Quanto è alto Lorenzo Insigne? Storia del ‘magnifico’ da venditore ambulante a calciatore
Lorenzo Insigne è alto 163 cm, meno dell'ex Pibe de Oro, ma in campo è un gigante all'altezza del nuovo ruolo che gli ha cucito addosso il tecnico, Carlo Ancelotti. Maurizio Sarri inventò – per ragion di Stato – Dries Mertens come punta centrale, adesso tocca al ‘magnifico' piazzarsi al centro del tridente e fare gol. Quanti ne ha fatti? Sei in campionato (è alle spalle della sorpresa del Genoa, Piatek) e uno in Champions: sette… ed è appena all'inizio della stagione. Il più bello quello realizzato al 90° in Coppa contro il Liverpool, in scivolata, su cross dell'inossidabile Callejon, dopo la traversa di ‘Ciro', portando in dote il primato nel girone e quel sogno urlato a squarciagola ("The champioooons") dai tifosi del San Paolo che sperano nella qualificazione agli ottavi di finale nonostante la sorte abbia sorteggiato gli azzurri nel girone di ferro contro Reds e Paris Saint-Germain.
‘Lorenzinho' (è il soprannome che s'è guadagnato per i suoi colpi di classe da funambolo sudamericano) ha 27 anni ed è nel pieno della maturità sportiva. Zeman lo ha svezzato al Pescara, Sarri lo ha trasformato in uno dei perfetti ingranaggi della macchina da guerra, Ancelotti ha provato a liberarne il talento perché esploda contro le difese avversarie. Da Frattamaggiore (la città dove abitava e abita tuttora la sua famiglia) alla Nazionale sempre con la maglia azzurra addosso, questione di sfumature e di obiettivi ambiziosi che Insigne ha coltivato dal basso, facendo gavetta vera provando sulla propria pelle lo smacco (e la rabbia) di vedersi scartato per la sua statura.
Prima di arrivare al Napoli feci diversi provini – ha raccontato nell'intervista concessa alla Lega di Serie A – però Torino e Inter mi dissero che non ero alto abbastanza. Io, però, non ho mai mollato. Perché se hai un sogno bisogna crederci fino alla fine e nella vita tutto può succedere.
La sua carriera non è stata tutta rose e fiori. Quella di Insigne ha fatto giri immensi e ne ha messo a dura prova il carattere prima ancora che il talento. Di studiare non ne ha mai avuto abbastanza voglia e allora, oltre a praticare calcio, sua madre gli disse che era il momento di trovarsi un lavoro.
Mio padre non guadagnava abbastanza e mia madre mi disse che se non volevo studiare allora dovevo andare a lavorare – ha aggiunto Insigne -. Facevo il venditore ambulante, mi svegliavo alle sei del mattino e nel pomeriggio andavo ad allenarmi. Però mi capitava spesso di addormentarmi negli spogliatoi. Mi veniva a svegliare il mister.