Per Zeman e Stramaccioni, Roma-Inter è lo “sliding doors” della stagione

Carpe diem – Chi l'avrebbe mai detto che la tanto bistrattata Coppa Italia, potesse dare un senso (ovviamente positivo) ad un'intera stagione? E' quello che potrebbe succedere a Roma ed Inter che, questa sera, scendono in campo all'Olimpico per i primi novanta minuti. Un appuntamento importante, specialmente per i colori giallorossi che, in caso di passaggio del turno, avrebbero la chance di giocarsi la finale davanti ai propri tifosi che già sognano di arrivare in Europa, passando dalla conquista del trofeo, magari contro la Lazio (impegnata nell'altra semifinale contro la Juventus). Il match di campionato, finito in pareggio tra rimpianti e proteste, ha confermato il momento difficile di entrambe le squadre: i giallorossi perennemente alle prese con problemi di equilibrio e di qualità individuale (alcuni giocatori non sono propriamente da Serie A), i nerazzurri ancora alla ricerca di una identità ben precisa e di una manovra che, tolti i giocatori con più fantasia (Sneijder, ormai in Turchia, e Cassano), non riesce a decollare. Problemi che hanno portato ad una involuzione e ad una perdita di punti in classifica che, alla fine dei conti, potrebbe essere fatale ai due tecnici.
Bivio o capolinea – La sfida nella sfida, cioè lo scontro tra il maestro e l'allievo, sarà parte importante dello spettacolo di questa sera. Come a San Siro nel settembre scorso (quando il boemo calpestò l'idea di squadra, ancora abbozzata, del suo collega) e certamente più dello scialbo pareggio di pochi giorni fa, la partita tra Zeman e Stramaccioni sarà un "contorno" tutto da gustare per i due modi completamente diversi di vivere ed intendere il calcio: offensivo e sfrontato quello del romanista, ragionato e concreto quello del giovane "dirimpettaio". Due filosofie di vita calcistica diametralmente opposte, due metodi ben precisi che solo il tempo ci dirà se potranno mai essere vincenti. Ed il problema, è proprio questo: saper attendere con pazienza che il "progetto" dia i suoi frutti. Fatta la premessa che la vittoria accontenta uno solo e che la pazienza non è di casa nel calcio nostrano, ecco che un'eventuale flop in Coppa Italia (fino ad oggi considerata inutile) potrebbe dare il via alle polemiche e, addirittura, ad eventuali decisioni drastiche. Ad oggi, infatti, il progetto di Zeman non ha ancora dato i suoi frutti. Anzi, con la classifica che si ritrova (frutto anche del regalo di Cagliari: partita mai giocata dai giallorossi), il boemo rischia davvero di essere messo in discussione se non dovesse centrare almeno la finale di Tim Cup che, probabilmente, potrebbe voler dire Europa League a prescindere (Juve e Lazio si giocano la Champions e libererebbero un posto). Stramaccioni, che torna nel luogo da dove tutto ebbe inizio, non è da meno: stretto tra la coppia Lazio/Napoli e la concorrenza agguerrita della Fiorentina, l'apprendista stregone nerazzurro farebbe bene a cominciare a vincere, specialmente in campionato dove il rischio di perdere, per il secondo anno consecutivo, la garanzia di poter giocare in Champions League è molto alto.

Tutto in due notti – Tra colpi di mercato e proclami di vittoria, Zeman e Strama sanno di giocarsi molto in questi 180 minuti. Non è tanto una questione di trofei da conquistare, quanto quella di una credibilità da difendere. Fino ad ora sono stati protetti dalle rispettive società, ma siamo sicuri che questa protezione possa durare in eterno? Il progetto giallorosso, per il quale ci vogliono (e ci vorranno) soldi e tempo, affascina ed ingolosisce il popolo romanista che, però, non vince dai tempi di Capello e Spalletti. Saprà aspettare ? O, alla prima curva presa male, contesterà l'allenatore (cosa, peraltro, in parte già avvenuta)? E quello nerazzurro, riuscirà a dimenticare i successi di Mourinho ed attendere che Stramaccioni acquisti l'esperienza necessaria per primeggiare in Italia ed in Europa? Per i due allenatori, è evidente, l'ennesimo incrocio rischia davvero di essere lo "sliding doors" della stagione: quella partita che, trofeo a parte, può dare la spinta necessaria per inseguire obiettivi più prestigiosi, oppure farti sprofondare nell'incertezza assoluta. In attesa di vederli discutere amabilmente di moduli e giocatori, con le gambe sotto ad un tavolo e davanti ad un buon piatto di pasta ("c'è stato il tentativo di andare a cena insieme qualche volta, però si vede che i tempi nostri non coincidono" ha dichiarato recentemente il boemo), godiamoceli nella loro veste migliore con la speranza di poterlo fare anche in futuro perchè, con tutti i loro difetti, Zeman e Stramaccioni rimangono parte importante del nostro movimento calcistico.