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Mondiali, Buffon ai giovani azzurri: “In campo si vede chi c’è. E chi non c’è”

Il numero uno azzurro è spietato nell’analisi della (dis)avventura brasiliana: “Spesso e volentieri si sente dire che c’è bisogno di ricambi, che Pirlo è vecchio, che Barzagli, Buffon e De Rossi sono vecchi, ma quando c’è da tirare la carretta questi sono in prima fila”. Poi attacca: “In campo si vede chi c’è. E chi non c’è non c’è”
A cura di Alessio Pediglieri
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A conti fatti non si può dire altro e negli annali dei Mondiali resterà semplicemente un dato ineluttabile: tre partite giocate in un girone contro Inghilterra, Costa Rica e Uruguay e una partita vinta e due perse. Tra cui quella contro i centroamericani che hanno concluso la prima fase al primo posto nel Gruppo. Un disastro completo. Non contano gli errori arbitrali (evidenti quelli di Moreno Rodriguez, un nome una garanzia anti-Italia) né l'inconsistenza di chi è stato scelto (Balotelli, giusto per non fare un nome a caso) o di chi è rimasto a casa, col senno di poi, ingiustamente (Pepito Rossi va bene?). Non si parlerà fra un po' nemmeno del morso di Suarez a Chiellini in area di rigore e nemmeno più delle dimissioni di Cesare Prandelli e di una Figc collassata sotto il gol di Godin che ha rispedito a casa la comitiva azzurra in Brasile come spettatrice non pagante e giustamente eliminata dal Mondiale. Subito.

Illusione e delusione

Se in tre gare raccogli sono tre punti, segni la miseria di 2 gol e ne incassi quattro, non puoi che uscire. Meritatamente. E' il pensiero di Gigi Buffon, uno che di Mondiali se ne intende visto che questo è (era) il quinto nella sua folgorante carriera in Azzurro. Sembrava che il fondo l'avesse toccato in Sud Africa nel 2010 quando Lippi uscì con le pive nel sacco al primo turno, ma il fallimento in  Brasile sembra assumere – se possibile – dimensioni ancor più tragiche. Quattro anni fa c'era un Lippi-bis che non aveva da subito convinto nessuno – forse nemmeno il tecnico di Viareggio – oggi, al contrario, lo spirito prandelliano sembrava aver contagiato un po' tutti: giocatori, staff, critica, opinione pubblica. Tranne i costaricani e gli uruguayani che ci hanno soffritto e condito a puntino. Senza farci mancare nulla, anche  il – solito – direttore di gara che condiziona la partita più importante e del quale si vuole la pelle, quando si dimentica che la gara più inutile (contro la Costa Rica) è quella che davvero ci ha eliminato.

L'attacco a "chi non merita la maglia"

Non accetta processi approssimativi: "Futuro? Sicuramente dopo il Mondiale del 2010 ci sono state due competizioni nelle quali abbiamo ben figurato, ma quello che sicuramente si pretende è la massima serenità di giudizio e la massima correttezza da parte di tutti. Spesso e volentieri si sente dire che c'è bisogno di ricambi, che Pirlo è vecchio, che Barzagli, Buffon e De Rossi sono vecchi, ma quando c'è da tirare la carretta questi sono in prima fila. In campo bisogna fare, e non basta il potrebbe fare o magari il farà… Poi si vede chi c'è. E chi non c'è non c'è".

Nessun altro giudizio: fallimento

Il numero 1 dell'Italia resta lucido nella sua analisi: "E' un giorno molto triste per noi come movimento calcistico, come gruppo e come singoli giocatori e come nazione. E' un fallimento, è inutile negarlo o girarci intorno. E come tale ci lascia solo delle sensazioni di frustrazione. Non so da dove sia nato questo fallimento. Avevamo cominciato bene la competizione e c'eravamo forse fatti delle aspettative un po' troppo importanti, ma poi ci siamo dovuti scontrare con la dura realtà, quella di una squadra che ha fatto le ultime due gare senza segnare, creando poco, siamo usciti meritatamente. 

Le lacrime di Verratti

A restare con tanta speranza e molta delusione c'è anche Marco Verratti, il gioiellino indicato dai più quale futuro Pirlo in azzurro. Per lui, si chiude anzitempo un Mondiale giocato bene con sprazzi di gran personalità e una coabitazione col ‘Professore' che ha fatto vedere qualcosa di buono. Forse, una delle pochissime note lieti di questo gruppo, insieme ad altri due giovani in rampa di lancio, De Sciglio e Darmian: "E’ stata una gara tirata, intensa, io ho le lacrime agli occhi perché sono convinto che questa squadra ce l’abbia comunque messa tutta. Certamente oggi giocavamo contro una grande squadra. Io ero vicino a Claudio, l’ho visto dall’inizio che il rosso era esagerato, inventato. Magari avremmo perso lo stesso, ma è stata una decisione che ha pesato in questa partita"

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