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Napoli, la rivoluzione azzurra guidata da Maurizio Sarri

Nessun turnover programmato, moduli elastici dal 4-3-3 al 4-3-2-1 al 4-3-1-2, giocatori intercambiabili, centrali difensivi di qualità, un regista a centrocampo e camaleontismo in attacco attorno a Higuain. Eccolo il progetto partenopeo dell’ex tecnico dell’Empoli: per far dimenticare subito Benitez e puntare con decisione a traguardi ambiziosi.
A cura di Alessio Pediglieri
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Da cancellare c'è l'ombra di Rafa Benitez ed un'ultima stagione agrodolce che ha sentenziato la fine del progetto del tecnico spagnolo all'ombra di un Vesuvio che non è riuscito ad aspettarlo fino in fondo. Il presidente De Laurentiis aveva puntato sull'appeal internazionale di un tecnico capace di vincere sempre e dappertutto ma che a Napoli ha faticato a raccogliere risultati e gioco di una certa consistenza. Così, il 2015/2016 vede un nuovo progetto, altrettanto ambizioso ma che ha radici solide su basi differenti: nessuna internazionalizzazione, ma serietà, programmazione, dedizione meticolosa alla causa. In una parola, anzi due: Maurizio Sarri.

E' lui, l'allenatore applaudito più di ogni altro nell'ultima Serie A ad aver ereditato il testimone di Benitez per un progetto tecnico che continua ma si rinnova totalmente. Soprattutto nella mentalità e nell'approccio con cui affronterà la stagione. Nessun ridimensionamento, i giocatori rimasti lo confermano, ma un progetto che riparte dal basso, da una mentalità umile di una grande che vuole farsi spazio senza clamori o annunci di trofei. Col fatturato e la crescita tecnica sempre come obiettivi principali, ma soprattutto con quella voglia e determinazione di migliorarsi che l'anno scorso è pian piano scemata come la Champions League.

Il Napoli di Sarri si è rifatto il look anche dal punto di vista tattico. Non avrà più un solo modello di riferimento: c'è il 4-3-3, ma anche il 4-3-1-2 che il tecnico ha sempre preferito senza privilegiare alcun dogma per cui immolarsi a prescindere. Con le idee chiare, anzi chiarissime che vedrà, ad esempio Callejon e Mertens, nati esterni, al lavoro per cercare di adattarli anche nel ruolo di seconda punta e a sviluppare una fase difensiva che spesso è mancata nel corso dell'ultimo campionato.

Flessibilità su una struttura precisa

Una grande flessibilità non solo nel modulo, ma nella testa e nella mentalità in cui si scenderà in campo. Benitez aveva voluto imporre a tutti il turn over studiato a tavolino dal suo staff: mai due gare di seguito con la stessa formazione. Ma Sarri ha confermato subito di pensarla diversamente: "Non si può pensare adesso chi schierare in campionato e chi in Europa League: le scelte dipenderanno anche da condizione e importanza delle partite". Tutti sono avvertiti, nessuna star intoccabile, nessun panchinaro certo: in una struttura di gioco chiara, saranno i singoli e la loro abilità nel farsi trovare pronti al momento giusto a doversi conquistare un posto da titolare.

Giocatori intercambiabili, come i moduli

Il mercato lo ha ribadito chiaramente: il Napoli ha messo mano ovunque, confermando la propria intenzione di aumentare il peso specifico dei vari reparti. si parte dall’estremo difensore fino ad arrivare all’attacco e solo il vertice dell’attacco rimane lo stesso: Higuain punto fermo, e da qui non si scappa. Ma dietro di lui sarà tutto diverso. Nel 4-3-1-2 di Sarri (che potrebbe essere anche un 4-3-2-1 agli inizi) tutti gli interpreti della mediana potrebbero essere nuovi. Allan, Hamsik e Valdifiori, per intenderci. E novità sulle fasce, dove sicuramente ci sarà un innesto. E ancora si cambierà in avanti. In attesa di un trequartista Gabbiadini dovrebbe diventare altro elemento di riferimento mentre Mertens e Callejon dovranno crescere tatticamente poer guadagnarsi un posto, mentre Insigne resta il miglior candidato per giocare con Gabbiadini e Higuaìn, in un ‘undici‘ di partenza.

Centrali difensivi di qualità

In difesa si rivede Pepe Reina tra i pali, una garanzia dopo un anno vissuto pericolosamente tra troppi gol subiti. Così è la difesa il reparto dove non si possono più commettere errori d'impostanzione. Maurizio Sarri ha deciso di volere quattro centrali di qualità e oltre ad Albiol e Koulibaly ne pretende altri due dal mercato. I nomi sono stati tanti e in questa prima parte d'estate, purtroppo, sono arrivati altrettanti ‘no' dai diretti interessati. Gli azzurri hanno trattato Bartra e Astori su tutti ma non c'è stato nulla da fare. Hysaj (all'Empoli con Sarri) e Chiriches hanno puntellato il reparto.

Regista e spinta a centrocampo

Anche sulla mediana le novità, questa volta concrete, sono arrivate dalla campagna acquisti estiva. Insieme a Sarri da Empoli è giunto il miglior centrocampista della stagione appena conclusasi, Mirko Valdifiori che permetterà al Napoli di poter impostare un centrocamp con un vero regista. Poi ecco Allan, l'oggetto del desiderio del tecnico puntulamente giunto a fronte di un sacrificio tecnico ed economico non indifferente con l'Udinese. Sono loro due gli elementi che Sarri pretendeva ma non dovrebbe essere finita qui perché se è vero che il Napoli ha cercato insistentemente Perotti, significa che sulla trequarti qualcosa si muoverà ancora.

Gabbiadini-Higuain, poi gli altri

Infine il reparto più rodato, quelloche vedrà Gonzalo Higuain ancora punto di riferimento. Attorno al Pipita girerà sicuramente Manolo Gabbiadini che arrivato a gennaio via Samp si è rivelato autentico crack per l'ultima parte di stagione partenopea. Sono loro due gli intoccabili anche se Insigne scalita sempre più e sta godendo degli apprezzamenti di un Sarri che non è mai stato refrattario alla qualità dei giovani pronti a dedicare anima e corpo alla causa. Infine gli esterni alti come Mertens e Callejon, apprezzati oggetti di mercato all'estero ma attualmente ancora in rosa. Se cresceranno ancora e daranno la loro disponibilità anche a giocare come seconde punte vere, un posto per loro in questa rivoluzione copernicana, ci sarà.

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