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Mutu, la Corte dà ragione al Tas: l’ex giocatore dovrà pagare 17 mln di euro al Chelsea

Dopo il caso risalente al mese di ottobre 2004, quando il club di Stamford Bridge lo licenziò dopo la sua positività alla cocaina, l’ex attaccante rumeno di Inter, Juventus e Fiorentina, si è visto rigettare il ricorso contro la super multa di 17 milioni di euro inflittagli dal Tribunale arbitrale sportivo.
A cura di Alberto Pucci
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Genio e sregolatezza. Ecco chi era l'Adrian Mutu calciatore che, anche nel campionato italiano, ha saputo ritagliarsi uno spazio importante. L'ex attaccante rumeno, che recentemente ha anche vestito i panni del dirigente alla Dinamo Bucarest e che ora siede sulla panchina dell'Al-Wahda riserve, se lo ricordano bene soprattutto i tifosi di Inter, Verona e Parma: la sue squadre italiane, prima dello sbarco a Londra per vestire la maglia del Chelsea. E proprio la poco fortunata esperienza londinese di Mutu, è tornata nelle ultime ore a riempire le prime pagine dei giornali inglesi.

La multa e il ricorso alla Corte di Strasburgo

L'ex giocatore rumeno, che ha segnato 104 gol in Serie A e che è stato eletto per quattro volte miglior giocatore in patria, ha infatti perso la causa contro il Tribunale arbitrale sportivo per una multa di 17 milioni a favore del Chelsea per essere risultato positivo all'anti-doping. Il caso risale al mese di ottobre 2004, quando il club di Stamford Bridge licenziò Mutu dopo la sua positività alla cocaina e rinunciò anche al suo cartellino, pagato 23 milioni di euro al Parma. Dopo la rottura del rapporto di lavoro con i "Blues", e la squalifica fino al 18 maggio 2005, per il giocatore arrivò anche la sanzione della Federazione internazionale che lo punì con la multa più alta mai imposta dalla Fifa.

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La sentenza definitiva

Una sentenza che il trentanovenne rumeno ha impugnato e inutilmente tentato di far cancellare, chiamando in causa la Corte di Strasburgo e denunciando la presunta imparzialità di alcuni membri del Tribunale sportivo e la violazione di numerosi suoi diritti: tra cui quello al rispetto della vita privata e familiare. Un tentativo andato a vuoto, perché la Corte ha respinto le accuse di Mutu, confermato la credibilità del Tas (considerandolo "indipendente e imparziale"), rigettato le prove portate dall'ex calciatore e comfermato la multa di 17 milioni di euro che dovrà pagare al Chelsea.

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