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Icardi-show: 4 tiri, 3 gol ma l’Inter è più squadra. Montella regala un tempo

La tripletta di Icardi certifica la superiorità di squadra dell’Inter. Il Milan è slegato nel primo tempo. Montella cambia volto ai rossoneri con Cutrone per Kessie. Icardi esalta leadership e personalità. Vecino e Perisic migliori in campo con il capitano.
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Il derby delle prime volte. Il derby dei primi gol subiti nella ripresa dall'Inter, della tripletta di Icardi, della settima vittoria in otto partite. I nerazzurri, che segnano più di tutti nell'ultimo quarto d'ora, la decide col rigore finale del capitano contro un Milan che regala un tempo e si raddrizza nella ripresa con l'ingresso di Cutrone per Kessie che  permette di aumentare la qualità a centrocampo.

Vecino trequartista su Biglia

Il Milan, con Bonaventura mezzala, si disegna con un 5-2-3 in fase di non possesso. Borini come contro la Roma è chiamato a ripiegare moltissimo per venire in appoggio a Musacchio nel contenere Perisic.

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Interessante la scelta di vecino al posto di Joao Mario nel ruolo di trequartista. L'ex viola, migliore in campo con Icardi, è più disciplinato del portoghese e può restare con maggiore affidabilità nella zona di Biglia, provando così a spezzare le linee di comunicazione fra il regista arretrato e i due interni di centrocampo. L'Inter insiste a cercare la manovra sulla fascia destra, con l'intenzione, che nel primo quarto d'ora resta solo tale, di ribaltare verso Perisic, sempre molto largo, sfruttando la posizione più stretta di Musacchio. Gli attaccanti dell'Inter non pressano alto i due centrali del Milan, dall'altra parte Andre Silva resta in zona Miranda ma non approfitta del suo primo macroscopico errore.

Biglia e Vecino, che duello nel primo tempo
Biglia e Vecino, che duello nel primo tempo

Generoso Bonaventura

Spalletti chiede un'Inter di corsa, di intensità, e Candreva va a occupare il semi-spazio di centro-destra. Illuminato da Borja Valero (quasi un passaggio chiave ogni due partite), che pensa con un tempo di gioco di anticipo, ha lo spazio per cercare la conclusione frustrata dalla traversa. L'ex Lazio, 1.3 tiri di media a partita, taglia più verso il centro di Perisic, ala più classica che però Spalletti vorrebbe più coinvolto nel cuore del gioco.

Il Milan rimane più basso in fase di non possesso, anche se a volte Suso fa saltare la compattezza delle linee e va a cercare un pressing e isolato fuori linea. Ma la strategia basata sulla densità funziona se l'elastico si rispetta nelle due fasi, se le mezzeali suggeriscono la concatenazione razionale di appoggi verso l'esterno. Fondamentale, nelle transizioni, per spostare l'azione da difensiva in offensiva, la corsa di Bonaventura che va in appoggio a Rodriguez a sinistra.

I palloni toccati da Bonaventura nel primo tempo
I palloni toccati da Bonaventura nel primo tempo

Candreva e Icardi, coppia vincente

L'Inter mostra segnali di vulnerabilità, e non per la prima volta, quando perde palla nel corridoio centrale. Il sombrero di Borja Valero intercettato con un fallo di mano non visto produce al 25′ la fuga di Bonaventura che costringe Vecino in ripiegamento al fallo sulla trequarti. Gli interscambi fra i due ex Fiorentina rimangono continui, Borja si alterna anche in copertura e in pressing su Biglia, così i nerazzurri continuano a insistere senza rinunciare all'identità costruita da Spalletti.

E' la squadra che crossa di più in Serie A, l'Inter, 27 tentativi a partita di media, e Candreva, che crossa più di chiunque nei primi cinque campionati europei, disegna la traiettoria perfetta che anticipa la copertura tardiva di Romagnoli sulla linea di passaggio e trova la deviazione al volo di Icardi, che in area si muove come nessuno. Il Milan, che non ha mai ribaltato uno svantaggio, si allunga ma a parte una notevole intuizione di Biglia per Bonaventura i cambiamenti non si vedono.

