Piccole a chi… Sassuolo o Fiorentina, chi può essere la rivelazione in questa Serie A?
C'è un calcio, in Italia che, con organizzazione, voglia, entusiasmo ed investimenti oculati fa risultato, vince ed è di successo. Un calcio, di provincia che, in Italia, regala emozioni e sapori, quasi antichi, sopiti, di un football che non ha bisogno di tanti soldi per essere gradevole, bello e produttivo. Senza parlare, poi, degli allenatori che in questi contesti si mettono in evidenza, dei giovani talenti che guadagnano le luci della ribalta e dei tanti italiani capaci, in piazze prive di troppe pressioni, di emergere, guadagnare fiducia, consacrarsi e arrivare, perché no, anche in nazionale.
Parliamo, in sostanza, dei miracoli Sassuolo e Spal, nel segno della S e del pallone emiliano e della Fiorentina di Chiesa, in grado di sorprendere tutti in questo avvio e portarsi, grazie alle sapienti guide tecniche di De Zerbi, Semplici e Pioli, ad affollare le zone di vertice della classifica di Serie A.
La Fiorentina dei giovani, una forza con cui fare i conti
Non solo la provincia, oggi, sembra dominare il nostro calcio, anche capoluoghi come quello di Firenze, infatti, lo fanno seguendo la strada del bel gioco, del football sostenibile e dei giovani. Con la vittoria di questa sera in casa sulla Spal, la formazione di Pioli si porta a quota 10 punti in cinque giornate agguantando il Sassuolo di De Zerbi e iscrivendosi, con un pizzico di qualità in più, nel novero delle ‘favole’, delle sorprese di questo campionato da percorrere, tappa dopo tappa, sempre, nel segno di capitan Astori.
Una Fiorentina forte, gagliarda, ricca di individualità e pure di prospetti interessantissimi che, con un anno e più di esperienza in Serie A, possono di sicuro fare ancora meglio. Uomini, anzi, ragazzi come Milenkovic, lo stesso Lafont, Biraghi, Dabo, Veretout, Pjaca, Simeone ma anche giovani veterani come Benassi che, capitanati da quel fenomeno di nome Federico Chiesa, possono davvero dare fastidio a tutti in ottica Europa League ma anche, chissà, per quella Champions con la formazione viola, ormai, lontana dalla coppa dalle grandi orecchie proprio dall'età di papà Enrico, Batistuta e Bressan. Insomma, un'epoca troppo lontana ma a cui tende, quest’anno o il prossimo, il progetto Firenze.
Sassuolo, solo la Juve ferma Boateng e soci
L'undicesimo posto dello scorso anno esigeva un avvio ed una risposta adeguate alla forza della società neroverde ed alle ambizioni del patron Squinzi.
Eppure, qui e ora, si eccede, si va oltre ogni più rosea aspettativa: cinque gare con 10 punti conquistati, una media di due punti per partita, tre successi, fra cui lo scalpo dell'Inter, un pareggio ed una sola sconfitta, sia pure con l'onore delle armi a Torino con la Juventus, il miglior attacco del torneo con 12 reti a referto ed un gioco, con un corto e attento 4-3-3 che diventa 4-5-1 in fase di non possesso, davvero brillante e molto effervescente.
La fotografia perfetta, nitida e precisa di un momento davvero importante, a cui vanno sommati la terza posizione in A come squadra che calcia di più verso la porta avversaria, 59 volte, il secondo club per assist vincenti, 7, di cui già due per Lirola, per uno stato di grazia che, dovesse protrarsi nel tempo, potrebbe riportare il Sassuolo ai fasti della stagione 2015/16, quella, per intenderci, della qualificazione ai preliminari della UEFA Europa League dell'anno successivo. Gli ingredienti, dalla gioventù (terza media età più bassa del torneo a quota 25.1 anni) alla qualità media della squadra, dall'ottima guida tecnica alle individualità di esperienza fino alla alchimia raggiunta, ci sono, ci sarebbero tutti.
Mercato neroverde, plusvalenze per 4 milioni di euro e risultati straordinari
Secondo la classifica della Serie A per valori di mercato delle formazioni che compongono il massimo torneo, il Sassuolo, che attualmente è quotato 120 milioni di euro, dovrebbe finire undicesimo dietro a Sampdoria e Atalanta.
