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Pressing alto, gioco verticale, ruoli chiari: per ora non è ancora la Juventus di Sarri

Le prime amichevoli contro Tottenham e Inter mostrano le intenzioni di Maurizio Sarri. Il tecnico chiede alla squadra di difendere in avanti e verticalizzare. Cristiano Ronaldo e Bernardeschi non cercano l’uno contro uno a tutto campo. Con le linee alte e le verticalizzazioni rapide, sarà importante proteggere Pjanic a centrocampo.
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L'allenatore del cambiamento. Dopo due settimane e due amichevoli nel caldo cinese che toglie il respiro, non è difficile vedere l'approdo che ha in mente Maurizio Sarri per la sua Juve. Perché i principi del suo gioco si conoscono già, e almeno su uno di questi ha impostato gli ultimi giorni di lavoro pesante. “La squadra si deve abituare a difendere quello che ha in faccia, non quello che ha alle spalle” ha detto dopo la vittoria ai rigori sull'Inter nella International Champions Cup: un'amichevole che, a giudicare dai cambi tardivi, dall'atteggiamento in campo e dalla reazione di Conte nel post-gara, nessuno era disposto a perdere a cuor leggero.

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Pressing alto

L'inizio della nuova era bianconera è ancora un desiderio da leggere fra le righe, un'ambizione che sboccia fra giocate e contro-movimenti. Palese, e d'altronde inevitabile, che i lavori in corso per rendere solide le basi della nuova costruzione non siano finiti. Non potrebbe essere altrimenti. Di sicuro, comunque, Sarri non è arrivato per portare un'evoluzione graduale, una transizione morbida rispetto al passato. È arrivato per dimenticare quel che è stato e cominciare un percorso nuovo.

Già i primi minuti della prima partita, quella contro il Tottenham, fanno capire che nella mente di Sarri non c'è spazio per le mezze misure. Non deroga dalla difesa a quattro, chiede alla squadra di pressare altissimo: salgono gli attaccanti, una mezzala o a volte tutte e due, viene in appoggio il terzino sul lato del pallone per favorire un'uscita dopo il recupero. In questo, Cancelo sembra il difensore più in sintonia col nuovo tecnico, perché deve adattarsi meno degli altri: giocare alto, spingere a tutta fascia, gli veniva naturale anche prima.

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Ruoli flessibili, giocatori meno ibridi

A livello di impostazione complessiva, almeno due concetti cominciano a emergere. Intanto si vede la ricerca di una razionale specializzazione dei ruoli, che è poi la base perché attecchisca una filosofia organizzata sull'integrazione di compiti individuali semplici e definiti da eseguire in velocità. Un'intenzione che, rispetto al suo Napoli, Sarri si troverà inevitabilmente a modulare diversamente perché c'è un jolly che è meglio non ingabbiare. “Cristiano Ronaldo in campo può andare dove vuole” ha detto prima del debutto contro il Tottenham. Però nella mente di Sarri, questo almeno è altrettanto chiaro, CR7 parte da ala sinistra. E avrà, a questo sembrano portare i fili che il nuovo tecnico ha cominciato a tessere, meno campo da coprire. Se le prime impressioni si combinano con quel che di Sarri già si sa, si può pensare che difficilmente si vedrà Cristiano Ronaldo far valere il suo atletismo a tutto campo e diventare l'anello di congiunzione fra centrocampo e attacco come succedeva con Allegri.

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Flessibile, sì, ma meno ibrido: un principio che sta visibilmente assorbendo anche Bernardeschi, che è probabilmente il più ibrido di tutti. A giudicare dalle prime due amichevoli, Sarri li vorrebbe concentrati e decisivi negli ultimi venti-trenta metri. Il pressing alto e coordinato a questo dovrebbe servire, ad evitare che si creino dietro gli attaccanti spazi troppo larghi da dover riempire. E a permettere agli attaccanti di scambiare più facilmente a ridosso dell'area: chiari i tentativi di verticalizzare verso Higuain che, nonostante il gol al Tottenham, pare proprio non avere un futuro in questa Juve.

Nella seconda metà della scorsa stagione, Higuain è stato meno efficace di Giroud al Chelsea
Nella seconda metà della scorsa stagione, Higuain è stato meno efficace di Giroud al Chelsea

Gioco verticale

Si nota anche la ricerca, e non stupisce poi più di tanto, di andare in verticale per sorprendere le difese. Ma perché il meccanismo funzioni serve la certezza della squadra in cui tutti conoscono le posizioni di tutti. E questo, alla fine di luglio, non si può chiedere a una squadra in fase di rivoluzione concettuale. Infatti si è vista una Juve ancora macchinosa, i giocatori portano tanto palla, non si fidano della giocata di prima. Inevitabilmente guardano il posizionamento dei compagni prima di decidere cosa fare.

La costruzione con il ritmo e la fluidità che ci si può aspettare a questo punto della preparazione porta anche in un certo senso ad accettare, o almeno a mettere in conto, qualche disequilibrio in difesa se si perde palla e gli avversari ribaltano velocemente l'azione. Ovvero, quel che si è visto più volte nel primo tempo contro l'Inter. Con tanti uomini sulla linea del pallone e oltre, se non arrivi velocemente in area il rischio di perderla e subire il contropiede aumenta. E anche le contromisure, le letture preventive, le transizioni negative, richiedono un livello di consapevolezza e sicurezza che oggi la Juve non può avere. Quel che ha, invece, è la disponibilità ad imparare in campo, anche durante le partite, di continuare a fare quel che l'allenatore chiede anche se non riesce ancora così bene.

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Centrocampo: Pjanic va protetto, bene Rabiot

C'è anche una sorpresa che arriva dalle prime due amichevoli. “Rabiot ha fatto bene da centrocampista centrale, mi ha sorpreso” ha detto Sarri dopo la partita con l'Inter. Per il francese, si aprono prospettive inattese anche da play. Un ruolo che sarà prevedibilmente ancora più cruciale per la Juve.

Perché in quella zona di campo, Sarri non può permettersi di farsi stringere troppo dagli avversari, che infatti contro il Napoli prima e il Chelsea poi puntavano a raddoppiare Jorginho così da allontanarlo dalle mezzali per occupare le linee di passaggio e sfruttare gli scompensi generati. Ha provato a farlo anche il Tottenham, con Son e uno dei trequartisti rapidi a chiuderlo, ha provato a farlo l'Inter nel primo tempo, finché le gambe hanno retto. Così hanno a tratti ridotto la sua efficacia nel gioco corto, non quella dei lanci lunghi capaci di spostare l'orizzonte dell'azione da difensiva in offensiva.

Dybala "falso nove"?

La presenza di un campione con un'altra marcia come Cristiano Ronaldo, nell'ottica di una squadra che ha l'obiettivo di costruire superiorità attraverso l'occupazione degli spazi nella metà campo avversaria con e senza palla, comporta l'esigenza di schermare in maniera più decisa, anche muscolare, il regista basso. Altrimenti, se il possesso non raggiunge quote di dominio all'altezza del miglior Barcellona di Guardiola, i rischi potrebbero rivelarsi eccessivi. Serve anche un attaccante più associativo di Higuain e Mandzukic, che possa dialogare nello stretto. Sarri ha già aperto all'idea di Dybala centravanti di movimento o trequartista dietro due punte. I cambiamenti sono solo all'inizio.

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