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Napoli Champions League 2018-2019

Napoli, guarda il Chelsea di Sarri: il Liverpool si affronta così

Hazard sblocca il 58mo confronto fra Chelsea e Liverpool dal 2000, record per il calcio inglese nel terzo millennio. L’ex Sturridge firma un capolavoro nel finale. I Blues di Mourinho nel 2005-06 restano l’unica squadra ad aver vinto le prime sette partite in Premier League. Mercoledì per il Napoli delicato il ruolo di Hamsik, Insigne può essere decisivo.
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Da quattro stagioni, il Chelsea non infila quattro vittorie di fila nelle prime quattro partite interne della stagione. Sarri ha sperato fino all'ultimo di eguagliare lo Special One che, in una delle giornate più amare della sua carriera, per certi versi deve ringraziarlo. Il suo Chelsea versione 2005-06, infatti, resta l'unica squadra capace di arrivare a punteggio pieno alla settima giornata. La sfida con più capitoli nel terzo millennio nel calcio inglese, la 58ma fra Blues e Reds negli anni Duemila si chiude senza vincitori. L'1-1 deciso dall'intuizione di Hazard e dal gioiello di potenza e ispirazione di Sturridge, consegna diverse indicazioni a Carlo Ancelotti che testerà la voglia di riscatto del Liverpool in Champions League prima del big match di Premier contro il Manchester City.

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Possesso record e squadra alta: ecco il Chelsea di Sarri

Il Liverpool sviluppa il meglio della sua pressione quando riesce a convogliare gioco e avversari verso il centro, a imbuto, per poi liberare il trio di attaccanti che, presi insieme, rappresentano forse il potenziale offensivo migliore d'Europa. Per questo Tuchel, nella sfida di Champions League, ha imposto una posizione più larga in fase anche di non possesso a Mbappé e Neymar.

Sarri, che sta adattando il 4-3-3 verticale dei tempi del Napoli, rispetto all'anno scorso ha spostato la squadra tre metri più avanti, sottolinea la BBC nella presentazione del big match. Se la scorsa stagione il possesso mediamente iniziava a 40,9 metri dalla propria porta, quest'anno la circolazione scatta ai 44,1 metri. Il Chelsea, la seconda squadra più alta della Premier dietro il Manchester City di Guardiola, costringe gli avversari ad avanzare in media di 10 metri prima di incontrare un intervento difensivo. La linea alta, che piace ad Azpilicueta, si combina a un possesso palla che ha portato Jorginho a tentare 180 passaggi contro il West Ham, record in Premier League da quando Opta registra questo tipo di dati. Quello sarriano è un possesso più suadente rispetto alla scorsa stagione, in cui si registravano in media 14 serie di almeno 10 passaggi di fila a partita: con Sarri se ne contano 25.

Hazard fa 96 in Blues

Un assetto così alto funziona a palla coperta, se possono scattare dietro meccanismi difensivi che consentano di assorbire senza contro-indicazioni le verticalizzazioni fulminanti della squadra di Klopp. Quando i Blues perdono palla, però, per i Reds (come già per il West Ham) risulta più facile andare a verticalizzare alle spalle di Jorginho, soprattutto se Kante sale sopra la linea della palla. E' questo uno degli aspetti su cui più dovrà lavorare Ancelotti, soprattutto se deciderà di confermare Hamsik come regista basso davanti alla difesa. Lo slovacco, come l'italo-brasiliano, può diventare il vero valore aggiunto nella circolazione di palla, può aprire il centrocampo dei Reds e vedere gli spazi dove sembrano non palesarsi, ma il suo contributo dovrà essere molto più deciso in fase di non possesso e più svelto nelle transizioni negative, non appena persa palla.

Il gol del vantaggio griffato Hazard, il suo novantaseiesimo con la maglia del Chelsea, dimostra come Insigne possa diventare l'uomo chiave per stappare la partita nei ribaltamenti veloci dell'azione. Il belga, che si esalta nell'articolazione del 4-3-3 sarriano, si cuce addosso il ruolo come un guanto. Non è un caso che la piccola pepita belga vorrebbe Sarri come prossimo ct del Belgio una volta finito il ciclo Martinez. L'inserimento dal centro ad allargarsi verso sinistra scopre il Liverpool sbilanciato a palla scoperta, il diagonale punisce la reattività migliorabile di Alisson nel chiudere il secondo palo. "Piccolo genio" twitta Michy Batshuayi da Valencia (ma il belga è di proprietà del Chelsea) per celebrare il gol che spinge i Reds in svantaggio per la prima volta quest'anno. Si allunga così a 15 la striscia di partite di Premier senza clean sheet per il Liverpool contro il Chelsea: è la più lunga contro uno stesso avversario nella storia del club dalle 17 contro il Blackburn tra il 1947 e il 1995.

