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Martin Odegaard, il Messi venuto dai ghiacci (video/foto)

Un vero e proprio fenomeno (para)normale cresciuto e sbocciato nella fredda Norvegia che il Real Madrid ha tesserato battendo la concorrenza spietata di Bayern, Liverpool, Manchester United e Barcellona. Mancino come la ‘Pulce’, abile come Kakà, geniale come Rivaldo, in attesa di imparare direttamente da Cristiano Ronaldo.
A cura di Alessio Pediglieri
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I precedenti fuoriclasse del calcio norvegese si contano sulle dita di una mano: Ronald "Kniksen" Jensen, Ole Gunnar Solskjaer, John Arne Riise e John Carew. Per il resto, solo campioni delle discipline sul ghiaccio e sull neve sport nazionali mentre il pallone è da sempre relegato a fare la parte del comprimario nel panoraama sportivo della Norvegia. Fino ad oggi, perché dl grande freddo è nto un nuovo, immenso fenomeno del calcio, Martin Odegaard, classe 1998, un fresco diciassettenne dalle stigmate dei campioni assoluti, capace di bruciare le tappe ed entrare nell storia dello sport scandinavo. In attesa di scrivere altrettanti pagine memorabili con la maglia del Real Madrid, la squadra che – compiuti i 17 anni d'età – ha sottoscritto al ragazzo il primo contratto da professionista, bruciando la concorrenza di mezza Europa. Adesso Martin gioca sotto l'osservazione vigile di Zinedine Zidane, allenatore del Real Madrid Castilla, la formazione Primavera dei Blancos, dove ha già esordito col gol e attraverso la quale si affaccerà alla prima squadra, al servizio di Carlo Ancelotti.

Chi lo conosce bene lo ha già ritratto come il più forte della sua classe, la 1998, in un mix che lo vede sintetizzare in una sola persona la classe di Leo Messi (è infatti, mancino come la Pulce azulgrana), il fisico di Kakà (le movenze in mezzo al campo sono identiche e sagge come quelle del brasiliano), la sensibilità di Rivaldo (dal quale ha ereditato l'assoluta facilità degli assist ai compagni). Un campione tutto tondo, cresciuto a pane e pallone da una famiglia che lo ha seguito passo dopo passo e lo ha difeso dalle alchimie spesso deleterie dello show-bussiness. Martin non a caso è figlio d'arte: il papà Hans Erik è stato un onesto calciatore nella prima divisione norvegese e oggi segue il figlio in ogni decisione curandone gli interessi e facendogli da tutore. Se il giovane Odegaard oggi è un giocatore del Real Madrid lo deve soprattutto a suo papà che ha centellinato i pro e i contro delle offerte che sono giunte da tutta Europa.

Il pressing più asfissiante lo ha fatto Karl-Heinz Rummenigge e il suo Bayern Monaco, prima società che aveva invitato il giovanissimo Martin per un "assaggio" del mondo dei campioni bavaresi, non potendo ancora sottoscrivere alcun contratto per i non raggiunti limiti d'età. Dopo i campioni di Germania toccò anche al Manchester United, ospitare il talento norvegese in uno stage sotto l'egid di Sir Alex Fergusson, seguito dal Liverpool, altra società inglese da sempre attentissima alle giovani promesse. Germania, Inghilterra, Spagna: prima il Real Madrid, poi il Barcellona hanno ospitato Odegaard a stage ad hoc per provare a ingolosirlo in vista del contratto. In Catalogna era sceso in campo anche l'idolo indiscusso di Martin, Leo Messi che lo ha ospitato alla Masia in attesa di rivederlo in azulgrana. Ma nulla e nessuno ha potuto davanti al fascino del Real Madrid, club che alla fine ha chiuso il contratto con Martin, oggi stella della squadra giovanile.

A Madrid, come detto, ha già lasciato il segno. Il 21 febbraio scorso, Martin Odegaard ha segnato al debutto con la maglia dei Blancos nella sfida tra il Real Madrid Castilla e il Barakaldo aprendo così nel migliore dei modi la sua carriera spagnola, esaltando i tifosi che vedono in lui uno dei prossimi fenomeno del calcio mondiale. Di certo è ancora presto per dire dove potrà arrivare Odegaard ma i segnli sono più che positivi visto che la sua giovane carriera è già costellata di record e momenti da incorniciare. come quando nell'ottobre del 2014 il trequartista norvegese è diventato il giocatore più giovane della storia ad aver disputato un match di qualificazione agli Europei, con 15 anni e 300 giorni, entrando in campo durante Norvegia-Bulgaria (2-1). In precedenza, con lo Strømsgodset, il club della sua città, aveva già inanellato una serie impressionante di record: più giovane esordiente del campionato norvegese, più giovane marcatore, il più giovane a vestire la maglia della Norvegia, giocando l'amichevole con gli Emirati a Stavanger.

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