora più in alto, con il desiderio di imporsi sia in patria che nell'Europa che conta, la Champions.

Un Diego Costa nel motore – Oltre agli intenti, ci sono anche i risultati che subito permettono ai ‘materassai' di sognare in grande. La Liga regala soddisfazioni immediate e nell'Atletico brilla la stella che ha sostituito Radamel Falcao, El Tigre, il paladino dei tifosi che ha fatto conquistare l'Europa e che è stato venduto a peso d'oro agli arabi del Monaco. Si tratta di Diego Costa che entra nel cuore dei tifosi non solo dell'Atletico quando tra i due passaporti brasiliano e spagnolo sceglie i lsecondo mettendosi a disposizione anche della Roja titolare dei Mondiali e degli ultimi Europei. E' da lui che riparte la cavalcata dell'Atletico: 27reti e 5 assist in 35 partite di Liga e un valore assoluto che lievita di mese in mese fino a toccare i 40 milioni di euro per il solo cartellino.

Conti che tornano, risultati che arrivano – E' questo il vero miracolo dell'Atletico che fallisce solo nelle Coppe nazionali perché sia in Liga che in Champions League sembra non conoscere ostacoli alle proprie rilanciate ambizioni: riuscire a conquistare un posto alla pari con le superpotenze Barcellona e Real senza avere i numeri economici dalla sua, anzi. Proprio il confronto con i ‘cugini' più ricchi e spendaccioni è a tratti disarmante. La corazzata di Florentino Perez fa delle spese e dei movimenti di denaro il proprio cardine per gestire rosa e calciatori. Non è un caso se la spesa complessiva per la rosa attuale data in mano ad Ancelotti ammonta a oltre 520 milioni di euro, otto volte quella fatta dall'Atletico che non supera gli 80 milioni, meno di quanto sia stato pagato il solo Garteh Bale.

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La ‘decima' è dell'Atletico – L’Atletico Madrid conquista il suo decimo titolo di Spagna, riuscendo a pareggiare 1-1 sul terribile campo del Barcellona. Un risultato eccezionale per la squadra di Simeone che dopo 18 anni riporta il titolo a Madrid sponda biancorossa. Niente ha potuto un Barcellona sotto tono che nel primo tempo aveva trovato anche il vantaggio con Sanchez, ma che nella ripresa, con un Messi piuttosto svagato, è stato surclassato in tutto e per tutto dalla forza atletica e soprattutto dalla voglia e dal carattere della formazione di Simeone. Chi si aspettava di ammirare per l’ennesima volta il Barcellona del Tata Martino, trionfatore della Liga, è rimasto deluso. A vincere questa volta è la squadra che ha meno tecnica in campo, meno soldi nelle casse societarie, ma che ha dimostrato più organizzazione, più fame di vittoria. Il gol del difensore Godin nella ripresa ha mandato in estasi un intero popolo che aspettava questo momento da una vita.

La cavalcata da Champions – L'Atletico Madrid inizia a correre verso Lisbona convincendo nel girone G dove elude subito la potenziale concorrenza del Porto, battuto prima in terra lusitana a poi al "Calderon". Nel mezzo, i colchoneros battono senza problema l'Austria Vienna nel doppio confronto mentre lasciano un solo pari allo Zenit Sanpietroburgo. Fase eliminatoria chiusa a 16 punti e così la squadra di Diego Pablo Simeone approda agli Ottavi dove elimina il Milan. Il cammino si fa duro quando l'urna di Nyon mette di fronte a Godin & co. il Barcellona: il derby iberico regala spettacolo, non tanti gol, ma emozioni sginificative poiché l'Atletico esce indenne, segnando, dal "Camp Nou" per poi chiudere i giochi in casa grazie alla fulminea rete di Koke. In semifinale c'è il Chelsea di Mourinho che a Madrid fa del catenaccio un biglietto da visita che non scoraggia affatto i biancorossi i quali compiono l'impresa andando a vincere a Londra per 3-1.

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LA STAGIONE DEL REAL MADRID
Dagli altari alla polvere

Per Ancelotti un Real che non bada a spese – Le aspettative attorno al Real di Carlo Ancelotti sono tante ad inizio di stagione. C'è da dimenticare la parentesi Mourinho, lo Special One mai amato a Madrid, ma soprattutto c'è da riscattare sul campo europeo una superpotenza che deve tornare a vincere e subito, con nel mirino la tanto agognata ‘Decima'. Florentino Perez fa le cose in grande: tiene il miglior giocatore in circolazione, Cr7, adeguandogli il contratto, non svende alcuna stella – nemmeno chi sotto il portoghese sembrava avere i giorni contati – e regala al tecnico italiano una supersquadra a suon di milioni di euro. uno su tutti? Gareth Bale, stella gallese arrivata dal Tottenham per una cifra altissima, 100 milioni di euro.

Il momento clou: la vittoria in Copa contro il Barça – In Spagna il cammino si fa subito duro con il solito Barcellona e con un Atletico Madrid che da semplice outsider di partita in partita conquista credenziali per contendere lo scettro della Liga alle due classiche rivali di sempre. un terzo incomodo inaspettato con cui il Real dovrà spesso fare i conti e i confronti. Così come con il Barcellona con il quale però si toglie subito una soddisfazione importante andando a conquistare il primo titolo stagionale, la Copa del Rey. Il Real Madrid di Carlo Ancelotti vince la Coppa del Re battendo in finale i catalani del ‘Tata' Martino per 2-1 allo stadio Mestalla. Sul neutrodi valencia arriva il primo trofeo conquistato dall’allenatore italiano alla guida dei Blancos grazie al decisivo gol di Gareth Bale a cinque minuti dalla fine. L’undici catalano conclude nel peggiore dei modi una settimana catastrofica che li aveva visti prima uscire dalla Champions, poi inciampare in campionato e infine veder finire la Copa del Rey nelle mani dei nemici di sempre. Privi della star Cristiano Ronaldo, i madrileni di Ancelotti sono stati in grado di vendicare nel migliore dei modi le due sconfitte patite in campionato

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Addio sogni di Triplete – Proprio in campionato, però i blancos iniziano a balbettare nel momento più importante della stagione. Con l'Atletico diventato oramai una certezza e un Barcellona che non mollerà fino all'ultima partita, a due turni dal termine, nella gara di recupero i Galacticos non vanno oltre l'1-1 a Valladolid. Al vantaggio di Ramos risponde nel finale Osorio e a quel punto la vittoria del campionato diventa solo un miraggio. Servirebbe un miracolo, visto che l'Atletico dista 4 punti solitario in vetta alla Liga. Niente sogno "triplete" per Ancelotti.

Il sogno della ‘decima' – Le soddisfazioni arrivano però in Champions, dove il cammino del Real Madrid verso la finale arriva tramite il dominio assoluto del loro girone con 5 successi ed un pari, contro la Juventus. Approdano così alle eliminatorie dove dagli ottavi in poi non falliscono un colpo: a segno 19 gol in sei partite tutte vinte, subendone appena due. Casillas resta così imbattuto da 419 minuti, visto che l'ultima rete subìta contro lo Schalke, è quella messa a segno da Hoogland. Non solo, il Real può vantare un super Cr7 capocannoniere del torneo: è il portoghese a brillare più di tutti con le 16 reti realizzate in 873′ giocati, per 10 presenze totali, con una media gol di 1.6 a partita.

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