Oggi, invece, anche se con solo cinque giornate in archivio, la storia sembra decisamente un'altra. Eppure, la società emiliana in sede di mercato non ha fatto fuoco e fiamme, anzi.
Spulciando tutte le operazioni estive del club neorverde, difatti, scopriamo che, al netto di una potenza economica non male per un collettivo con quel bacino d'utenza e quella storia, Squinzi ed il direttore generale Carnevali sposando, come di consueto, un progetto al cui centro ci sono i giovani più interessanti del Paese, hanno ottenuto un guadagno netto, una plusvalenza di ben 4 milioni di euro. Insomma, malgrado l'arrivo di Di Francesco dal Bologna per 10 milioni di euro, e quelli di Babacar, Marlon e Magnani, per un costo complessivo da 20 milioni, a cui vanno sommati gli altri 15 investiti per prospetti come Brignola, Odgaard, Locatelli o Boga, il Sassuolo, con gli addii di Politano (5 milioni più riscatto), Defrel (15 mln), Acerbi (10 mln), Falcinelli (10 mln), Iemmello (5 mln), Antei (5 mln) e Missiroli (2.5 mln) o Mazzitelli (1 mln), ha chiuso addirittura con un ottimo più 4 con, come ciliegina sulla torta, Boateng, preso a zero dall’Eintracht di Francoforte, capocannoniere di questa giovane corazzata chiamata, dai suoi tifosi, sempre di provincia, Sasol.
Spal dei miracoli, la salvezza come carburante per quest’anno
Ad appena un’ora e dieci minuti di auto, percorrendo l’A13, giungiamo/restiamo, nell’Emilia che strega il football, a Ferrara dove, quella compagine chiamata Società polisportiva Ars et Labora, che noi abbreviamo in Spal, non si rivela da meno del predetto Sassuolo. Come i neroverdi, ma con minor capacità finanziarie ed ancor meno esperienza in A, la banda di mister Semplici, reduce da una sofferta ma meritatissima salvezza, sta mettendo insieme un avvio di stagione, date le citate premesse, forse, ancora più bella di quella dei cugini modenesi. E sì perché, al netto del risultato di questa sera contro la Fiorentina, il collettivo spallino, almeno prima della trasferta del ‘Franchi’, s’era messa nelle migliori condizioni, con 3 punti in Toscana, per giungere, almeno per una notte, davanti a tutti, con la corazzata Juve, in prima posizione in questa edizione della Serie A.
Un autentico sogno (rimasto tale), dopo il fallimento di appena sei anni orsono e la conseguente rinascita dopo la fusione con la piccola Giacomense. Una rinascita lenta, inesorabile e che, in pochi anni, ha condotto i biancoazzurri, dall’Eccellenza alla D alla C, e poi alla Cadetteria della B dopo 23 anni, in A dopo 49 stagioni e, magari chissà, con un inizio così, ancora più in alto.
Mercato emiliano: 22.1 milioni per la Serie A
Il quintultimo budget della Serie A, quello della Spal, oggi, consente agli emiliani una posizione di tutto rispetto, una posizione che, garantirebbe agli estensi la seconda salvezza consecutiva e, come detto, pure qualcosa in più. Merito dell’alchimia di squadra ma anche di un 3-5-2 compatto e pericoloso al tempo stesso, con le punte, Petagna–Antenucci, ben servite dagli esterni, Fares e Lazzari, per quest’ultimo anche la recente soddisfazione dell’esordio in nazionale, supportati da un centrocampo importante e da una difesa, al momento, poco permeabile (1 gol al passivo prima del Ko di Firenze). Insomma, il gioco, per molti già chiaro da tempo con Semplici in panca dal lontano 2014, è la bussola, il navigatore 2.0 che sta conducendo la nuova Spal verso vette siderali quasi inimmaginabili.
Vette, insperate ma raggiunte con merito anche per un mercato davvero strategicamente intelligentissimo: 22 milioni spesi sì ma per diversi riscatti, Kurtic (4.8 milioni di euro), Paloschi (4 mln), Viviani (3.3 mln), Salamon (2 mln) e alcuni mirati innesti come quelli di Petagna (3 mln per il prestito con riscatto), Missiroli (2.5) e Valdifiori (1 mln). Innesti che hanno rafforzato l’impianto di fase degli spallini, specie davanti e sulle corsie, e garantito maggiori tasselli in caso di turnover con tanti, tantissimi ballottaggi per Semplici ogni (maledetta?) domenica.