Pagellone della prima giornata di Champions League
Terminata con tanti gol spettacolari, tanti record e diverse sorprese la prima due giorni di questa Uefa Champions League 2018/19, fra rigori, rossi, partidazi, critiche ed una Italia che restituisce un bilancio positivo con due successi, un pareggio ed una sola sconfitta, quella della Roma sul campo del Real Madrid, è tempo di bilanci, di giudizi e, pure, del primo Pagellone internazionale di questa maestosa, avvincente, spettacolare manifestazione con, come di consueto, promossi, rimandati e bocciati del primo turno della coppa più bella del pianeta.
Promossi
L'Inter, Vecino e la sua follia
L’Inter per costituzione, e non solo per slogan, è pazza, folle, connaturata da instabili guizzi, picchi ed altrettanti imprevedibili tonfi. Per intenderci, basta guardare l'altalenante rendimento di questo avvio di stagione con il Ko interno contro il Parma e l'incredibile rimonta di martedì col Tottenham. Ma proprio martedì, i nerazzurri, sono andati oltre la follia ribaltando, in appena 6/7 giri di orologio, una gara che sembrava ormai segnata. Dapprima, con la perla di destro, alla sua prima apparizione in Champions League, di Icardi e poi, al 92’, proprio come a maggio con la Lazio, con la garra churria, la grinta uruguaiana di Vecino capace di abbattere gli Spurs e di diventare oltre che un portafortuna vincente per i suoi, anche un discreto bancomat, anzi, un gratta e vinci con le sue due reti, quella di maggio e di martedì scorso, capaci di portare in dote alla sua squadra, 6 punti ma, anche, ben 42.7 milioni di euro.
Follia? No, l'Inter di Vecino.
Messi, una benedizione per il Barcellona
Il Barcellona batte il Psv per quattro reti a zero ma, nonostante la supremazia territoriale con ben 213 passaggi contro i 36 degli olandesi nei primi 25’ di gioco, almeno, per 30 minuti, non ha avuto vita facilissima contro la rocciosa compagine di Van Bommel. Alla fine però, puntuale come una imposta da pagare, Messi, su punizione, scompagina gli equilibri e diventa, insieme con Raul Gonzalez Blanco, il secondo calciatore a segnare per 14 stagioni consecutive in Champions League. Ma la tripletta che arriva alla fine del match, stende il Psv, assottiglia la differenza di gol dal primatista Cristiano Ronaldo, e consente alla ‘Pulga’ di entrare in un altro capitolo della storia della manifestazione: con queste tre perle, è recordman per hat-trick con 8 triplette a referto nella sua carriera internazionale in Coppa Campioni. Non male per uno che, al momento, ha solo 31 anni.
Casillas e Mbappé, tradizione e precocità
Nella serata di martedì i record non si arrestano certo con l'eterno Messi, anzi. Nel preciso comparto dei miti, delle leggende, delle icone della ‘coppa dalle grandi orecchie’, c'è anche un certo Iker Casillas che, col suo Porto, contro lo Schalke 04, si laurea calciatore più longevo di questo specifico torneo con lo spagnolo a bagnare la sua ventesima stagione in Champions League superando, di slancio, Ryan Giggs a quota 19. In aggiunta, con questa sua sfida, per la cronaca, terminata 1-1, lo spagnolo agguanta quota 172 presenze divenendo il giocatore con più caps in questa manifestazione. Del resto, per uno che ha esordito a 19 anni nel Real ed in questa kermesse e vinto, a quell'età la prima Coppa dei Campioni, c'era da aspettarselo.
Sulla sua scia, e con 18 anni in meno, c'è Mbappé, fra le poche note liete della sconfitta del Psg ad Anfield contro il Liverpool, con il campione del mondo, a 19 anni e 272 giorni, a siglare la rete che gli consente di superare la doppia cifra, 11 gol per lui, sopravanzando quasi con due anni di anticipo il precedente primato di Messi che, toccò proprio questa vetta, all'età di 21 anni e 119 giorni. Insomma, l’enfant prodige è qui e porta in dote l'ennesima buona ragione per vincere, sotto i 20 anni, il prossimo Pallone d'Oro.
La Juventus senza CR7 nel giorno del suo esordio in Champions
La Juventus, una delle legittime pretendenti al successo finale in questa Champions, dimostra già col Valencia di meritare, eccome, questa unanime candidatura.
E sì perché i primi 30’ di gioco sono una vera maledizione: prima, si infortuna Khedira e poi, al 30’, CR7, per presunto fallo su Murillo, viene espulso.
Insomma, tutto male, anzi, malissimo. E invece, contro tutto e tutti, la Juve tira fuori gli artigli e, con duplice penalty, a fine primo tempo ed a inizio ripresa, con Pjanic, implacabile dal dischetto, mette Ko il Valencia, che pure potrebbe accorciare le distanze su rigore con Parejo al 95’, per un successo, per come è arrivato, che dà tanta fiducia ad Allegri e soci.
Bayern e Manchester Utd col cruise control
Promosse a pieni voti anche Bayern Monaco e Manchester United che, sui campi di Benfica e Young Boys, non sentono alcuna incertezza, anzi.
I bavaresi, difatti, si sbarazzano facilmente dei lusitani con Lewandowski prima e Renato Sanches poi, che si scusa anche con i suoi ex tifosi per la rete del 2-0, a delineare i contorni di un successo rotondo che porta in testa al Gruppo E, in coppia con l’Ajax di Tadic e Zyech vittoriosi, mercoledì alle 19, per 3-0 sui greci dell’AEK Atene, i tedeschi di Kovac.
