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Muslera, che errore! Stuani non è Cavani, la Francia sogna la rivincita contro il Brasile

Varane segna il primo gol francese all’Uruguay dal 1985. Decisiva la papera di Muslera sul tiro dalla distanza di Griezmann, al settimo centro nelle ultime sei partite a eliminazione diretta giocate tra Europei e Mondiali. Pogba e Tolisso danno solidità al centrocampo dei Bleu, alla sesta semifinale mondiale.
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Il giorno di gloria dei figli della patria è arrivato. L'utopia del Maestro Tabarez finisce di fronte alla realtà che sottende ad ogni sogno. La sesta semifinale Mondiale della Francia nasce dagli episodi che scrivono le storie di successo. Prima il colpo di testa di Varane su punizione, poi l'errore di posizione di Muslera che perde di vista posizione e pallone sul sinistro di Griezmann. L'Uruguay che mai ha vinto cinque partite in una stessa edizione della Coppa del Mondo si arrende all'assenza di Cavani, all'impossibilità di uscire dal binario di una partita che non sorprende.

Uruguay senza Cavani

Oltre le difficoltà, l'Uruguay le prova fino all'ultimo ma l'infortunio al gemello non consente il recupero di Cavani. Si spezza così per la prima volta da marzo 2017 la coppia di gemelli Cavani-Suarez. Allora non andò benissimo, vinse 4-1 il Brasile.

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Le chances del giorno di gloria, della sesta semifinale mondiale, i Bleu le affidano a Mbappé con Tholisso e Pogba a coprirgli le spalle e Griezmann asso pigliatutto che conosce ogni segreto di Gimenez e Godin, padrino di sua figlia. L'hanno avviato al mate, come i veri sudamericani, ma per 90 minuti le questioni di famiglia restano lontano da Nizhny Novgorod.

Di Stuani il primo squillo

L'Uruguay di fatto compone un rombo in mezzo con Bettancur a ripiegare e comporre una linea a quattro in fase di non possesso, Deschamps disegna un 4-3-3 più classico, anche se mancano ali classiche e i centrocampisti si inseriscono a riempire i corridoi di mezzo. Così Torreira combina con Suarez quando l'Uruguay riparte in campo aperto per allargare e sorprendere fuori posizione il quartetto difensivo francese. In uno stadio molto più Celeste che Bleu, il diagonale troppo stretto di Stuani, chiamato a far dimenticare il Natador, scatena i primi entusiasmi.

Pogba jolly, la Celeste si difende bene

La Francia, in bianco, si chiude in campo aperto e sui calci d'angolo. Vanno in tre a chiudere Godin al 16′, la schiacciata è debole, Lloris esce e allontana. Salta completamente fuori tempo invece Mpappé su un appoggio di testa di Giroud: il sollievo di Muslera, alla presenza numero 102 in nazionale, è evidente quanto comprensibile. L'imprecisione, anche negli appoggi e nei controlli (vedere per credere Caceres che perde di vista il pallone al 25′), predomina sulla fluidità nella circolazione e sulla qualità della costruzione. I Blues sfiorano il 60% di possesso nella prima mezz'ora, ma Griezmann deve gravitare troppo lontano dalla porta. Così è Pogba che può allargarsi e sbilanciare le coperture preventive della Celeste che insegue le sue stelle uruguayane ma senza la genialità di uno Schiaffino.

Varane, primo gol Bleu all'Uruguay dall'85

La squadra di Tabarez però scivola senza sbilanciamenti sui cambi di direzione, occupa le linee di passaggio e taglia i possibili interscambi fra Mbappé, che scappa a Laxalt al 33′ ma nessuno ha seguito l'azione e tocca dietro in un vuoto desolante di maglie bianche, Giroud e Griezmann. Elastica in copertura, con Stuani spesso sotto la linea della palla, rapida a salire sui ribaltamenti, la Celeste si rivela più reattiva sulle seconde palle. Nasce così l'intuizione dalla distanza di Vecino a 10′ dall'intervallo: l'angolo, dopo lo stop, non basta a sorprendere Lloris.

La sorpresa, invece, arriva 5′ dopo. Punizione di Griezmann, che pennella una traiettoria carica d'effetto, Pogba, che segnò uno dei rigori nella finale del Mondiale under 20 contro l'Uruguay cinque anni fa, porta un blocco decisivo e allontana i marcatori; Varane si ritrova nel posto giusto e firma il primo gol francese all'Uruguay dal 1985, il terzo in nazionale, sempre di testa.

Non segnava dal 2015, contro il Brasile, il centrale del Real Madrid, che si ritrova nell'area a lui più familiare e può solo assistere allo stacco di Caceres sulla punizione di Torreira. La dinamica è simile al suo gol, l'esito no: la differenza la fa uno strepitoso Lloris.

Stuani, manca il dialogo con Suarez

Stuani, non particolarmente brillante nel dialogo con Suarez, toglie velocità alla manovra offensiva sudamericana e gradualmente fa spegnere anche il Pistolero, solo e malinconico a centro area. Più generosa la spinta di Nandez, mezzala con licenza di attaccare sulla fascia, e di Bettancur, che non si offenderebbe se chiamassimo solo un tentativo il suo destro a giro su distrazione di Umtiti al 56′. E' il primo modesto squillo di un secondo tempo che trascorre sul filo della noia e degli equilibri sottili.. E' anche l'ultimo del suo match, prima che Tabarez lo richiami per Rodriguez, ala sinistra in un 4-4-2 classico con Nandez a destra. Esce anche Stuani per Gomez, che El Maestro ha fatto giocare solo in amichevole prima del Mondiale.

Muslera, che errore

Ma il colpo di scena, distante solo pochi secondi, è il clamoroso errore in versione De Gea. Sul sinistro di Griezmann che gira con velenosa leggerezza, si sposta troppo presto verso il centro della porta ma si scopre fuori posizione e interviene coi due pugni. La toppa è peggiore del buco e la Francia raddoppia.

Segna il settimo gol nelle ultime sei partite giocatr a eliminazione diretta fra Europei e Mondiali, Griezmann. La stampella di Tabarez. che calma e indica la strada, si erge come fotogramma di un limite, di un destino che nel momento più importante ha tolto alla Celeste un guerriero e un condottiero. L'infortunio di Cavani ha improvvisamente rivelato quanto fossero fragili le basi della grande illusione uruguagia. La realtà di una Francia solida e consapevole conduce alla vittoria numero 51 in 81 panchine per Deschamps, meglio anche di Domenech. A vent'anni dal giallo Ronaldo, dalla doppietta di Zidane e dalla corsa dell'incredulo Petit, la Francia si candida per un sequel dumasiano. Con i suoi moschettieri pronti per giorni di gloria.

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