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Processo all’Inter e a Mancini, i numeri del flop

La sconfitta contro la Juventus ha ulteriormente messo a nudo i limiti di una squadra che in 2 mesi ha perso 16 punti dai bianconeri.
A cura di Marco Beltrami
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Impietoso. Solo così si può definire il confronto tra i numeri della Juventus e quelli dell’Inter. Se i bianconeri in piena crisi ad inizio stagione hanno recuperato 11 punti di svantaggio in 4 mesi riprendendosi la vetta della Serie A, i nerazzurri in poco più di 60 giorni ne hanno persi addirittura 16. Un crollo senza fine quello degli uomini di Mancini che prima di Natale sembrava una tra le principali candidate alla vittoria dello scudetto. Basti pensare che il 20 dicembre Icardi e company guardavano tutti dall’alto in classifica con 36 punti, 1 in più di Fiorentina e Napoli, 3 in più della Juventus, 4 in più della Roma e 8 del Milan.  Da quel momento e dalla sconfitta interna contro la Lazio però è cambiato tutto con l’Inter che ha mantenuto un rendimento davvero negativo.

Flop nerazzurro

La compattezza della prima parte di campionato è diventata un ricordo lontanissimo con la squadra nerazzurra che ha perso via via le sue certezza. Nel 2016 sono arrivate solo 3 vittorie contro squadre come Empoli, Chievo e Samp, e nel girone di ritorno sono stati appena 9 i punti messi in cascina in 8 gare. Una media da squadra che lotta per la salvezza per l’Inter che in 10 giornate ha dilapidato il vantaggio scendendo fino al 5° posto in classifica a meno 13 dalla Juve e mano 5 dal terzo posto occupato dalla Roma, con solo una lunghezza di vantaggio sul Milan.

Squadra senza carattere

Zanetti e Ausilio dopo il ko contro la Juve non hanno usato mezze parole per definire l’atteggiamento della squadra. Il direttore sportivo in particolare ha fatto riferimento ad una “mancanza di attributi” che i dati relativi ai confronti diretti sembrano confermare. Tra le prime sei della graduatoria infatti l’Inter è quella che ha fatto peggio contro le altre big raccogliendo appena 7 punti in 8 gare e tutti in casa. Croce dunque sui giocatori, ma sicuramente le responsabilità ricadono anche sul mister che non è riuscito a responsabilizzare una squadra, perdendo con il passare delle giornate il polso dello spogliatoio.  Numeri preoccupanti dunque per una formazione che si è letteralmente persa per strada e ora avrà bisogno di un finale di stagione in crescendo, per cercare di conquistare quell’Europa che permetterebbe di salvare un’annata che sembrava inizialmente destinata a regalare soddisfazioni.

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