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Milan ai cinesi, Cesare Romiti è convinto: “L’affare si farà”

L’ex direttore generale della Fiat e presidente della Fondazione Italia-Cina, commenta il possibile arrivo della cordata cinese a Milano: “La Cina ha capito che avere il supporto del calcio è importante per diventare la prima potenza economica al mondo”.
A cura di Alberto Pucci
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Nonostante l'avvicinarsi della finale dell'Olimpico di Roma, il tifoso milanista rimane concentrato anche sull'altra partita che si sta giocando sul campo di Arcore: quella della vendita alla cordata cinese, capitanata dall'advisor americano Sal Galatioto. Le prossime settimane, infatti, saranno decisive per capire se verrà trovato un accordo tra le due parti e se Silvio Berlusconi deciderà di fare un passo indietro e accogliere nuovi soci orientali. A commentare la trattativa per la cessione della maggioranza del club rossonero, è sceso in campo anche Cesare Romiti: ex direttore generale della Fiat e presidente della Fondazione Italia-Cina. Secondo il 92enne manager romano, le possibilità che l'affare si concluda positivamente sono alte: "Sono convinto che il Milan sarà venduto e che il controllo passerà ai cinesi – ha dichiarato a Premium Sport – ed è molto probabile che poi si possano interessare anche ad altre squadre italiane".

La forza della Cina

"Non mi meraviglia tutto questo interesse per il calcio da parte della Cina – ha continuato Romiti – L'attuale presidente della Cina è un tifoso di calcio e la Cina sta attraversando economicamente lo stesso periodo che l’Europa ha già vissuto, dove oltre al progresso economico c’era il valore del calcio come attrattiva sull’opinione pubblica. La Cina vuole diventare la prima potenza economica del mondo e ha capito che avere il supporto del calcio è importante per realizzare questo obiettivo". Da ex azionista della Juventus, Romiti ha poi fatto un'analisi del nostro calcio prendendo ad esempio proprio il club bianconero: "In Italia l'unico club invendibile è la Juventus. L’Inter e il Milan sono diventati grandi grazie a Moratti e Berlusconi. La Juve deve dire grazie ad Agnelli, ma anche alla società che ha alle spalle che, indipendente dall’andamento sportivo, ha dei canoni precisi".

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