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Elicottero del presidente schiantato a Leicester

Ranieri piange per Srivaddhanaprabha: “La sua morte mi ha scosso, era un uomo buono”

L’ex manager del Leicester ha commentato la tragica scomparsa del patron delle Foxes: “Se chiudo gli occhi e penso a lui, lo vedo sempre con il sorriso sulle labbra. Come quella volta che per il mio compleanno si presentò con una torta gigante e insieme alla squadra cantò ‘happy birthday’, cose che in Italia non sarebbero mai successe”.
A cura di Alberto Pucci
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La scomparsa del patron del Leicester è stato uno shock per tutti. Figuriamoci per Claudio Ranieri: il tecnico che ha condiviso con Vicahi Srivaddhanaprabha il clamoroso trionfo delle "Foxes" in Premier League nella stagione 2016/17. Il sessantasettenne allenatore romano, attualmente in attesa di una nuova panchina dopo l'esperienza in Francia, ha voluto ricordare l'ex patron del Leicester in un commovente intervento a Sky Sport 24.

"La notizia mi ha scosso tremendamente – ha esordito Ranieri – Era un uomo buono, aveva sempre parole positive per tutti. La sua positività, come il suo voler far bene era sotto gli occhi di tutti. Veniva negli spogliatoi per dispensare buone parole, mai per un rimprovero. E’ stato un uomo illuminato, perché tutto quello che ha toccato è andato a migliorare. Ora toccherà al figlio, da sempre innamorato del calcio, ripercorrere le orme del padre".

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L'abbraccio alla famiglia

Nel racconto di Ranieri, non sono mancati aneddoti e dolci ricordi: "Il primo approccio con lui? Mi ricordo di aver pensato subito ad una persona positiva, piena di energia. Il mio obiettivo appena arrivato al Leicester era la salvezza, poi sappiamo come è andata. Il suo contributo nella vittoria della Premier? Importante: arrivava mezz’ora prima della partita per abbracciare tutti, mai una parola fuori posto, era sempre allegro".

"Se chiudo gli occhi e penso a lui, lo vedo sempre con il sorriso sulle labbra – ha concluso il tecnico – Come quella volta in cui era appena passato il mio compleanno e si presentò con una torta gigante e insieme alla squadra cantò ‘happy birthday', cose che in Italia non sarebbero mai successe. Adesso per me è difficile parlare, sono molto dispiaciuto e mi unisco al dolore della famiglia, perché è una famiglia molto unita e ora voglio solo stare vicino a loro. L'eredità passerà al figlio, che ha tutte le carte per poter proseguire sulle orme del padre".

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