Icardi e Candreva nel primo tempo
Icardi e Candreva nel primo tempo

Il Milan si slega

Borja Valero alimenta e moltiplica le linee di passaggio contro una squadra come il Milan che porta anche tre centrali su Icardi. Il Milan si muove in unità isolate, Kessie non si armonizza con i movimenti di Bonaventura e nelle transizioni positive si aprono troppi spazi aperti fra le linee. Suso o Andre Silva vanno isolati a portare il pressing, ma così la squadra si allunga. Non si vedono mai i movimenti a incastro fra Suso, che dovrebbe venire fuori per  favorire il taglio dentro del portoghese e abbassare la linea difensiva nerazzurra. Spalletti chiede di giocare più sulle sovrapposizioni di Nagatomo, ma è proprio da quella parte, dopo l'aggiramento di Nagatomo, che Borini, il migliore del Milan con Bonaventura, crea la migliore occasione nel primo tempo rossonero.

La circolazione nel primo tempo: l'Inter insiste più a destra, il Milan più sterile
La circolazione nel primo tempo: l'Inter insiste più a destra, il Milan più sterile

Montella mette Cutrone, inizia lo spettacolo

Nel secondo tempo Montella sceglie Cutrone per Kessie, con Suso e Bonaventura a giocare da mezzala per aumentare la qualità a centrocampo e una punta a disturbare la prima uscita dell'Inter. Il prio effetto è il palo di Andre Silva, con Gagliardini troppo morbido in copertura, poi Musacchio corregge ma in fuorigioco. Borini però gioca più alto e deciso, così Perisic deve abbassarsi per non scoprire troppo gli spazi davanti a Nagatomo.

Il Milan però occupa meglio l'area di rigore, e si vede anche dal taglio di Cutrone che all'8′ brucia Skriniar sul cross di Rodriguez. La qualità in mezzo al campo agevola la circolazione di palla. Ma è Suso l'uomo derby, due gol l'anno scorso e il pareggio quest'anno facilitato da Gagliardini e Perisic che sbagliano tempi e direzioni dell'intervento in copertura e gli spalancano lo specchio della porta.

Vecino e Icardi tengono su l'Inter

Incassato il primo gol nei secondi tempi di questo campionato, l'Inter Pressano più alto i rossoneri sugli esterni ma con due interni di centrocampo più di qualità che di quantità si scopre, si sbilancia. Il ribaltamento di Candreva, poi uscito per Eder, che offre a Vecino, dimenticato a rimorchi, la palla di un possibile 2-1 sfumato per questione di centimetri, certifica lo spirito di un secondo tempo di ritmi totalmente diversi rispetto al primo.

Nel momento migliore del Milan, Icardi va a portare il pressing individuale su Biglia. Il capitano aspetta, Musacchio non lo può tenere ma la transizione negativa non funziona. Il croato taglia dentro, in area i rossoneri dovrebbero marcare meglio ma la linea si sfalda, i due centrali si preoccupano più dello spazio, del mantenimento della posizione che dell'uomo; ìil resto lo mette l'esecuzione poco ortodossa ma non casuale di Icardi che fa 8 gol in 8 partite.

Candreva va spesso a coprire da quinto dietro, il Milan alza palloni alti verso l'area ma l'attenzione di Skriniar sulle palle alte, e come l'anno scorso Montella finisce il derby praticamente con cinque attaccanti. E per la seconda volta ribalta lo svantaggio, con Bonaventura che intuisce lo spazio sul secondo palo, e sulla copertura un bel po' larga di Cancelo, spera di firmare il terzo 2-2 consecutivo nella storia del derby

Icardi sempre più leader

Ma il finale è tutto di Maurito Icardi. Peso, qualità, spinta, c'è tutto nella partita del simbolo dell'Inter: gli bastano 9 palloni per piazzare 4 tiri e 3 gol, per vincere il derby di leadership, di personalità, di carattere. Icardi esalta l'Inter che però è anche più squadra di un Milan che il derby l'ha giocato davvero solo nella ripresa, più con l'orgoglio che con la testa. Icardi che maschera anche i difetti di un Gagliardini che la pressione l'ha sentita eccome, che esalta l'intesa con Perisic uomo chiave. Il derby è storia di uomini, ma è soprattutto destino per grandi squadre.

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