Pagellone della due giorni di Champions: CR7 come Van Nistelrooy, mago Allegri, flop Psg
La Champions League ha emesso i suoi primi verdetti di questo 2018. Real Madrid, Liverpool, Manchester City e Juventus sono le prime quattro compagini a staccare il pass per i quarti di finale della manifestazione per club più prestigiosa d’Europa. Ma se le due squadre inglesi avevano già archiviato la qualificazione grazie alle larghe vittorie esterne ottenute nella gara d’andata, lo stesso non si può dire per le due finaliste della scorsa edizione che hanno faticato un po’ di più, in special modo i bianconeri. Andiamo quindi a vedere adesso quali sono stati tra martedì e mercoledì i protagonisti sui campi della massima competizione per club del Vecchio Continente: ecco cosa ricordare e cosa invece dimenticare il prima possibile di questa due giorni di Champions League.
Cosa ricordare di questa due giorni di Champions League
Cristiano Ronaldo rullo compressore: segna anche a Parigi, eguagliato il record di van Nistelrooy
E menomale che era sul viale del tramonto. Cristiano Ronaldo, dopo la doppietta dell’andata, scrive il proprio nome sul tabellino dei marcatori anche nel 2-1 con cui il Real Madrid batte il Psg a domicilio, aggiornando così il proprio bottino da record conquistando un altro primato. Il portoghese, 33 anni compiuti il 5 febbraio scorso, è riuscito a ancora una volta a rubare la scena con buona pace della giovane stella Mbappé e del rivale Neymar (assente al Parco dei Principi perché infortunato).
Con il perentorio stacco di testa con cui ha battuto Areola e praticamente chiuso il discorso qualificazione il fenomeno di Madeira ha infatti eguagliato il record di Ruud van Nistelrooy capace nel 2013, come fatto adesso dal cinque volte Pallone d’Oro, di segnare per 9 partite di fila in Champions League. Anche se in realtà il campione lusitano ha fatto meglio del centravanti olandese avendo realizzato due reti in più (14 contro 12). Un record arrivato in un periodo di forma incredibile per lui: nelle ultime 9 gare giocate col Real Madrid in tutte le competizioni di gol ne ha segnati addirittura 15, mentre sono 22 le reti realizzate nelle ultime 13 presenze nella competizione per club più prestigiosa d’Europa. Numeri pazzeschi dunque per il 33enne di Madeira che non sembra aver alcuna voglia di avviarsi sul viale del tramonto. La stella di CR7 continua a brillare.
I Reds tornano ai quarti dopo nove anni
Se il "marsigliese" Zidane sorride e gode per aver buttato fuori i rivali parigini, al di là della Manica e nella città dei Beatles anche Klopp va a letto felice e con i quarti di finale in tasca. Per il Liverpool dopo la goleada dell'andata, è stata poco più di una passeggiata contro un Porto ormai fuori causa e arrivato ad Anfield con un obiettivo preciso: evitare di prendere un’altra imbarcata. Nonostante tutto, il tecnico dei "Reds" non ha esagerato nel turnover e ha comunque cercato la vittoria con l'undici migliore: sfumata per pochi centimetri, dopo le occasioni di Mané (clamoroso il suo palo al 31esimo) e Lovren. Imbattuto non solo contro i portoghesi, ma anche in tutta questa edizione della Champions, il Liverpool festeggia e dopo nove anni torna tra le migliori otto d'Europa. Una bella soddisfazione per l'undici di Jurgen Klopp: possibile mina vagante del prossimo sorteggio di Nyon per i quarti di finale.
Allegri cambia e accende l’HD: Wembley è bianconera
Una vittoria sofferta ottenuta in rimonta proprio quando sembrava che ormai la qualificazione avesse preso la direzione del Tottenham. A Londra stavano già osannando Mauricio Pochettino per essere riuscito a mettere sotto la Juventus, la squadra vice campione d’Europa. E invece, proprio quando nessuno poteva aspettarsi il tracollo degli ‘Spurs’, apparsi comunque molto più in forma dei bianconeri, è Massimiliano Allegri ad invertire l’inerzia psicologica del match: dentro Asamoah e Lichtsteiner, fuori Matuidì e Benatia e i ragazzi di Allegri tirano fuori gli artigli, fin lì inesistenti, rimontando lo svantaggio iniziale di Son grazie alle reti ravvicinate dei due argentini Higuain e Dybala.
