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Milan, Unai Emery rivela: “Una volta cacciai Bacca dagli spogliatoi”

L’ex allenatore del colombiano ha rivelato un particolare retroscena e parlato del rapporto che aveva allora con l’attaccante del Milan: “Ha un carattere difficile e, se non gioca, ti lancia certe occhiatacce”.
A cura di Alberto Pucci
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Dopo aver segnato il suo quattordicesimo gol in campionato, Carlos Bacca è già in viaggio per la Colombia dove, con la sua nazionale, giocherà le sfide di qualificazione mondiale contro Bolivia ed Ecuador. Il colombiano è certamente uno dei giocatori che più hanno rispettato le attese, nel Milan "traballante" di Mihajlovic. La sua stagione, inoltre, ha risvegliato l'interesse di grandi club europei: pronti ad offrire al club rossonero una cifra importante per portar via da Milano "El Peluca". Nel corso di un forum organizzato dall’agenzia spagnola EFE, a parlare dell'attaccante milanista è stato anche l'allenatore del Siviglia Unai Emery: "E' un giocatore che dà tanto e che in campo mette molto impegno – ha rivelato l'ex tecnico di Bacca – Voglio bene a Bacca e ho imparato molto da lui, ma Carlos è un giocatore che ti rivoluziona lo spogliatoio. Quando non lo facevo giocare, mi lanciava certe occhiatacce. Evitavo di guardarlo, perché sapevo che mi stava sfidando con lo sguardo".

L'aneddoto della doccia fredda

Il 44enne tecnico spagnolo, alla guida del Siviglia dal 2013 e vincitore di due Europa League (l'ultima grazie proprio alla doppietta del milanista), ha poi rivelato un particolare aneddoto che ben testimonia il caratterino del colombiano: "In una partita lo feci uscire 60′ per farlo riposare, entrato negli spogliatoi gli chiesi "Tutto bene Carlos?". Rimase lì senza rispondermi, mugugnando e rifiutandosi di fare l'obbligatorio bagno in acqua fredda a fine partita. Il giorno dopo gli chiesi perché non l’avesse fatto e mi rispose che non ne aveva bisogno perché non era stanco. Alla sua risposta, replicai dicendogli "Prendi e vai a casa, se mercoledì hai voglia torna". Non se lo fece ripetere due volte e se ne andò. Il giorno dopo, però, venne a chiedermi scusa appena entrato in spogliatoio".

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