Napoli, attento alla fascia sinistra

Oggi il Napoli si è scoperto sulla fascia difensiva di destra nello sviluppo delle azioni che hanno portato alla doppietta di Mandzukic. Contro i Reds sarà particolarmente delicata la catena di sinistra, dove Marcos Alonso ha concesso un paio di incursioni a Milner, che parte largo a destra in appoggio a Salah. In queste occasioni, che si potrebbero creare da quella parte con Insigne che taglia verso il centro per occupare presto gli spazi di mezzo, saranno decisive le letture preventive dei due centrali, uno dei quali è chiamato a staccarsi e arretrare: letture su cui non sempre Rudiger e Luis si dimostrano svegli abbastanza. Anche se al 32′ Rudiger è velocissimo a chiudere e poi salvare sulla linea di porta e negare a Salah, servito da un filtrante di prima di Firmino e rapido a saltare Marcos Alonso e Kepa, la possibilità di firmare il pareggio.

Il Liverpool si scopre ma non incide

Il primo pericolo del secondo tempo lo porta Giroud, che nel primo non si è visto praticamente mai, bravo ad attaccare all'interno Robertson, non proprio rapido nelle coperture preventive, ma l'angolo della deviazione di prima sull'appoggio di Willian è troppo chiuso. Il Liverpool, come dimostrano le posizioni medie dopo 50 minuti, prova ad alzare il baricentro e il pressing nel secondo tempo, anche se questo vuol dire rischiare di aumentare spazi e gradi di libertà per Hazard.

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Il cambio di ritmo, che affatica Kovacic in mezzo, produce un vivace dialogo nello stretto con Firmino, in ombra per il resto del match, a pescare Manè in mezzo a tre maglie Blues e comunque capace di una conclusione quasi da calcio a cinque, uno sberleffo che chiama Kepa a un test di prontezza di riflessi tutt'altro che elementare. Ma la sfida principale al minuto 63 oppone Hazard, lanciato ancora in campo aperto, e Alisson che ci mette il corpo nell'uno contro uno per tenere in piedi i Reds.

Provvidenziale David Luiz

Sarri si gioca la carta Morata per Giroud (che aveva segnato 5 gol nelle ultime sei partite contro il Liverpool) e diventa ancor più rilevante il contributo del belga nel portare il primo pressing. Klopp toglie un Salah che non incide e affida gli ultimi 25 minuti per Shaqiri che va ad occupare la stessa posizione dell'egiziano, con più energia e presenza, con meno velocità di esecuzione e stile di conduzione. Clamoroso però l'errore al 70′, la scivolata che gli impedisce di trovare la porta da meno di dieci metri e senza la minima opposizione.

I Reds, che hanno vinto solo due delle ultime sedici sfide contro il Chelsea, accarezzano l'idea del pareggio frustrata dal salvataggio sulla linea di David Luiz sul colpo di testa Firmino. Ma finiscono per rassegnarsi all'idea di non poter eguagliare le quattro vittorie di fila nelle prime quattro trasferte di campionato, record che resiste dal 1990. I cambi finali, Naby Keita per Jordan Henderson, Ross Barkley per Mateo Kovacic, non alterano gli equilibri. Il Chelsea aspetta il Liverpool, lascia sfogare i Reds orientandone il possesso per poi verticalizzare velocemente una volta recuperato il pallone.

Capolavoro Sturridge

Né la difesa dei Blues né Kepa però controllano l'ex Sturridge, con cui ha segnato 25 gol, vinto una Premier, due FA Cup e una Champions League (senza entrare dalla panchina in finale). Entra al minuto 86 per Milner, pochi minuti però gli bastano per dipingere un capolavoro di scintillante bellezza diretto verso il sette il tiro con cui cambia il finale di partita. Il suo gol numero 67 in maglia Reds, candidato già al premio di rete migliore della stagione in Premier League, regala un pareggio che Klopp può vivere come una vittoria. Successo che sfuma per il Chelsea, ma aumenta fiducia e convinzione: il verbo del sarrismo attacca benissimo nella non più perfida Albione.

La giornata in Premier

Il sabato di Premier segna il crollo il Manchester United, battuto 3-1 dal West Ham. I Red Devils, con Mourinho sempre più ai ferri corti con la squadra, non partivano così male dal 1989-90. Molto diverso lo scenario all'Etihad Stadium; Sterling e Aguero, che aveva avviato il primo gol, firmano il 2-0 al Brighton, fermo a cinque puinti. Deve aspettare 80′ l'Arsenal per iniziare a gioire, ma bastano poi 180 secondi per completare la quinta vittoria di fila. La sfortunata deviazione di Cathcart e Ozil valgono il 2-0 sul Watford e il quarto posto a 15 punti per i Gunners. Tutto facile per il Tottenham in casa dell'Huddersfield ultimo. Fa tutto Kane, colpo di testa e rigore, e 2-0 in cassaforte prima dell'intervallo. Un gran gol di Sigurdsson inaugura il 3-0 dell'Everton che dopo due sconfitte di fila batte il Fulham e forse cambia orizzonte alla stagione. Continua invece la crisi del Newcastle, inchiodato all'ultimo posto con due punti in sette partite. Benitez non trova la soluzione ai problemi dei Magpies, il Leicester controlla e vince 2-0 (rigore di Vardy, gol di Maguire). Il Leicester sale così a 12 punti come il Wolverhampton che batte 2-0 nel finale il Southampton grazie a Cavaleiro e Castro.

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