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Fifa World Cup 2018, i Mondiali in Russia

Neymar, le lacrime e lo sfogo: “Ai pappagalli che parlano a vanvera io rispondo sul campo”

Neymar ha realizzato la rete del raddoppio del Brasile nella gara contro la Costarica ma la sua prestazione ha alimentato critiche per aver simulato un rigore e quella ‘bicicleta’ a tempo scaduto fatta solo per irridere gli avversari. A 26 anni è già a un passo dalla storia dei più grandi cannonieri del Brasile: Pelé 77 gol, Ronaldo 62, Neymar 56 davanti a Romario 55.
A cura di Maurizio De Santis
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Nel bene e nel male Neymar è il protagonista del Brasile. Finora la sua luce s'è accesa a intermittenza. L'ex Barça, che ha chiuso la stagione in anticipo a causa di un infortunio capitato in Champions, è giunto al Mondiale di Russia 2018 non al top della condizione. E questo lo innervosisce. Ancora di più quando si accorge che, complici le attenzioni particolari degli avversari, tutto diventa più difficile. Coutinho gli ha rubato (in parte) la scena, lui s'è messo al fianco del compagno di squadra al momento degli applausi: l'ex Liverpool apre una breccia nel muro della Costa Rica, lui lo sbriciola con la rete del raddoppio che arriva in pieno recupero. A 26 anni è già a un passo dalla storia dei più grandi cannonieri del Brasile: Pelé 77 gol, Ronaldo 62, Neymar 56 davanti a Romario 55.

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O Ney ha rabbia in corpo ma non riesce a trasformarla in cattiveria agonistica, non riesce a essere esplosivo come vorrebbe. Non adesso, non ancora… non può farcela, non è abbastanza in forma ma il vizio di stupire non lo ha abbandonato. Prima protesta in maniera plateale per un calcio di rigore concesso e poi annullato per una trattenuta impercettibile dell'avversario (coraggioso e preciso il direttore di gara nel rivedere l'azione alla moviola a bordo campo), poi si concede una specie di ‘bicicleta' a fondo campo. Douglas Costa batte il calcio d'angolo, O Ney è circondato e allora – a costo di irridere i marcatori – inventa quel vezzo tecnico che non passa inosservato. Non certo per la bellezza del gesto ma per l'opportunità di esibirlo in quel frangente.

Al fischio finale, però, quell'impudenza da scugnizzo scompare: Neymar si è inginocchiato e si è abbandonato a un pianto liberatorio. Aveva il viso raccolto nelle mani e la maglietta davanti agli occhi. E' rimasto lì per qualche minuto a singhiozzare fino a quando i compagni di squadra non gli sono corsi accanto per abbracciarlo e rinucorarlo. Con un post su Instagram la stella della Seleçao ha spiegato il senso di quello sfogo.

Non tutti sanno cosa abbia passato per arrivare fino a qui. E adesso ci sono persone che parlano a vanvera… fanno i pappagalli. Molte chiacchiere e pochi fatti. A questi io rivolgo il mio grido di gioia e la grande voglia di vincere che ho in me. Nella mia vita le cose non sono mai state facili. Il sogno continua, ma non è solo un sogno… è un obiettivo. Faccio i miei complimenti alla squadra per quanto fatto. Alla malora tutto il resto.

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