Bene, come detto, anche il Manchester United di Mourinho che, contro i debuttanti dello Young Boys, fa bottino pieno con un Pogba in grande spolvero (doppietta per lui) ed un Martial capace, di siglare la marcatura del 3-0 e mettere il punto esclamativo sui 3 punti dei Red Devils che, ora, sfidano la Juventus per il primato nel Gruppo H.
Rimandate/i
Ancelotti ed il suo Napoli
Il Napoli perde l'occasione di raggiungere il Liverpool in testa e staccare, contestualmente, il Paris Saint Germain che cade ad Anfield proprio per mano di Klopp e compagni. Ma non solo, questo pareggio, nell'economia di un girone di ferro, potrebbe complicare l'assunto specie se si considera il Marakana possibile terra di conquista delle altre due che compongono il gruppo C, i predetti Reds e PSG. Insomma, una serata da dimenticare non tanto sul piano del gioco, con gli azzurri sempre in controllo delle operazioni e dell'iniziativa ma sul piano della realizzazione con un pizzico di sfortuna ma anche tanta inefficienza nell'ultimo passaggio, e poca cattiveria davanti contro il pazzo, ma pure efficace, estremo difensore dei serbi Borjan.
L'allarme, ormai, non può essere più ignorato: il Napoli ha segnato solo una rete nelle ultime tre, un rendimento, dovesse proseguire anche in questo gruppo ed in questa Champions, che lascia/lascerebbe poche speranze.
Bocciate/i
Psg, esordio amaro
Come detto, una delle delusioni del martedì sera di Champions, è stata la formazione parigina del Paris Saint Germain che, dopo aver trovato il pari, disperato del 2-2, è stata costretta a capitolare grazie ad una magia in extremis del talento offensivo di Roberto Firmino, subentrato ed in dubbio fino all'immediata vigilia per un infortunio all'occhio rimediato contro il Tottenham. Una rete, preziosissima ai fini della lotta per la qualificazione, con i Reds a sfruttare fino in fondo il fattore campo, ma che già mette con le spalle al muro il tecnico Tuchel scelto, non per vincere la Ligue 1, peraltro già dominata da molti dei suoi predecessori, ma per raggiungere quella Champions che la proprietà, i tifosi ed i milioni spesi, esigono. Insomma, già con la Stllea Rosa al ‘Marakana’, Mbappé e compagni, daranno tutto per raddrizzare la barra e riannodare i fili di una manifestazione partita non proprio col piede giusto.
Cappotto Lokomotiv, il Gala spazza via i russi
I campioni di Russia, sia pure in trasferta nel difficile campo della Turk Telekom Arena e assenti dalla Champions da ben 15 anni, vengono surclassati dai padroni di casa che, alla fine del match, contano tre gol fatti, zero subiti, un Derdiyok in forma smagliante e, pure, complice il pari fra Porto e Schalke 04 un inaspettato primato dopo che la vittoria alla prima del girone mancava addirittura dall'edizione 2015/16. Ma se i turchi dell'eterno Terim possono far festa e avanzare una decisa e seria candidatura per il passaggio del turno, gli uomini di Semin devono assolutamente cambiare registro per non ripetere simili performance e abbandonare, fin da subito, speranze non solo di qualificazione ma anche di ben figurare in questa loro esperienza internazionale: Farfan, Akinfeev e Howedes, si devono dare una svegliata.
Roma bocciata, il Real domina
La Roma non ripete i grandi exploit della scorsa Champions League e capitola per 3-0 nel tempio del calcio che noi tutti chiamiamo ‘Bernabeu’. Pur senza CR7, infatti, i Galacticos sono di un altro pianeta ed impongono la loro classe, la loro qualità ed il loro lignaggio ad una Roma troppo ‘plebea', nel senso deteriore del termine, ma anche lontana da quella che ha fatto innamorare tutti nemmeno pochi mesi fa. La fortuna però, in un cappotto simile, risiede nel fatto che questo stop arriva alla primissima giornata, e quindi in tempo utile per rimediare, ed in una fase della stagione in cui i giallorossi, dopo tanti innesti ed altrettante partenze, ancora non trovano l’alchimia, la chimica giuste: il tempo c'è e Plzen e CSKA che decidono di pareggiare per 2-2, aiutano.
City che flop, Guardiola non parte col piede giusto
Non c’è pace per i petrodollari. Come il Paris Saint Germain, infatti, anche il Manchester City dello squalificato Guardiola è costretto ad inchinarsi all’esordio nel duello, più generale, fra calcio inglese e quello transalpino col parziale, incrociato, finito sull’1-1.
Il Lione, infatti, giovane, spavaldo e con la convinzione di non rischiare nulla, vendica il Ko di martedì sera dei connazionali del Psg trovando lo scalpo dei più quotati e forti ‘Ciizens’ di Aguero e soci che, però, all’Etihad Stadium fanno harakiri prestando il fianco alle ottime individualità francesi con la rete dell’1-2 di Bernardo Silva utile solo per prolungare l’agonia dei padroni di casa incapaci, alla fine, di trovare il pari uscendo con un pugno di mosche al loro debutto in questa, decisiva per Guardiola, edizione della Champions League.