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Quattro chiacchiere con Riccardo Ferri: ecco la nuova Inter di Stramaccioni

Per parlare del nuovo corso interista, Fanpage ha incontrato Riccardo Ferri. In questa intervista sogni e speranze di una bandiera nerazzurra mai ammainata!
A cura di Alberto Pucci
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E' stato uno degli idoli della tifoseria nerazzurra. Insieme ai vari Zenga, Bergomi, Serena, fu uno dei protagonisti dello scudetto dei record di Trapattoniana memoria. Riccardo Ferri, da Crema, è una vera "faccia" da Inter. Uno sul quale, eventualmente, puntare per dare nuova linfa, classe e slancio alla società di Via Durini. Ieri grande difensore nerazzurro e della nazionale, oggi apprezzato opinionista di Mediaset Premium, Riccardo prova a fare il punto della situazione interista attraverso le nostre pagine.

AP: Riccardo, che impressione ti sei fatto della nuova Inter targata Andrea Stramaccioni?

RF: Devo dire che, pur non avendo grande esperienza a livello professionistico, Stramaccioni è entrato con personalità in uno spogliatoio di grandi campioni riuscendo ad ottenere, almeno fin qui, una reazione positiva. Chiaro che bisognerà aspettare per trarre conclusioni. All'inizio la reazione c'è sempre anche perchè il cambio di allenatore, solitamente, porta entusiamo e grinta. Io sono fiducioso. Stramaccioni è un ragazzo giovane che, nonostante la poca esperienza, sembra abbia la personalità adatta per fare bene. Sembra non aver sofferto il salto di categoria e l'imbarazzo dello spogliatoio nerazzurro.

Inter - Genoa - Serie A Tim 2011-2012

AP: E' così folle, secondo te, pensare di poter ambire al terzo posto?

RF: E' più che altro un sogno. Bisogna sperare che le squadre davanti abbiano delle flessioni, però è difficile perchè hai davanti più squadre, non una sola. In questo momento io penso sia giusto "navigare a vista" e pensare ad eventuali obiettivi partita dopo partita.

Marcelo Bielsa

AP: Come vedi il futuro dell'Inter. Si è parlato, per la prossima stagione di un nuovo allenatore come Bielsa e di possibili ritorni eccellenti come quello di Balotelli.

RF: Sono due personaggi molto particolari, soprattutto dal punto di vista caratteriale. Se io fossi il presidente cercherei di capire come allestire la squadra per la prossima stagione: dall'allenatore fino ai giocatori. Cercherei di capire qual'è la voglia e la disponibilità dell'attuale rosa. Inoltre inserirei nello staff societario qualcuno che possa dargli una mano e gestire al meglio il rapporto tra la squadra e la società stessa.

AP: Ti stai riferendo ad Oriali?

RF: Oriali ha sicuramente fatto bene ma mi riferisco anche a qualcuno che sappia metterci la faccia in determinati momenti della stagione, che sappia prendersi la responsabilità delle scelte fatte. Insomma uno che sappia gestire al meglio le situazioni difficili che ti possono capitare durate l'anno. In questo caso io prendo sempre ad esempio il Milan che, all'interno dello staff societario, ha persone che operano al meglio proprio in questo senso.

Inter vs. Cagliari

AP: Che cosa ti aspetti dalla gara contro il Cagliari?

RF: E' sicuramente una tappa importante per l'Inter. Il Cagliari è una squadra difficile da incontrare: non da punti di riferimento in avanti, è una squadra veloce, che sa dare del filo da torcere alle grandi. Dipenderà molto dall'atteggiamento della squadra di Stramaccioni che, ultimamente, prende troppi gol e si fa trovare spesso scoperta e vulnerabile. E' un problema che Benitez, Gasperini e Ranieri non sono riusciti a risolvere. L'inter, a mio modo di vedere, deve migliorare nel gioco difensivo. Messo a posto quello, con gli attaccanti che si ritrova penso possa portare a casa un risultato positivo ed importante per il resto della stagione.

AP: L'ultima domanda, non ha nulla a che fare con il mondo nerazzurro. Cosa ne pensi, qual è la tua reazione "di pancia" in merito allo scandalo calcio scommesse che, sfortunatamente, è tornato d'attualità?

RF: E' uno schifo. Una vergogna! Viviamo già in un paese pieno di problemi e forse il calcio poteva ancora essere considerato, nonostante Moggiopoli, l'unica cosa "credibile" per la quale andare fieri. Invece, subito dopo la vicenda Moggi, si è tornati ad infrangere le regole. Purtroppo la serietà non fa parte del mondo del calcio. Siamo arrivati a toccare il fondo e forse siamo andati ancora più giù. Non voglio colpevolizzare nessuno ma è triste leggere e scoprire che alcuni giocatori, che per le proprie tifoserie erano dei simboli e degli idoli, non abbiano avuto nessun problema a tradire non solo la propria squadra ma anche i tifosi stessi. Sono dell'idea che queste vicende possano convincere, nel tempo, tutti i tifosi a disertare gli stadi. Una delle colpe degli stadi vuoti è anche da ricercare in questo problema: la gente si è stufata di certi personaggi che bazzicano nel mondo del calcio.

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