Promessa argentina, flop in Spagna e faro dell’Udinese, ecco chi è Rodrigo De Paul
De Paul s'è fatto grande e, dopo la salvezza dell'Udinese, almeno questo è l'intento a un mese dal termine della stagione, prova a spiccare il volo verso altri lidi. Come quello nerazzurro dell'Inter o azzurro Napoli. Con le due compagini, col Tottenham sullo sfondo, intenzionati a fare follie pur di averlo. De Paul s'è fatto grande e ha dimenticato le delusioni valenciane riprendendo il filo del discorso interrottosi bruscamente dopo l'addio al Racing Avellaneda e le soddisfazioni in coppia con Vietto. De Paul s'è fatto grande e questa maglia, quella bianconera, comincia a stargli stretta. E così, dai suoi inizi nei pressi di Sarandì ai suoi recenti exploit con l'Udinese alla Dacia Arena, ecco la storia del #10 friulano che piace ad Ancelotti e al patron De Laurentiis.
Gli inizi: idolo del Cilindro e bidone a Valencia. Prima del riscatto tricolore a Udine
Rodrigo Javier De Paul nasce a Sarandì in Argentina il 24 maggio 1994 in una città storicamente appassionata di calcio e che ha visto, negli anni, gli exploit calcistici del campione del mondo Burruchaga e dell’atalantino Gomez. Insomma, una terra fertile per i calciatori malgrado una popolazione stimata di 60mila abitanti. E la storia di Rodrigo ha inizio proprio in questa comunità col ragazzo, nato nel più ampio comprensorio del dipartimento di Avellaneda, a percorrere i primi importanti passi verso la maturità nel Racing a otto anni. Non prima di unirsi al Belgrano, lontano dalla sua piccola comunità, alla tenera età di tre anni.
Qui, inteso con la casacca del Racing, il giovanissimo Rodrigo cresce, matura e si segnala nella cantera dell’Academia fino a convincere l’allora tecnico Zubeldia, nel 2012, e dunque a 18 anni, a schierarlo in prima squadra. L’esordio, almeno di squadra, non è magnifico con i biancocelesti a picco contro il Rafaela. Poi, nel ‘torneo final' 2012/13, 2 gol in 19 partite e una esperienza importantissima che verrà buona per il futuro. Un futuro che si chiama Racing anche l’anno successivo con Rodrigo e Luciano Vietto idoli, sin da giovanissimi, dello stadio Juan Domingo Péron, meglio noto come El Cilindro.
E proprio insieme, come in campo, per il bomber classe ‘93 Vietto, denominato El Chico, e De Paul, soprannominato El Pollo per il suo fisico asciutto e longilineo, il momento di lasciare la patria arriva nell’estate del 2014 con la stessa, o quasi, destinazione: Villarreal il primo, Valencia il secondo. Insomma, a 20 anni, ecco la grande chance di giocare in Europa e dimostrare il proprio valore anche se, stando alle parole del tecnico del Valencia Juan Antonio Pizzi, con le stimmate di “miglior talento degli ultimi cinque anni del movimento albiceleste”. Un marchio, pagato 6.5 milioni di euro, che influirà negativamente nella sua prima sortita oltre i confini nazionali con una espulsione, dopo pochi giri di orologio in campo nel suo debutto in Liga, e quattro turni di squalifica con la maglia dei Taronjes alla sua primissima contro il Siviglia. Poi, una serie di panchine ed una stagione, la sua d’esordio con solo sei gare dall’inizio, 25 presenze ed appena due gol. L’anno successivo, non è certo più fortunato col Diez argentino costretto a giocare solo 732’ prima di tornare, nell’inverno 2016, in patria. Sembra tutto finito. Il sogno di affermarsi nel vecchio continente pare infranto ma nell’estate del 2016 l’Udinese, che lo seguiva dai tempi del Racing e delle soddisfazioni in tandem con Vietto, tenta la carta De Paul prelevandolo dai valenciani per 3 milioni di euro. Il resto è storia recente con un numero #10, che senza paura, eredita la casacca che fu di Di Natale e pure di Zico e che, un po’ alla volta, come un diesel, cresce, divenendo uno dei pochi fari della manovra friulana. Un faro, di recente convocato anche dalla Seleccion di Scaloni in ottobre e ora richiesto da molti, Inter in primis, e che potrebbe finire al ‘San Paolo’ nel tempio che fu del grande Diego Maradona.
Caratteristiche di gioco: esterno offensivo e non solo trequartista
Arrivato in Italia con i gradi di trequartista, nel calcio più tattico e maniacale del globo, il #10 argentino matura nuove consapevolezze e doti in mezzo al campo. Con Delneri, infatti, l’ex Racing si sposta sulla destra, e pure sulla sinistra, e comincia a trovare spazio anche in un 4-4-2 classico ma al tempo stesso ampio e vaporoso. Il trequartista si adatta e cresce. E anche in quelle zone del terreno di gioco mostra tutto il suo bagaglio tecnico. Che però, almeno fino a quest’anno, non prevede costanza di rendimento. Già il suo tallone d’achille è proprio questo. Almeno, come detto, fino alla consacrazione di questa annata e al 6.11 di media nella sua disastrata Udinese.
Dove, fa vedere intensità, carattere, voglia, determinazione, classe, dribbling, capacità di lettura, propensione al gioco di squadra, a creare fitte trame e, pure, a concretizzare sotto porta: 4 reti al primo e al secondo anno in Serie A, già 9 in questa sua nuova, forse definitiva, versione.
Valore di mercato: per i siti specializzati 18 milioni di euro per l’Udinese, 35
Il suo recente exploit ma anche la sua rinascita fanno presagire a una evoluzione, in tema di valore di mercato, davvero eccellente. Sceso a 2.5 milioni di euro non meno di tre anni fa col Valencia, nel punto più basso della sua parabola personale, con la cura Italia e quella friulana, De Paul si riscatta e fa lievitare il suo attuale costo intorno ai 18 milioni di euro. Valutazione quasi unanime sia per Transfermarkt.it che per il Cies, nello specifico settore ‘values’.
Eppure, per i Pozzo il gioiellino di Sarandì, di soli 25 anni e nel pieno della sua maturazione calcistica, occorrono almeno 35 milioni di euro col Napoli, e l’Inter, avvisati. Ma anche pronti a investire il giusto pur di accapparrarselo.
Come giocherebbe nel Napoli: esterno nel 4-4-2 di Carletto
Come detto, la scuola italiana ha giovato molto al talento argentino che, dopo questi tre anni nel Bel Paese, sa giocare pure sulle corsie laterali. E questa, dovesse arrivare dal Friuli, sembra essere la collocazione ideale del ragazzo chiamato, nel 4-4-2 di Ancelotti, a regalare ancora più qualità e imprevedibilità a un reparto già forte. E che potrebbe vantare innesti come quelli di Veretout o Pablo Fornals in mezzo al campo. A destra o a sinistra non importa, De Paul sembra destinato a ricoprire quel ruolo e, a turno, a dare il cambio ai vari Callejon o Fabian Ruiz. Senza dimenticare, in caso di cambio di sistema di gioco, la sua indole da #10 e le sue origini da trequartista, abile anche da seconda punta.