Pep Guardiola nuovo allenatore, com’è nato l’accordo che rivoluzionerà la Juventus
Ma l'hanno preso? E quando arriva? Pep Guardiola dopo Cristiano Ronaldo. A luglio scorso il presidente, Andrea Agnelli, salì a bordo dell'aereo che lo portò in Grecia per raggiungere il cinque volte Pallone d'Oro e brindare con lui (accanto al manager, Jorge Mendes) al trasferimento in bianconero. A breve, meno di una settimana se tutto va bene, anche prima della finale di Champions League, potrebbe esserci un altro annuncio: ovvero, quello dell'allenatore che più di tutti era in cima alle preferenze del massimo dirigente, da quando ha scelto di chiudere il rapporto con Massimiliano Allegri.
Pressing. Maurizio Sarri piace, intriga ma il top è il manager catalano che – al di là delle smentite ufficiali e delle maxi offerte per il rinnovo del contratto – arriverà in Italia e sposterà sulla Serie A i riflettori di mezzo mondo. Due considerazioni ancora: 1) possibile che una società quotata in Borsa come quella bianconera attenda ancora a lungo prima di sciogliere la riserva? 2) possibile che sollevi dall'incarico il tecnico sotto contratto fino al 2020 senza avere in mano l'alternativa? Ipotesi plausibili per molti non per la Juventus. Ecco perché se vuoi dare una svolta rispetto al passato si poteva solo fare all-in sull'ex di Barcellona e Bayern Monaco. Ed ecco perché nelle ultime ore – come testimoniato dagli eventi – si sono intensificati i contatti fino all'incontro di ieri sera.
Era un vero e proprio o la va o la spacca. Il pressing su Pep è stato forte e c'era un solo modo per uscirne: dire sì oppure no una volta per tutte spazzando via le altre candidature al vaglio, dall'ex ‘comandante' del Napoli fino a Marcelino del Valencia, a Simone Inzaghi della Lazio oppure José Mourinho l'interista.
Il rischio che tutto salti? C'è ed è altissimo perché i petrol-dollari sono in grado di fare miracoli. E dinanzi all'ennesimo rilancio da mille e una notte da parte della dirigenza quel delicato incastro di intese può andare a farsi benedire riportando in auge tutte le candidature messe in secondo piano e tenute in stand-by per puntare al top sulla piazza.
Dal contratto ai primi colpi di mercato made in Guardiola. A Torino si dice che la sillaba fatidica sia stata già pronunciata in base a un contratto da 23/25 milioni netti a stagione per i prossimi 4 anni. E i primi movimenti di mercato sono da leggere (anche) in questa direzione: Milinkovic-Savic dalla Lazio è il primo segnale, il secondo è virare con decisione su Manolas della Roma (clausola da 36 milioni) oppure provare a strappare De Ligt dalle grinfie del Barcellona poi resta da capire cosa accadrà a Pjanic. Sarà una lunga estate calda, fino al 2 settembre c'è tempo perché il domino delle operazioni scandisca i prossimi mesi.
Un sogno a occhi aperti sulla rivoluzione. L'aveva chiesta proprio Allegri nel presentare alla dirigenza la sua idea di squadra da cambiare anche a costo di qualche cessione eccellente e un sacrificio economico in più ma l'uscita ai quarti dalla Coppa contro un Ajax giovane, organizzato e dotato di un'identità tattica (che è divenuta il tallone d'Achille di Max) ha segnato il capolinea della sua esperienza. Se hai CR7 in rosa non devi solo puntare a vincere ma devi farlo anche giocando bene.