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Perché Mazzoleni non ha espulso Benatia e non c’era ‘tripla sanzione’ da regolamento

Ecco cosa dicono il regolamento e l’analisi della moviola su quanto accaduto in Milan-Juventus. Perché l’arbitro Mazzoleni non ha ammonito e poi espulso (per somma di ‘gialli’) Benatia? Qual è stata la sua interpretazione nonostante abbia rivisto le immagini in campo? Perché il difensore juventino non è stato punito con la tripla sanzione?
A cura di Maurizio De Santis
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Perché l'arbitro Mazzoleni non ha concesso subito il calcio di rigore alla Juventus e ha fatto ricorso alla cosiddetta on field review (la moviola in campo)? Perché non ha ammonito e poi espulso (per somma di ‘gialli') Benatia, autore del fallo di mani? Cosa dice il regolamento? Qual è stata la sua interpretazione e perché la sua valutazione dell'episodio fa discutere? Procediamo per gradi, proviamo a dare una risposta a tutti i dubbi e a ‘entrare nella testa dell'arbitro' analizzando la moviola della sfida che il Milan ha perso (0-2) a San Siro.

  • Il rigore concesso dopo l'intervento del Var. E' l'arbitro Fabbri – che siede nella control room – ad avvertire il collega Mazzoleni che l'intervento di Mehdi Benatia su Gonzalo Higuain merita di essere rivisto e valutato con maggiore attenzione. Perché il direttore di gara non ha concesso subito il penalty? Possibile che non abbia visto a velocità normale in maniera chiara il tocco di Benatia? Può darsi, com'è possibile che – almeno inizialmente, ammesso che non gli sia sfuggito – non gli abbia attribuito un rilievo tale da sanzionarlo con la massima punizione.
  • Era giusto concedere il rigore per il fallo di Benatia? Sì, come si evince dalla dinamica dell'azione. Sul controllo di Higuain, il braccio di Benatia non è inerte: per intenderci, la palla non va a sbatterci e basta ma si nota come il difensore lo fletta sull'avambraccio nel tentativo di contrastare l'azione dell'avversario.
  • Benatia meritava cartellino giallo ed espulsione per somma di ammonizioni? La convinzione al riguardo è alimentata anzitutto dal fatto che l'arbitro ha potuto giudicare l’episodio rivedendolo con la moviola in campo e, di conseguenza, assegnando il rigore. Dunque, siamo di fronte a una scelta meditata e non frutto di una valutazione superficiale, fatta a occhio nudo. Cosa significa? Da protocollo avrebbe potuto estrarre il cartellino giallo ed espellere il difensore: la sua sarebbe stata una decisione ‘collaterale' e legittimata da quella del rigore oggetto della revisione.
  • Cosa dice il regolamento e perché Mazzoleni non ammonisce Benatia. Il nocciolo della questione sono la cosiddetta ‘chiara occasione da gol' e la ‘volontarietà'. L'arbitro non ravvisa né l'una né l'altra e la possibile spiegazione è nell’interpretazione che dà al fallo di mani nonostante lo abbia rivisto con l'ausilio delle immagini a bordo campo: con ogni probabilità giudica l’intervento di Benatia non intenzionale (è il pallone a sbattere contro il braccio, non il calciatore che sposta il braccio verso il pallone secondo la sua valutazione), assegna il rigore ma, non riscontrando la volontarietà, non lo ammonisce.
  • ‘Chiara azione da gol' e ‘azione promettente', in quale dei casi rientra l'episodio di Benatia? Nel secondo perché Higuain è sì nell'area di rigore della Juventus e in posizione frontale rispetto alla porta, controlla la palla ma non ha la certezza di mantenerne il possesso né di avere campo libero davanti a Szczesny per battere a rete. Anzi, può ancora subire l'intervento di un altro difensore (Chiellini) oppure l'uscita del portiere. Deve essere stata questa la valutazione fatta da Mazzoleni.

Perché la ‘tripla sanzione' non è stata applicata a Benatia

Rigore, espulsione e squalifica. Era la cosiddetta tripla sanzione, una delle più dure e temute. L'Ifab (International Football Association Board) l'ha parzialmente abolita nel 2016. In base alla modifica del regolamento, l'arbitro non è più obbligato a estrarre il cartellino rosso – oltre a concedere il rigore – quando un giocatore interrompe una chiara occasione da gol (non è il caso di Benatia) o c'è la chiara volontà di arrecare danno all'avversario. La possibilità di espellere il calciatore resta invece in casi di spinte, trattenute, falli di mano o condotta violenta. Nulla cambia se il fallo avviene fuori area: punizione e cartellino rosso.

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