Mondiali Russia 2018, sanzioni Usa: divieto alla Nike di fornire le scarpe all’Iran
Un Mondiale che si rispetti non può non avere risvolti politici. Tantissimi i Paesi partecipanti, molti gli interessi in palio e soprattutto occasione giusta per tirar fuori vecchie ruggini o – ancor meglio – questioni politiche tra le varie Nazioni, aprendo contenziosi che con lo sport non hanno a nulla a che vedere ma che coinvolgono suo malgrado anche il calcio.

Così, capita che per motivi puramente politici ed economici, di certo extracalcistici, le tensioni internazionali tra Stati Uniti e Iran si ripercuotano su quest'ultimo, la cui nazionale – regolarmente qualificatasi al torneo in Russia – non potrà godere della fornitura tecnica del suo sponsor, la Nike, causa un embargo da parte del presidente Trump nei confronti di Teheran, successivo all'uscita degli Usa dall'accordo sul nucleare.
Nike: niente attrezzatura all'Iran
E' notizia di queste ore che la Nike ha avvisato la federcalcio iraniana dell'impossibilità di poter fornire ai suoi giocatori il materiale tecnico, tra cui anche gli scarpini di gioco. Nessuna eccezione o sconto: l'azienda è impossibilitata a produrre ciò che servirà ai giocatori per scendere in campo e la nazionale iraniana dovrà adeguarsi, trovando soluzioni alternative.
Un problema non da poco perché a ridosso dell'inizio del Mondiale non è semplice rimanere a piedi con lo sponsor tecnico che all'ultimo non fornisce ciò che è necessario e si sa: oggi ogni giocatore ha scarpette quasi ritagliate su misura, con caratteristiche precise e richieste che vengono assecondate perché si possa ottenere il massimo delle prestazioni.
L'ira del ct Queiroz
Uno smacco all'Iran da parte dell'America e un problema in più per la nazionale asiatica. Il ct Queiroz ha tuonato contro una decisione a suo modo di vedere ingiusta e dannosa: "I giocatori finiscono per abituarsi alla propria attrezzatura sportiva e non è giusto cambiarla meno di una settimana prima di partite così importanti. Trita Parsi, presidente della National Iranian American Council (NIAC) non ha ancora ben chiaro per quale motivo un'azienda come Nike debba sottostare a certe sanzioni, dato che tecnicamente fornire attrezzatura non è come venderla. visto che l'attrezzatura non è venduta ma solamente fornita.