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Napoli: il segreto della rinascita sta nella semplicità, non nelle invenzioni di Benitez

Contro la Viola il Napoli è tornato a fare il Napoli nel modo più logico: ogni giocatore al proprio posto e in campo i migliori per condizioni psicofisiche. Senza turn-over azzardati o scelte rivoluzionarie. Malumore per il ritiro voluto dal patron: continuerà, nonostante domenica abbia concesso la serata libera.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il ‘segreto'  – se di segreto si vuol parlare – è sempre lo stesso: semplicità. E finalmente si è tornati a vincere e lo si è fatto con il gioco e con i gol davanti al proprio pubblico, contro la Fiorentina, una delle dirette avversarie per la Zona Europa. Insomma, per una domenica, a Napoli si è tornati a respirare aria di festa e di un calcio divertente e soddisfacente. Segno che la ‘cura' di patron De Laurentiis ha funzionato con la sfuriata post eliminazione dalla Coppa Italia, le accuse ai giocatori di poca concentrazione, il ritiro forzato perché il gruppo ritrovasse l'equilibrio (che continuerà, nonostante il malumore che ha spinto il club a concedere almeno la serata di domenica libera) e la voglia di tornare a vincere. Così come il silenzio stmpa imposto fino alla gara contro il Wolfsburg d'Europa League. Segno anche che nel momento più buio non c'era da buttare l'acqua sporca col bambino ma solamente tornare a fare ciò che di più facile ci fosse: riordinare le idee, mettere i giocatori giusti al posto giusto affidandosi a chi dà maggior affidabilità gara per gara. La semplicità al potere. E questo è tornato a fare Benitez che contro la Viola ha messo nel cassetto turn-over o ribaltoni tattici dell'ultim'ora.

Non è un caso se a segno sono andati i vari Mertens, Callejon e persino Higuain se l'arbitro avesse visto. Tre giocatori su cui si era costruita la gloria partenopea lo scorso anno e che quest'anno – Pipita escluso – hanno dato qualità con estrema intermittenza con lo spagnolo messo in campo al di là dello stato di forma e il belga accantonato non appena garantiva prestazioni più che positive. Diverse tipologie di trattamento alla Benitez che hanno condizionato il rendimento del gruppo fino all'attuale situazione in cui si è aggrappati all'Europa League e ad un posto di rincalzo in classifica.

E non è nemmeno un caso che la ‘rinascita' della squadra si coincisa con il rientro in campo di Lorenzo Insigne – con altri 20 minuti di campo per riprendere al 100 per cento – il migliore dei suoi prima dell'infortunio e oggi di nuovo elemento essenziale per il gioco partenopeo. Certo, non si può semplificare il tutto trovando la scusa del'assenza dell'esterno azzurro perché sarebbe un affronto nei confronti degli altri compagni tutti di buone qualità. E la sfida contro la Viola lo ha confermato: se Benitez non si inventa nulla e mette in campo una formazione senza sorprese, la caratura tecnica dei singoli e la tranquillità del gruppo possono fare la differenza.

La partita contro la Fiorentina ha visto un Napoli che ha potuto giocare come sa, mettendo da subito la gara sui binari giusti. A riposo Hamsik, Gabbiadini si è ritrovato dietro a Higuain; in difesa Strinic è apparso preciso e ordinato, così come Koulibaly mentre la coppia Gargano-Lopez a centrocampo ha dato tempi e punti di riferimento tra difesa e attacco. Senza dimenticare che i gol sono arrivati dagli esterni di turno, Callejon e Mertens, come ai vecchi tempi capaci di fare la differenza.
Elementare, Mr Rafa.

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