Milan, Fassone: “Senza accesso alla Champions via due top player”
Prima l'avvertimento a Montella – indebolito dalla sconfitta nel derby e dal pareggio con l'Aek in Europa League – da parte del ds Mirabelli, adesso la sortita pubblica sulle strategie del club in caso di mancato accesso alla Champions League (obiettivo stagionale dei rossoneri) dell'ad Fassone. Il decimo posto (12 punti), il distacco dalla vetta (12 punti) e dalla zona Coppa (-7 dalla Lazio quarta), il gioco che non decolla e le difficoltà in fase difensiva sono già capi d'imputazione nel processo istruito contro l'allenatore dopo otto giornate di campionato. Gli investimenti fatti nella scorsa estate (oltre 200 milioni) non concedono pazienza ulteriore: nonostante il Milan abbia rivoluzionato la squadra, il trend di rendimento non soddisfa né incoraggia, né alimenta fiducia per il progetto.
La Champions è fondamentale – ha ammesso l'amministratore delegato nell'intervista a La Stampa -. Mancare la qualificazione non blocca i nostri piani, semmai li ritarda. Oltretutto, ci vedremmo costretti a tagliare il budget penalizzato dall'assenza di introiti derivanti dalla Coppa. Come riequilibrare la situazione? Con la cessione di uno-due top player.
E chi potrebbero essere i due sacrificati? Il primo nome sulla lista è Donnarumma, il portiere che già nell'estate scorsa è stato vicinissimo alla cessione salvo rinnovare il contratto. La clausola da 70 milioni fa di lui una sorta di tesoretto da sacrificare per ragione di Stato. Chi potrebbe essere l'altro giocatore in lista di sbarco? Difficile ipotizzarlo adesso ma a giudicare dalla rosa uno tra André Silva (finora non pienamente integrato, la giovane età può essere un fattore determinante oltre alla presenza in nazionale) o addirittura Bonucci (che ha un ingaggio da 7.5 milioni a stagione ed è costato a 30 anni 42 milioni di euro) Kessié (che ha sempre mercato in Premier) potrebbero figurare nel novero degli addii dolorosi ma necessari.
Attese deluse. Cinque, sei punti in meno rispetto alle attese: è questo il deficit individuato dalla dirigenza e fotografato dalle proporzioni di una classifica che inizia a farsi pesante, con le prime (Inter compresa) che hanno un passo diverso rispetto al Milan.
L'obiettivo era tenere a corta gittata il quarto posto per tutto il girone di andata, assestarci e dare la scalata alla zona Champions nel ritorno – ha aggiunto Fassone -. Chiaro che i margini di recupero ci sono, ma non possiamo più permetterci di sbagliare.
Il passo falso nel derby pesa come un macigno. La sconfitta per 3-2 trova giustificazione parziale nella disputa sul rigore concesso all'Inter nel finale ma la realtà dei fatti è che, quanto a compattezza tattica, il Milan di Montella lascia a desiderare. Le debolezze difensive si spiegano solo in parte con la difficoltà di Bonucci a trovare una quadra nel reparto. Inevitabile, qualora i risultati negativi si protraggano, prendere decisioni dolorose.
Il Milan è stato costruito per ottenere certi risultati – ha concluso l'ad -. Non stanno arrivando e abbiamo il dovere di essere trasparenti con i nostri tifosi.