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Quaresma e la trivela: “L’ho sempre fatta, anche se gli allenatori si arrabbiavano”

In una lunga intervista, l’ex attaccante dell’Inter ha parlato del suo famoso colpo e della sua fama di “bad boy” del calcio: “Ho sempre avuto questa reputazione. Dicono così perché sono una persona diretta e dico quello che devo dire”.
A cura di Alberto Pucci
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In Italia, nonostante la garanzia firmata Mourinho, Ricardo Quaresma è passato come una meteora e ha lasciato pochissime tracce. Poco più di 30 partite in due stagioni, 1 gol e 2 assist, sono tutto quello che il portoghese ha lasciato in dote alla tifoseria dell'Inter. Troppo poco per essere ricordato, eppure il 34enne di Lisbona non è mai finito totalmente nel dimenticatoio. Grazie al suo carattere focoso e alla sua famosa trivela, con la quale regala emozioni in Champions League con la maglia del Besiktas, Quaresma viene ogni tanto ricordato anche dai tifosi italiani.

In una recente intervista concessa a beIN Sport, l'attaccante lusitano si è però difeso dall'etichetta di "Bad Boy" del calcio: "Non ho mai avuto problemi con gli allenatori – ha spiegato Quaresma – Ho sempre avuto la reputazione di giocatore che ha causato problemi ovunque. Ma non sono mai stato un grosso problema. Sono una persona diretta: dico quello che devo dire. E quando dici quello che pensi nel calcio, sei il bad boy".

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Il suo marchio di fabbrica

Protagonista in Champions League con la maglia del Besiktas, primo a quota dieci nel girone più difficile (che vede la partecipazione di Porto, Lipsia e Monaco), Ricardo Quaresma ha concluso ringraziando il cielo e parlando del suo colpo più famoso: "Ringrazio Dio ogni giorno per il talento che mi ha dato, per poter viaggiare e fare quello che mi piace di più e fare cose diverse da molti giocatori".

"La trivela? Alcuni allenatori si arrabbiavano e a volte mi chiedevano di crossare normalmente, ma io ho sempre fatto la trivela – ha aggiunto l'ex interista – Altri pensavano che non dovevo farlo e me lo chiedevano, ma poi capivano che era normale. Non era una questione di mancanza di rispetto o di concentrazione".

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