Mondiali 2014, Howard para tutto e diventa l’idolo del web e degli Usa
Dal “Mondiale dei gol”, al “Mondiale degli episodi”, dal “Mondiale dei numeri 10” al “Mondiale dell’imprevedibilità”. Sono già tante le definizioni attribuite a Brasile 2014, kermesse iridata che ha confermato le aspettative in termini di spettacolo ed emozioni. Tra queste è impossibile non considerare anche quella di “Mondiale dei portieri”. Da Ochoa del Messico, a Claudio Bravo del Cile, da Eneyama della Nigeria a M’bolhi dell’Algeria, da Courtois del Belgio a Neuer della Germania fino a Tim Howard degli Stati Uniti. Il portierone della Nazionale degli Usa è diventato un vero e proprio “eroe nazionale” dopo il match contro il Belgio: l’estremo difensore dell’Everton con interventi decisivi a ripetizione ha chiuso la porta ai talentuosi giocatori avversari, fino ad arrendersi senza colpe nei supplementari a De Bruyne e Lukaku che hanno permesso alla squadra di Wilmots di volare ai quarti di finale. Una serata magica per l’ex Manchester United al punto tale che i tifosi sui social network si sono scatenati con celebrazioni e fotomontaggi per esaltare le prodezze del portierone. Addirittura c’è chi ha proposto la candidatura di Howard a segretario della difesa degli Stati Uniti, dopo che il numero 1 ha superato il record di parate confermando le sue doti.
La carriera di Howard, portiere capace di segnare anche un gol
Classe ’79 Tim Howard è diventato con il passare degli anni uno dei portieri più affidabili del palcoscenico internazionale. Cresciuto calcisticamente nei North Jersey Imperials, e poi nei New York MetroStars, l’estremo difensore approda in Europa nel 2003 al Manchester United. In 3 stagioni alterna super prestazioni a qualche leggerezza di troppo costringendo i Red Devils a cederlo all’Everton. E con la maglia dei Toffee Man si consacra in Premier League rendendosi protagonista anche di un gol il 4 gennaio 2012 quando con un lungo rinvio superò il portiere avversario del Bolton portando in vantaggio i suoi.
Howard e la Sindrome di Tourette
Il nome di Howard è inevitabilmente legato alla sindrome di Tourette, la malattia neurologica con cui ha dovuto fare i conti soprattutto negli anni passati. La sindrome infatti si manifesta con attacchi improvvisi d’ira, tic e pulsioni incontrollate a proferire parole volgari, o ripetere quanto detto da altri interlocutori senza riuscire a fermarsi. Un problema accusato da Howard soprattutto in giovanissima età e che con il passare degli anni è stato attutito anche grazie a terapie specifiche. Nel 2001 il portiere è stato insignito infatti con il MLS Humanitarian of the Year, un premio conquistato grazie all’impegno nei confronti dei bambini che soffrono della Sindrome di Tourette.