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Mondiali, Italia fuori come nel 2002: un arbitro Moreno elimina gli Azzurri

Tutto come dodici anni fa: espulsione ingiusta, falli avversari non sanzionati. Da Byron a ‘Dracula’, quando l’eliminazione è scritta nel destino.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Da Byron a Dracula, quando l'eliminazione è d'autore. Dodici anni dopo Byron Moreno, arbitro ecuadoriano che costò all'Italia l'eliminazione dal Mondiale in Corea e Giappone, ci ha pensato un altro arbitro Moreno, messicano di nome Marco Antonio Rodríguez, affettuosamente definito "Dracula", per la somiglianza con il Conte vampiro, ad eliminare gli Azzurri. Ne sa qualcosa Claudio Marchisio, che dopo aver preso in tre partite una serie di calci che avrebbero fiaccato il fisico ed il morale di chiunque, è stato buttato fuori al primo fallo, neppure gravissimo, con un rosso diretto che ha, al di là di tutte le carenze dell'Italia, condizionato la partita. In molti lo temevano: un arbitro di nome Moreno, di una federazione lontana (quella nordamericana), avremmo potuto incrociarlo proprio noi. Come poi è successo. Ma nessuno probabilmente immaginava che l'esito finale fosse proprio come quello di dodici anni fa in Corea.

Il precedente del 2002. Era il 18 giugno del 2002 a Daejon, quando l'Italia scendeva in campo per gli ottavi di finale contro i padroni di casa sudcoreani. Il Giappone, altro padrone di casa, era caduto a sorpresa poche ore prima contro la Turchia, e molti pensarono che a quel punto per l'Italia si metteva male: difficile che uscissero entrambe le squadre padroni di casa, ma gli Azzurri non erano certamente inferiori e potevano fare risultato senza problemi. I sud coreani, dal canto loro, organizzarono un tifo inferocito: Again 1966 erano le scritte che comparivano un po' ovunque, in ricordo dell'eliminazione dal Mondiale in Inghilterra dal 1966, quando ci castigò l'altra Corea, quella del Nord, per 1-0. Si iniziò subito male: squadre in campo, e l'arbitro Moreno non salutò gli Azzurri. Trapattoni affermò che non s'era mai vista una cosa simile. Ma forse era un presagio.

Senza Nesta (infortunato) e senza Cannavaro (squalificato), l'Italia rischia subito di andare sotto: pronti via, e Moreno fischia al 4′ un rigore inesistente per i coreani. Gigi Buffon si esalta e para, dando un chiaro segnale: per gli Azzurri sarebbe stata durissima, ma non impossibile. Al 18′, Bobo Vieni porta l'Italia in vantaggio con la quarta rete in quella edizione dei mondiali, e nel complesso è una buona Italia: non spettacolare ma pragmatica. Rischia poco e cerca di chiudere i conti, terminando in vantaggio i primi 45 minuti. La ripresa si mette subito malissimo: entrata durissima su Zambrotta, che esce per infortunio, con l'arbitro che non sanziona Choi Jin-Cheul, autore del fallo; Del Piero si prende una gomitata da Kim Tae-Young a gioco ferma, ma per Moreno si tratta di sceneggiata e lascia correre. Nonostante tutto, gli Azzurri reggono quasi fino alla fine: è il minuto 88 quando Seol Ki-Hyeon riesce ad approfittare di un errore di Panucci e sigla il pari.

Inizia l'incubo golden goal ai supplementari: due anni prima, questa regola assurda ci era costata il titolo europeo. E con la squadra incerottata, nervosa, e visibilmente irritata dall'atteggiamento di Byron Moreno, in molti temono il peggio. Ma nessuno può prevedere cosa accadrà: Totti viene falciato in area, ma l'arbitro lo espelle per simulazione, tra l'incredulità di tutti. Poi Tommasi segna il gol-qualificazione, ma l'arbitro annulla tutto per fuorigioco inesistente. I nervi saltano, gli Azzurri non reggono più ed alla fine subiscono il 2-1 firmato Ahn, giocatore del Perugia che di testa riesce ad insaccare la rete-beffa. Finirà con Trapattoni che prende a pugni la vetrata dietro la quale vi erano i dirigente della FIFA, che allargano le mani sconsolate, come a dire: "arrangiatevi". Dodici anni dopo, l'incubo si è ripetuto. La maledizione Moreno si è abbattuta ancora.

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