E pensare che la maggiore preoccupazione tra i tifosi bianconeri alla vigilia del match era proprio quella relativa ai tanti infortuni che avevano colpito la rosa juventina nel reparto offensivo azzerando di fatto le possibilità di mettere in campo a partita in corso qualcuno in grado di cambiare, qualora ce ne fosse stato bisogno, l’inerzia del match come avrebbero potuto fare i vari Mandzukic, Bernardeschi o Cuadrado. Ma Allegri ci è riuscito inserendo due terzini e spostando Barzagli al centro della difesa: mosse decisive per ribaltare il match, resistere all’assalto degli inglesi, espugnare Wembley e centrare la qualificazione ai quarti di finale. Chapeau.
La festa a casa di Pep del Basilea eliminato
Nell'altra gara del mercoledì il Manchester City, con una formazione in "stile Kharkiv", ha ospitato il Basilea dopo il 4 a 0 dell'andata. I Citizens hanno perso per 1-2 grazie alle reti di Elyounoussi e Lang che hanno reso vano il vantaggio di Gabriel Jesus. La squadra di Guardiola aveva messo al sicuro la qualificazione già nel primo confronto, ma essendo un perfezionista il tecnico catalano non avrà gradito la sconfitta anche se ininfluente.
Dall’altro lato invece, nonostante l’eliminazione, sono contentissimi gli svizzeri come evidenziato dalla grande festa fatta da giocatori e tifosi ospiti al termine della gara dell’Ethiad Stadium. Dopo lo scalpo del Manchester United di José Mourinho, battuto nel girone al St. Jakob Park, gli uomini di Raphaël Wicky hanno messo nel proprio curriculum una vittoria anche contro i cugini del City guidati da un altro “santone” della panchina come Pep Guardiola. Una cosa che raramente capita nella stessa stagione.
Il ricordo di Astori: il silenzio inglese
Un silenzio surreale e impeccabile. A Wembley novantamila spettatori ammutoliscono appena sul tabellone luminoso appare la foto di Davide Astori, l'ex capitano della Fiorentina morto nella notte tra sabato e domenica scorsa. Lo stesso è successo all’Ethiad Stadium in occasione della gara tra Manchester City e Basilea.
Cosa dimenticare e in fretta
I soldi non fanno la felicità del Psg
Venire eliminati dalla Champions League dal Real Madrid, vincitore delle ultime due edizioni, di norma non rappresenta quasi mai un fallimento. Ma non è così se ti chiami Psg, hai speso 1 miliardo di euro nelle ultime cinque stagioni (400 milioni nell’ultimo mercato estivo), hai strappato Neymar al Barcellona e Mbappé al Monaco pagando cifre astronomiche trovando escamotage per “aggirare” il fair play finanziario, e l’unico obiettivo che hai e quello di arrivare in fondo alla competizione. Se poi lo fai non dando mai l’impressione di poter ribaltare il risultato dell’andata, facendo passare una serata abbastanza tranquilla a Keylor Navas, e reagendo alle difficoltà innervosendosi (si veda l’espulsione di Verratti), ne possiamo trarre un insegnamento ben preciso: nel calcio non vince chi ha più soldi.
La vergogna dei tifosi: fischi nel minuto di silenzio a Parigi e Liverpool
Se nelle gare di mercoledì il minuto di silenzio in ricordo di Davide Astori è stato rispettato da tutti, lo stesso non si può dire purtroppo per quelle del martedì. Al Parco dei Principi, in occasione di Psg – Real Madrid, infatti, qualche urlo isolato ha rotto il silenzio, mentre gli ultrà accendevano i propri fumogeni, ma la gran parte del pubblico parigino restante ha coperto ciò con un caloroso e prolungato applauso da pelle d’oca. E anche ad Anfield Road prima del calcio d’inizio di Liverpool – Porto c’è stato qualcuno, pochissimi (ma sempre troppi), che tra i tifosi ospiti non ha voluto rispettare i 60 secondi di silenzio in onore dello sfortunato “Asto”. Per la serie “la mamma dei cretini è sempre incinta”.