Milan, Mirabelli vuole Belotti: ecco perché conviene dare ancora la caccia al Gallo
Il problema del gol è diventato cronico in casa Milan. Nonostante risulti una delle squadre che tira di più verso la porta avversaria, la formazione di Gattuso continua ad avere uno scarso feeling con le reti e lo testimoniano i numeri impietosi di queste 23 giornate di campionato. Fino ad oggi, la squadra milanista ha infatti segnato soltanto 30 reti e risulta l'undicesimo attacco della nostra Serie A. Un risultato insufficiente, che inchioda il reparto offensivo del Diavolo davanti alle sue colpe e che obbliga Fassone e Mirabelli ad un'attenta analisi su ciò che è stato fatto sul mercato nella scorsa estate. Acquistare Andrè Silva per 38 milioni di euro più bonus e Nikola Kalinic per 25 (5 per il prestito e 20 per il riscatto obbligatorio), sono stati infatti i due errori più grandi della dirigenza: convinta, come tutti, di aver portato a Milano il sosia di CR7 e il bomber che tanto bene aveva fatto con la maglia viola.
Le pretese di Cairo
Se il portoghese è stato scelto senza se e senza ma, grazie anche al consiglio spassionato di Jorge Mendes (il procuratore di Andrè Silva), l'ex attaccante della Fiorentina è arrivato a Milanello dopo il fallimento della missione Belotti: il giocatore al quale tutti (da Fassone fino all'ultimo dei tifosi), avrebbero voluto dare la maglia di Carlos Bacca. Nonostante la volontà del giocatore granata, da sempre attratto dai colori rossoneri, nella scorsa estate Cairo ha però tenuto botta fino all'ultimo. Forte della clausola da 100 milioni di euro (valida però solo per l'estero), il patron granata arrivò a rispedire al mittente l'offerta arrivata da "Casa Milan": 60 milioni di euro più due giocatori, ovvero Gabriel Paletta e M'Baye Niang.
Il fallimento di Kalinic e Andrè Silva
A distanza di sei mesi da quel tormentone estivo, a perdere sono state entrambe le società: il Torino, che dopo gli infortuni del "Gallo" ha visto crollare la valutazione del suo attaccante, e lo stesso Milan che si ritrova in casa due giocatori che non vedono mai la porta e che sono stati scavalcati nelle gerarchie di Gattuso dal "tarantolato" Patrick Cutrone: il giovane della "Primavera", rimasto a Milanello per fare la terza punta. La trattativa tra Milan e Torino, potrebbe però riaprirsi clamorosamente a fine stagione. Dopo aver messo le mani su Strinic, Mirabelli starebbe infatti pensando di riallacciare i contatti con Cairo e tornare a discutere di Belotti. Intenzione suffragata anche dalle parole dello scorso ottobre dello stesso ds rossonero: "Belotti è un giocatore forte ed è un tifoso milanista e chi lo sa, magari un giorno potrà indossare la maglia che sogna da bambino".
Il Gallo a prezzo di saldo
Se l'Uefa non metterà le ganasce alle ruote del mercato milanista con il "Fair Play Finanziario", l'operazione potrebbe entrare di nuovo nel vivo grazie a condizioni economiche decisamente diverse rispetto a quelle della scorsa estate. Gli infortuni, i pochi gol realizzati e la mancata partecipazione al Mondiale dell'attaccante granata, costringerà infatti Cairo a rivedere verso il basso le sue pretese. Per il Milan potrebbe dunque essere un affare, a patto di non dover cedere uno dei suoi giocatori migliori (vedi alla voce Donnarumma e Suso) per finanziare l'acquisto del talento di Calcinate. Più difficile, invece, piazzare Kalinic (arrivato ormai a 30 anni e con richieste solo dalla Cina) e soprattutto Andrè Silva: giocatore pagato uno sproposito che, come Belotti, ora come ora vale almeno la metà dei soldi spesi da Fassone e Mirabelli.