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Milan, Pepe Reina rivela: “Mi avevano detto che non avrei potuto avere figli”

In occasione di un’intervista rilasciata all’emittente televisiva spagnola Telecinco, il portiere rossonero ha parlato di un problema che avrebbe potuto condizionargli la sua vita coniugale: “In passato ho avuto un varicocele in uno dei testicoli, che avrebbe potuto produrre sterilità. Ci avevano detto di abituarci all’idea che se avessimo voluto dei figli li avremmo dovuti adottare”.
A cura di Alberto Pucci
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Per Rino Gattuso e per tutta la rosa del Milan, Pepe Reina è più di un portiere. Il trentaseienne di Madrid, è infatti una presenza importante nello spogliatoio rossonero: specialmente per Gigio Donnarumma, sempre attento ai consigli dell'esperto numero uno iberico. In attesa di tornare in campo nella delicata trasferta di Europa League contro l'Olympiacos, l'ex Napoli ha raccontato alcuni aneddoti personali in una trasmissione televisiva spagnola.

Tra gli argomenti trattati da Pepe Reina, anche quello legato ad un suo problema fisico che avrebbe potuto condizionargli il matrimonio con la moglie Yolanda: "In passato ho avuto un varicocele in uno dei testicoli, che avrebbe potuto produrre sterilità – ha rivelato il portiere rossonero – Mi era stato detto che sarebbe stato difficile per me recuperare in cinque anni e ci avevano detto di abituarci all’idea che se avessimo voluto dei figli li avremmo dovuti adottare".

Il rituale di Pepe Reina

In realtà le cose sono andate diversamente, e per fortuna Pepe Reina ha potuto costruire insieme alla moglie una bella e numerosa famiglia, composta da ben cinque figli. Nell'intervista rilasciata a "Telecinco", il milanista ha anche parlato di un aspetto al quale tiene molto quando scende in campo: la superstizione. "Prima di ogni partita, prima di superare la linea che delimita il campo, lascio la mano del bambino che ho a fianco a me – ha spiegato Pepe ReinaFaccio due salti con il piede destro, tocco il suolo, e mi faccio segno della croce. Poi do il pugno ai miei difensori, cominciando dal lato destro".

"Vado in porta, tocco il palo con il piede, tocco la traversa con le mani e poi di nuovo l’altro palo col piede. Poi dalla linea di porta faccio sei passi verso la linea dell’area piccola e poi sei verso quella grande. Poi a ritroso. Alzo i talloni, faccio skip, salto a destra, a sinistra. Poi cerco mia moglie in tribuna, e lì mi tranquillizzo e posso cominciare a giocare".

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