La missione in Cina di Carlo Tavecchio: “Voglio esportare il modello italiano”
L'Italia del calcio e la Cina sono sempre più vicine. Dopo lo sbarco del gruppo Suning nella Milano nerazzurra, e in attesa del closing tra Finivest e Sino-Europe Sport, anche la Figc si è mossa per stringere accordi con la federazione calcistica cinese. Da sempre molto seguito, grazie anche all'arrivo in Cina di "testimonial" d'eccezione come Marcello Lippi e Fabio Cannavaro, il calcio italiano è pronto ad aiutare quello cinese mettendo a disposizione tutta l'esperienza maturata nel corso della sua lunga storia. Il presidente Carlo Tavecchio è così volato a Pechino per incontrare Cai Zhenhua: numero uno del federazione cinese. Un incontro importante che è servito per definire i dettagli dell'accordo: una collaborazione che toccherà vari temi, dall'organizzazione del settore giovanile ad eventuali corsi per allenatori da svolgere a Coverciano.
Le parole di Tavecchio
"Questa è un'opportunità storica e sarebbe miope non coglierla – ha dichiarato Carlo Tavecchio – Vogliamo aiutarli a creare la cultura di base del calcio, con la costruzione delle fondamenta della base della piramide tra organizzazione scolastica e società di base come abbiamo noi con i dilettanti. Noi abbiamo 17.000 campi da gioco e siamo 60 milioni di abitanti, loro sono 1,3 miliardi e se tanto mi dà tanto non so cosa può succedere". Incalzato dalle domande dei cronisti, Tavecchio ha poi dato il suo parere sull'imminente cessione del Milan alla cordata cinese: "Il closing? Non penso che uno versi una caparra da 100 milioni di euro e poi decida di tirarsi indietro. Credo che sia automatico che il 13 dicembre si arrivi al termine della trattativa. L’importante è avere i soldi, poi le autorizzazioni arrivano. Suning? Ho avuto contatti con loro e si sono dimostrati all’altezza per competenza e come impegno".